Gli studi e la ricerca in ambito piceno fanno un grande passo avanti il 4 ottobre 2015 quando si inaugura a Belmonte Piceno, nel centro del borgo, il Museo Archeologico Comunale; qui vengono infatti esposti alcuni dei più importanti tesori provenienti dall’antica necropoli scavata da Innocenzo Dall’Osso tra il 1909 e 1911.
A poco più di un secolo dalla scoperta, il lavoro dello studioso tedesco Joachim Weidig, la forte determinazione e passione del sindaco Ivano Bascioni e la stretta collaborazione con il funzionario archeologo di zona Giorgio Postrioti, hanno permesso l’apertura di questi ambienti e sancito quindi il ritorno dei reperti nel loro luogo di origine.

La collezione del museo
Ad accoglierci all’ingresso c’è una stele funeraria con iscrizione in lingua picena, di cui purtroppo non conosciamo il contesto di rinvenimento ma, la monumentalità del reperto (2,12 x 0,75 m, per circa 6 quintali) e la dedica iscritta confermano sicuramente l’appartenenza del defunto, un certo Aponio, all’élite dominante.
“Aponio A—teis giace – il signore qui al centro è trasportato (..) di questa bella opera il dedicante*/artefice* (..)” (traduzione proposta da Valentina Belfiore)
Quella che noi oggi ammiriamo al Museo di Belmonte non è l’originale ma costituisce un reperto molto importante perché è la copia che fu voluta dallo stesso Innocenzo dall’ Osso all’epoca degli scavi. L’originale fu acquistata nel 1901 da Edoardo Brizio ed è oggi conservata al Museo Civico Archeologico di Bologna.

All’interno delle due sale principali del museo, quattro grandi vetrine ospitano una importante selezione di manufatti ceramici, metallici e in altro materiale, come l’ambra e la pasta vitrea, utilizzate principalmente per gli ornamenti. Tra i reperti ceramici di maggiore interesse troviamo:
- le anse in impasto configurate a cavaliere (tomba 139) probabilmente di produzione locale e datate alla seconda metà del VII secolo a.C.;
- un’altra figurina antropomorfa sempre in impasto e probabilmente sempre riferibile ad un’ansa;
- bicchieri e un’anforetta tipo Moie di Pollenza in impasto nero depurato.

Altrettanto interessante è il comparto metallico relativo al corredo del guerriero piceno, di cui fanno parte:
- l’elmo di tipo corinzio;
- l’elmo umbro-piceno;
- una punta di lancia fogliata;
- una testa di mazza, ovvero un manufatto in ferro di forma ovale che costituiva l’apice di un bastone in legno (oggi non conservato) che probabilmente veniva considerato una sorta di bastone del comando.
L’élite dominante è invece rappresentata dall’esposizione dei resti di un carro e di morsi di cavalli, databili al VI secolo a.C.

Molto ricca è anche l’esposizione degli ornamenti: troviamo numerosi reperti in bronzo (bracciali, fibule, pendenti, torques e anelli a nodi), in ambra (nuclei di fibule, orecchini, pendenti discoidali o a forma di bulla) e in pasta vitrea (vaghi di collana). Fa parte della collezione degli ornamenti anche un pendente realizzato con un dente di cinghiale e rivestito con filo di bronzo.

Alcuni materiali ci testimoniano poi come la comunità di Belmonte Piceno fosse perfettamente inserita all’interno delle più importanti e più sfruttate reti commerciali dell’epoca, come la cosiddetta via dell’ambra; dai Balcani, infatti, l’ambra raggiungeva Belmonte che era sicuramente uno dei più importanti centri di lavorazione e smistamento della resina. Allo stesso modo alcuni reperti ci testimoniano contatti con le regioni tirreniche (vasellame in bronzo e bucchero) e con la Grecia (ceramica attica).

Alle pareti, corredati da fotografie originali del secolo scorso e documenti d’archivio, sono stati posti grandi pannelli che raccontano le numerose vicende dei corredi belmontesi dalla loro scoperta, al bombardamento di Ancona del 1944, alla ripresa degli studi nel nuovo millennio da parte del Dott. Joachim Weidig.
L’incontro tra artigianato artistico e archeologia
Recentemente poi trovano posto al Museo anche delle riproduzioni di reperti piceni, come armi, ornamenti in bronzo e manufatti ceramici effettuate da artigiani del luogo ma anche da alcuni studenti di una scuola superiore di Fermo.
In un viaggio nella terra picena alla scoperta dell’antico popolo non può mancare una visita a questo museo che con la sua esposizione curata e dettagliata permette di fare un tuffo nel passato e entrare in diretto contatto con la comunità che abitava queste colline circa 2500 anni fa.
Inoltre, una visita al piccolo borgo e uno sguardo alle campagne limitrofe circondate dalle cime dei monti Sibillini e dalla distesa blu dell’Adriatico, permette di immergersi a pieno nella natura marchigiana e delle tipicità picene.

Visitare il museo
Attualmente il Museo Archeologico Comunale di Belmonte Piceno è aperto su prenotazione: basterà contattare l’ufficio del Comune al numero 0734/771100 oppure 340/2970390. Il Museo vi aspetta in Largo S. Baglioni al civico 21 del bellissimo borgo di Belmonte Piceno. Per rimanere aggiornati sulle attività del Museo vi consigliamo di seguire la pagina facebook!
Un piccolo tour virtuale on the road!
Siete curiosi? Ecco una piccola anticipazione di cosa vi aspetta a Belmonte Piceno: StorieParallele vi accompagna in questo viaggio nella storia picena, incontrando il sindaco e aprendo per voi le porta del Museo Archeologico Comunale!