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Storia dell’Archeologia Picena

I primi studi sulla Civiltà Picena cominciano a delinearsi tra il XVII e il XVIII secolo. In particolare, nel 1700, i continui ritrovamenti di reperti riferibili a questo popolo cominciano ad affascinare gli studiosi locali che, con le loro ricerche e i loro studi, danno il via ad un importante dibattito, incentrato sul riconoscere le origini e l’identità dei Piceni.

Il documento più antico è costituito da una carta geografica del Picenum realizzata da Ph. Cluverius, umanista e geografo (1580-1623), autore dell’opera Italia Antiqua pubblicata postuma nel 1624. Ma la ricerca vera e propria sull’identità di questo popolo si avvia nel corso del 1700 quando si accende il dibattito tra due importanti studiosi locali: l’abate Michele Catalani (1750-1805) e l’abate Giuseppe Colucci (1752-1809).

Catalani si occupò dell’argomento nella “Dissertazione sulle origini dei Piceni” articolata in 29 paragrafi ed incentrata principalmente sul cercare di individuare le origini di questo popolo. Egli, riprendendo le fonti antiche, li fa discendere dai Sabini tramite la pratica del ver sacrum, soffermandosi anche molto sulla descrizione di questo rituale.

Si apre così il dibattito con Giuseppe Colucci, il quale rinuncia alla carriera di professore per dedicarsi completamente alla stesura di un’opera voluminosa dal titolo le “Antichità Picene”. Il primo volume, interamente dedicato allo studio delle origini, è costituito da 425 pagine e 12 dissertazioni sui primi abitatori del territorio. Egli decise tra l’altro di ripubblicare nel volume anche la “Dissertazione sulle origini dei Piceni” di Michele Catalani, per confrontarla con quelle che erano le sue considerazioni sull’argomento, basate sempre sulla lettura ed interpretazione delle fonti antiche.

L’opera del Colucci testimonia come avveniva la ricerca in quel periodo ed è un solido fondamento per la conoscenza antiquaria.

Tra il 1700 e il 1800 si formano nel territorio marchigiano una serie di figure di studiosi locali particolarmente interessate ai reperti di epoca picena e anche al loro recupero come: il Conte Aristide Gentiloni Silverj a cui si devono importanti ricerche a Tolentino (MC) e il collezionista Gian Battista Compagnoni Natali di Montegiorgio (FM).

Ma uno dei periodi più importanti per l’archeologia picena è sicuramente quello dei decenni inziali del 1900 con il lavoro dell’archeologo Innocenzo Dall’ Osso (1855-1928), che fu Soprintendente alle Antichità delle Marche e degli Abruzzi tra il 1909 e il 1920. La sua ricerca ha permesso la scoperta di alcuni tra i siti più importanti tra cui Belmonte Piceno, Cupra Marittima-Grottammare e il sepolcreto celtico di Santa Paolina di Filottrano. Tutto il materiale che fu scoperto nel corso degli scavi fu portato ad Ancona e questo permise il nuovo allestimento del Museo (ex convento degli Scalzi, 1915-1923). In concomitanza con l’apertura delle sale fu pubblicata una guida che, alla luce delle nuove scoperte, conteneva anche una premessa sulle origini dei piceni: “Guida Illustrata del Museo Nazionale di Ancona con estesi ragguagli sugli scavi dall’ultimo decennio preceduta da uno studio sintetico sulle origini dei Piceni, (1915, ristampata nel 2006). Questo testo costituisce ancora oggi un contributo fondamentale per lo studio dei vecchi scavi.

Nel 1929 invece esce l’opera dello studioso rumeno Vladimir Dumitrescu: L’età del ferro nel Piceno fino all’invasione dei Galli Senoni”, dove l’autore, che era stato al Museo di Ancona, descrive dettagliatamente la civiltà picena attraverso lo studio e l’analisi dei reperti.

Subito dopo la metà del 1900 si intensificano le campagne di scavo nel territorio, portando così ad avere una sempre maggiore conoscenza di questa cultura preromana. Con l’arricchimento dei dati, nel 1976 l’archeologa Delia Lollini pubblica un contributo in cui fissa le caratteristiche di questo popolo, elaborando una suddivisione cronologica in fasi che costituisce ancora oggi la base della ricerca e dello studio sui Piceni:

Piceno I: 900-800 a.C.

Piceno II: 800-700 a.C.

Piceno III: 700-580 a.C.

Piceno IVa: 580-520 a.C.

Piceno IVb: 520-470 a.C.

Piceno V: 470-385 a.C.

Piceno VI: 385-268 a.C.

Negli ultimi trent’anni si sono poi svolti convegni ed eventi (come la mostra del 1999 Piceni. Popolo d’Europa, che si è svolta sia in Italia che all’estero), che hanno sicuramente contribuito a far conoscere meglio il popolo piceno anche oltre i confini marchigiani. E a tal proposito nel 2019 si è tenuto ad Ancona un Convegno di internazionale di studi Piceni (Ancona 14-16 Novembre 2019) volto proprio ad esporre e condividere le ultime novità emerse dagli studi e dalle ricerche condotte su questo popolo.

Bibliografia

📖 CATALANI M., Dissertazione dell’origine dei Piceni, Fermo 1777
📖 COLUCCI G., Antichità picene, Fermo
📖 LOLLINI D.G., La civiltà Picena, in Popoli e Civiltà dell’Italia Antica 5, Roma, pp.107-195.
📖 LUNI M., SCANOCCHIA S. (a cura di) I piceni e la loro riscoperta tra settecento e novecento, Urbino, 2008
📖 MASSI SECONDARI A., Tolentino: il Museo Civico Archeologico A. Gentiloni Silverj. Guida breve, Pollenza, 2002
📸 LUNI 2008: LUNI M. I Piceni e la loro riscoperta nella cultura storico-antiquaria del Settecento, in LUNI M., SCANOCCHIA S. (a cura di) I piceni e la loro riscoperta tra settecento e novecento, Urbino 2008, pp. 15-19, fig.1

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a cura di

Benedetta Ficcadenti

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