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L’Arazzo dell’Apocalisse: una rivelazione frammentaria

Nel 2020 sono stati riportati alla luce trenta frammenti d’arazzo appartenenti al ciclo dell’Apocalisse, il più grande panno istoriato al mondo conservato nel Castello di Angers, in Francia. Si tratta di un ritrovamento di grande importanza in quanto permetterà di ricostituire, in tutto o in parte, le scene intessute di un manufatto che oltre ad essere il più antico arazzo medievale francese sopravvissuto, esprime il concetto stesso di rinascita e di trionfo dell’arte del panno istoriato a partire dal XIV secolo.

Il ciclo dell’Apocalisse di Angers: un caposaldo nella storia dell’arazzeria

La grandiosa serie d’arazzi dell’Apocalisse, così denominata in virtù della storia biblica raffigurata, fu realizzata su commissione di Luigi I d’Angiò –  forse il primo grande committente europeo che intuì le potenzialità espressive e decorative del genere – tra il 1373 e il 1380 circa. La serie fu ordinata al mercante parigino Nicolas Bataille e tessuta, in tutto o in parte, dall’arazziere Robert Poinçon sulla base di cartoni approntati da Hennequin di Bruges, detto anche Jean Bandol, pittore fiammingo attivo al servizio di re Carlo V di Francia. I modelli figurativi utilizzati per la creazione dei cartoni d’arazzo furono reperiti dall’artista prendendo spunto dai codici normanni conservati nella biblioteca reale.

La serie dell’Apocalisse nacque, quindi, grazie ad un insieme di stimoli imprenditoriali, finanziari ed artistici di grande rilievo!

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Il ciclo di arazzi dell’Apocalisse – Musée des Tapisserie del Castello d’Angers (Francia) – Ph Kimon Berlin ©

L’arazzo fu collocato, in seguito alla donazione fatta da Renato d’Angiò, nella cattedrale di Saint-Maurice d’Angers, mentre oggi è conservato incompleto (sette pezzi) nel Castello di Angers, denominato anche castello dei Duchi d’Angiò, in Francia.

L’Apocalisse rappresenta uno dei capolavori più importanti della storia dell’arazzo, sia per le sue peculiarità tecnico-stilistiche che per le sue dimensioni originali: centoquaranta metri di lunghezza, per sei metri di altezza, per un totale di novanta scene figurate!

Purtroppo, le fattezze attuali del panno non rispecchiano più quelle realizzative in quanto durante la Rivoluzione Francese l’arazzo fu fatto a pezzi per ricavarne coperte e stuoini; scomparso nel 1782, fu recuperato nel 1848 e una volta restaurato venne restituito alla cattedrale di Angers.

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Frammento“L’Aquila del male” – Musée des Tapisserie del Castello d’Angers (Francia) – Ph. Kimon Berlin ©

Considerate le dimensioni dell’arazzo non è chiaro l’utilizzo originario: forse, destinato ad uso decorativo di un campo per tornei, il grande panno, assunse con ogni probabilità anche una funzione politica; infatti, alcuni degli esponenti della casata dei Valois, come Carlo V re di Francia, Luigi I d’Angiò, Filippo l’Ardito duca di Borgogna e Jean duca di Berry, furono tra i primi a sfruttare la produzione artistica come simbolo di potere e di dovizia aristocratica, tanto da concepire l’opera tessile, in accezione monumentale, come veicolo figurativo di straordinario effetto e strumento mobile di propaganda.

Ciascuno dei panni è lungo oltre 20 metri e rappresenta la storia dell’Apocalisse di Giovanni, incentrata sulla lotta tra il bene e il male. Ogni pannello intessuto, presenta partendo dalla sinistra, un personaggio seduto entro un’elaborata edicola gotica, il “narratore”, che introduce alla lettura allegorica delle scene sacre. La vicenda è articolata su due file sovrapposte e ben distinte dall’alternarsi delle cromie degli sfondi, rossi o blu, arricchiti da molteplici motivi decorativi. Le scene, cariche di simbolismi e visioni, riflettono la difficile interpretazione dell’opera di San Giovanni, nonostante la stratta attinenza con la narrazione dell’evangelista: della stesura dell’Apocalisse alla dimostrazione delle qualità del Creato, dalla rivelazione dei segreti divini ai cavalieri dell’Apocalisse seguiti dalle anime dei morti. 

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Frammento ” La caduta di Babilonia” – Musée des Tapisserie del Castello d’Angers (Francia) – Ph. Kimon Berlin ©

I diversi episodi, ricchi di dettagli, rendono l’Apocalisse un’opera memorabile malgrado l’austerità dei mezzi tecnici e delle cromie propria dell’arazzo medievale. I filati impiegati sono in lana per gli orditi, lana e seta (tinte con pochi colori: il giallo, il rosso, il blu) e preziosi fili d’oro e d’argento per le trame.

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Frammento ” La bestia del mare” – Musée des Tapisserie del Castello d’Angers (Francia) – Ph. Kimon Berlin ©

La scoperta dei frammenti dell’Apocalisse

Come anticipato precedentemente, nella primavera del 2020, sono stati riscoperti nei depositi della galleria parigina Charles Ratton & Guy Ladrière, sulla Rive Gauche al Quai Voltaire di Parigi, trenta frammenti intessuti appartenenti al ciclo dell’ Apocalisse d’Angers. I pezzi d’arazzo, riportati su un supporto di tela di lino rappresentano porzioni di un fregio decorativo a fiori.

L’approccio multi analitico impiegato dalla Direzione Regionale degli Affari Culturali del Pays de la Loire (DRAC), da Montaine Bongrand (restauratore) e da Mohamed Dallel (capo del centro tessile dell’Historical Monuments Research Laboratory – LRMH) per studiare i frammenti d’arazzo, ha permesso di tracciare in via ipotetica la circolazione di questi sul mercato dell’arte. Secondo le informazioni trasmesse dalla galleria Charles Ratton & Guy Ladrière gli arazzetti furono acquistati nel 1924 da Charles Ratton dal mercante Otto Wegener e  da quella data sono stati conservati nei depositi della galleria. 

Nonostante l’incompletezza strutturale e figurativa, i frammenti d’arazzo sono di grande valore patrimoniale, in quanto permettono di colmare tecnicamente e dimensionalmente alcune delle porzioni lacunose dei panni conservati nel Musée des Tapisserie ad Angers.

Attualmente oggetto di ricerca da parte di un team di conservatori e storici che dovranno decretare la necessità o meno di un intervento di restauro, i reperti ritrovati saranno poi esposti e presentati durante alcune mostre temporanee nel Castello d’Angers.

Spunti di riflessione: la valorizzazione e la conservazione di reperti incompleti

Quale potrebbe essere secondo voi la modalità scelta per valorizzare al meglio questi preziosi pezzi dell’Arazzo dell’Apocalisse?

  1. Mantenere l’attuale composizione, attuando un restauro di tipo conservativo.
  2. Ricollocare i singoli frammenti nella loro posizione originale all’interno dell’arazzo d’appartenenza.
  3. Realizzare un intervento di restauro integrativo riproponendo le linee disegnative originali.

Se volete provare a rispondere a questa domanda scriveteci una mail all’indirizzo info@storieparallele.it!

Bibliografia

📖 L. ANGELINO, L’arazzo dell’Apocalisse di Angers: una testimonianza tra cielo e terra, Cavinato Editore, 2020.
📖 C. PIGLIONE, F. TASSO, Arti Minori, Jaca Book, Milano, 2000.
💻 www.finestresullarte.it

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a cura di

Elisa Monfasani

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