Nel mezzo della campagna marchigiana, in provincia di Fermo, sorge Monte Rinaldo. Il paese, sito su di un contrafforte a 485 mt s.l.m. ha una storia che inizia nel periodo romano: in località “La Cuma” sono state infatti rinvenute le testimonianze di un tempio oltre a numerose tracce di ville romane, ancora oggi in gran parte da esplorare. La storia del paese continua vivacemente nel Medioevo, quando, considerato zona di frontiera venne conteso dal ducato di Fermo, dalla città di Ascoli e dall’Abbazia Farfense della vicina Santa Vittoria.
Archeologia nel panorama adriatico
L’area archeologica è visitabile e stupisce il visitatore per la sua straordinarietà. Essa custodisce i resti di un importante luogo di culto romano organizzato in più edifici. Risalente al II secolo a.C., fu in uso sino al secolo successivo quando fu sostituito da un complesso rustico, sulla falsariga di una fattoria di età augustea. La scoperta e l’attuale assetto sono da ricondurre ai primi del Novecento, ma sono ancora in corso indagini archeologiche da parte dell’Università di Bologna e dell’Accademia Britannica di Roma.

Una scoperta fortuita
Anni ’50 del Novecento, la campagna veniva lavorata quando i contadini si imbatterono in qualcosa di insolito: erano i resti delle colonne del portico maggiore. Gli scavi iniziarono subito e nel 1960 furono ricostruiti svariati muri e colonne distrutti per recuperare i resti di maggiore pregio, oggi custoditi nel Museo Civico Archeologico di Monte Rinaldo.
Un luogo di culto fra Piceni e Romani
L’area archeologica è situata a metà strada tra Ascoli, ai tempi capitale picena, e la romanissima Fermo. Regolarizzata da mura di contenimento, il centro dell’area accoglieva un Tempio dedicato a Giove, un portico ed un sacello dedicato ad Ercole. Sul fianco sinistro è presente un ulteriore edificio, che ad oggi è ancora interrato. Mentre del Tempio restano solo le fondamenta, il portico è stato ricostruito ed è ad oggi calpestabile.
Il portico maggiore era decorato con antefisse che raffiguravano la Signora degli Animali, oltre a lastre con ornamento continuo a motivo vegetale popolato di volatili: in particolare si possono riconoscere chiaramente delle tortore, su fiori e viticci. La facciata del portico presentava inoltre delle colonne di tipo dorico, originariamente organizzato in otto colonne sulla fronte ed una fila centrale di tredici colonne di ordine ionico-italico. Sul fondo presenta una parete di pietre arenarie, posta a contenimento del pendio collinare retrostante.
Delle decorazioni del sacello di Ercole poche sono le certezze: probabilmente il tempio era decorato con antefisse raffiguranti l’eroe e la testa di leone, confermandone l’identità. Tempietto privo di colonne, fu poi abbandonato e riutilizzato come recinto funerario.
Fanno capo al Tempio di Giove la maggior parte delle terrecotte rinvenute nell’area archeologica, anche qui raffiguranti soprattutto la Signora degli animali, ma in dimensioni maggiori rispetto alle stesse decorazioni presenti nel portico. Anche qui sono presenti lastre a decorazione vegetale e animale, modellate a mano e di notevole fattura artistica. Sul frontone, doveva essere rappresentato un episodio mitologico legato a Giove poiché sono stati rinvenuti fasci di fulmini alati, oltre ad altre divinità ad esso legate, come Apollo.

Il museo archeologico
I numerosi reperti non conservabili in situ, sono stati raccolti ed esposti nel grazioso Museo Civico Archeologico di Monte Rinaldo, all’interno delle mura di questo paese che ancora si fregia di connotati medievali.
Nelle vetrine del museo è possibile ammirare da vicino i fregi che adornavano le costruzioni dell’area archeologica, quali antefisse e lastre decorative. Molti anche reperti di diversa natura: lucerne, unguentari, monete, bicchieri e ciotole di vario tipo sono la testimonianza della vita che animava l’area di culto.
Non solo un’area archeologica
“La Cuma” è lo scenario perfetto per ospitare eventi culturali: sinora molte sono state le serate organizzate a tema musicale e teatrale. Inoltre, per le scuole sono disponibili laboratori didattici di vario tipo, come la simulazione di scavo, in cui lo studente impara divertendosi.