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Fare la spesa a Pompei: il macellum

Il Macellum di Pompei non era altro che il mercato cittadino dove le persone potevano acquistare generi alimentari. Situato a nord-est del Foro, il complesso doveva rimanere defilato rispetto alla piazza per non creare troppo affollamento, visto l’elevato numero di persone che sicuramente lo frequentavano.

L’ambiente

La costruzione è databile tra il 130-120 a.C. ed è stata portata alla luce in più campagne di scavo, a partire dal 1818.

Erano presenti due ingressi preceduti da brevi gradinate e inquadrati da colonne marmoree facenti parti del portico del Foro, oggi però pesantemente restaurate. L’ingresso del lato occidentale aveva un’edicola con due colonne corinzie e capitelli elegantemente figurati, alcuni con chimere provenienti dalla Tomba delle Ghirlande fuori Porta Ercolano.

Dietro di queste sono state rinvenute basi che probabilmente dovevano ospitare delle statue che accoglievano il visitatore e, allo stesso tempo, adornavano il passaggio. Altre basi sono state rinvenute vicino ai pilastri d’angolo delle tabernae poste di fronte al Macellum, luoghi dove si svolgevano attività legate al denaro, come cambia valute o vendita di oggetti.

Si passava poi in un vasto cortile originariamente porticato, sicuramente danneggiato dal terremoto del 62 d.C.; qui si svolgevano le attività commerciali in vani che davano direttamente sullo spazio aperto. Il lato nord, invece, aveva tutti gli ambienti che davano direttamente sulla strada (Via degli Augustali) senza avere nessun ingresso diretto nell’area interna del Macellum.

La struttura era dotata anche ambienti sacri: il lato orientale ospitava tre ampi vani sopraelevati uno dei quali, quello al centro, era dedicato al culto della famiglia imperiale. Durante gli scavi sul fondo, vicino a quattro nicchie, vennero trovate due statue: una femminile ed una maschile, erroneamente in seguito identificate come Marcello e Ottavia, rispettivamente nipote e sorella di Augusto. Venne anche rinvenuto un braccio con globo, probabilmente appartenuto ad una statua di un Imperatore.

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Le statue di Ottavia e Marcello nelle nicchie – Parco Archeologico di Pompei ©

Il vano di sinistra era verosimilmente adibito ai banchetti sacrificali in onore della casa imperiale. Per quello di destra si è ipotizzato che fosse impiegato nella vendita di cane e pesce, per via di un bancone che correva su tre lati dotato di uno speciale impianto che incanalava l’acqua e la faceva defluire nel fognolo di scarico.

Ritornando nel cortile del Macellum, nel centro si ergono dodici basi di tufo delimitate da un listello di marmo. Queste basi non servivano a reggere una rotonda con fontana come nei mercati di origine greco-romana e africana; in realtà esse servivano a reggere dei pali che sostenevano un tetto ligneo sotto cui veniva pulito e squamato il pesce, grazie all’ausilio di un piccolo getto d’acqua proveniente da una fontanella.

Le decorazioni

Come la maggior parte degli edifici di Pompei, anche questo complesso offre la possibilità di studiare ed ammirare la grande perizia tecnica che l’arte romana aveva raggiunto in quegli anni. In situ si può trovare un felice esempio di decorazione di quarto stile. Al di sopra di uno zoccolo sono dipinti pannelli neri con un bordo rosso. All’interno dei riquadri sono campite graziose scene mitologiche: Penelope riconosce suo marito Ulisse, l’eroina Medea che medita sulla strage dei figli oppure Io e Argo.

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Affresco Ulisse e Penelope – Parco Archeologico Pompei ©

Tra i riquadri si stagliano squarci architettonici su fondo bianco, da cui spuntano, a volte, degli edifici in prospettiva verdi e rossi pallidi. Queste delicate costruzioni superano i pannelli e dividono, con le loro architetture, lo spazio in sezioni dove di rado si scorgono figure isolate come una fanciulla con strumenti per i sacrifici o un satiro con strumenti musicali. A coronamento di questi spazi sono posti pannelli con nature morte, uccelli e pesci di gusto più popolare.

Bibliografia

📖 E. La Rocca, M. de Vos, A. de Vos, Pompei, Mondadori, Milano 1981.
📖 P. Zanker, Pompei, Società, immagini urbane e forme dell’abitare, Einaudi, Torino 1993.

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a cura di

Simone Bonaccorsi

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