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La Nuova Hollywood, il cinema moderno e postmoderno

Proseguendo la nostra carrellata sulla Storia del Cinema, dopo aver parlato della nascita del cinema e dei più importanti movimenti europei del dopoguerra, dove compare per la prima volta la nozione d’autore, vediamo cosa succede negli anni ’60, all’industria cinematografica.

La Nuova Hollywood

Si torna negli Stati Uniti con il periodo della Nuova Hollywood, tra gli anni ’60 ed i primi anni ’80. Convenzionalmente si fa coincidere la nascita del periodo con l’uscita nelle sale del film The Graduate (Il laureato, 1967) di Mike Nichols e di Gangster Story (1967) di Arthur Penn.

The Graduate – Mike Nichols


All’inizio degli anni ’60, infatti, Hollywood ebbe un bel periodo di crisi causato dal successo dei film europei e dal drastico crollo degli spettatori causato a sua volta dall’avvento della televisione. Così le maggiori case di produzione, che continuavano a produrre film tradizionalisti, in netto contrasto con le nuove idee giovanili, stavano per finire sul lastrico. A fine anni ’60 decisero di dare più spazio a nuovi registi che, seguendo le orme del cinema europeo, pretendevano di avere il completo controllo sui loro film. Esempi di questi nuovi registi sono: George Lucas, Steven Spielberg, Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Brian De Palma. Cambiano anche le tematiche affrontate: adesso vengono messi in scena argomenti che poco tempo prima erano tabù, come la sessualità esplicita della donna, la guerra, la solitudine, l’abbandono, l’inquietudine dei giovani, la povertà e la violenza cruda.

Alcuni esempi di film appartenenti al periodo della Nuova Hollywood sono: Easy Rider (1969) di Dennis Hopper; Rosemary’s Baby (1968) e Chinatown (1974) di Roman Polański; The Godfather (Il padrino, 1972) di Francis Ford Coppola; The Exorcist (L’esorcista, 1973) di William Friedkin.

Rosemary’s Baby – Roman Polański

Il cinema moderno

Con il termine cinema moderno s’intende quel tipo di cinema che attorno agli anni ’60 e ’70 ha ribaltato le regole narrative del cinema classico. Fanno parte del cinema moderno molti esponenti della Nouvelle Vague, ma anche alcuni registi della New Hollywood, come Polański o Nichols. Con il termine «moderno», al cinema, non ci si riferisce ad un periodo specifico, quanto più a delle caratteristiche che accomunano dei film. Il cinema moderno è un tipo di cinema esistenziale, che mette in dubbio qualsiasi cosa. È un cinema culturale ed essenziale, tuttavia non per forza semplice a livello tecnico. È un tipo di cinema che non ritiene di avere un senso a priori, ma che anzi è alla ricerca di un senso per la realtà e per il cinema in sé. Il cinema moderno porta a riflettere; è un cinema intellettuale, fiero ed insicuro al tempo stesso. In esso il concetto di autore diventa determinante, proprio perché il regista si fa portatore dell’idee espresse dal film.

Il cinema moderno libera le potenzialità espressive del mezzo cinematografico che il cinema narrativo classico aveva oppresso. Non si tratta più di narrare soltanto una storia, quanto di mandare un messaggio, un’idea, che porti lo spettatore a ragionare su certe dinamiche sociali o esistenziali.
Per capire meglio di cosa si tratta cito alcuni film che potrebbero rientrare all’interno della categoria di cinema moderno: Night of the Living Dead (La notte dei morti viventi, 1968) di George A. Romero; À bout de souffle (Fino all’ultimo respiro, 1960) di Jean-Luc Godard; 8 e mezzo (1963) di Federico Fellini; Det sjunde inseglet (Il settimo sigillo, 1957) di Ingmar Bergman; Arca Russa (2002) di Aleksandr Sokurov; A torinói ló (Il cavallo di torino, 2011) di Béla Tarr; Boy meets girl (1984) di Leos Carax; Blow-up (1966) di Michelangelo Antonioni.

Night of the Living Dead – George A. Romero

Il cinema postmoderno

Vorrei chiudere questa breve «carrellata» sul cinema, scrivendo due parole sul cinema postmoderno. Convenzionalmente la nascita del cinema postmoderno coincide con l’uscita nelle sale del film Star Wars (Guerre stellari, 1977) di George Lucas. Esso è un tipo di cinema che cerca di abbattere il divario tra cultura alta e cultura bassa, che non possiede strette regole narrative, che utilizza il citazionismo in modo ossessivo, che non per forza deve possedere un finale. È il cinema dell’esasperazione, dell’esagerazione, della frammentarietà. Spesso la prima cosa che si pensa, quando si parla di cinema postmoderno è, infatti, l’effetto speciale: raggi laser, uomini volanti, acrobazie incredibili, storie impossibili e mondi fantastici. Tutto ciò è postmodernismo.

E proprio per questa sua dimensione “spettacolare”, il cinema postmoderno è obbligatoriamente collegato alla nascita di alcune tecnologie che gli permettono di mettere in scena cose che prima erano impensabili: la CGI (Computer-generated imagery), il motion capture ed il motion control sono solo alcune tra le più importanti tecnologie utilizzate dall’industria cinematografica contemporanea.

Alcuni film che possono rendere meglio l’idea di cinema postmoderno sono: The Matrix (1999) di Andy e Larry Wachowski; Back to the Future (Ritorno al Futuro, 1985); Pulp Fiction (1994) e Kill Bill (2003); Holy Motors (2012) di Leos Carax; Natural Born Killers (1994) di Oliver Stone; Adaptation (Il ladro di orchidee, 2002) di Spike Jonze; Ghost Dog: The Way of the Samurai (Ghost Dog – Il codice del samurai, 1999) di Jim Jarmusch.

Pulp Fiction – Quentin Tarantino

Ovviamente, nella storia del cinema ci sono tanti altri movimenti, gruppi o avanguardie che non abbiamo nemmeno citato, tuttavia, per adesso, per un breve discorso generale, possiamo anche finire qui.

Per concludere vi consiglio una lettura, scorrevole e abbastanza semplice riguardo la storia del cinema: Introduzione alla storia del cinema. Autori, Film, Correnti. A cura di Paolo Bertetto. Editore UTET Università.

Bibliografia

📖 Storia del cinema. F. Di Giammatteo. Editore Marsilio.
📖 Introduzione alla storia del cinema. Autori, Film, Correnti. A cura di Paolo Bertetto. Editore UTET Università.
📖 Manuale di storia del cinema. G. Rondolino, D. Tomasi. Editore UTET Università.

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a cura di

Salvatore Pizzuto

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