Nonostante sia comunque attestata qualche forma di specializzazione ben prima della rivoluzione urbana, l’emergere della centralità del tempio ne incrementa la diffusione anche in risposta ad un ampliamento tipologico dei bisogni. L’accentramento assicura un regolare afflusso di materie prime anche da paesi esotici.
La centralizzazione a cui si fa riferimento è di tipo esclusivamente amministrativo: analizzando il piano logistico ci appare ovvio che alcune lavorazioni debbano essere forzatamente decentrate rispetto all’abitato, in particolare quelle necessitanti l’uso della combustione.
Unica eccezione, che vede coincidere questa centralizzazione sia in ambito amministrativo che logistico, è la lavorazione orafa: la vicinanza al committente pubblico è obbligata anche dalla necessità di serrati controlli dovuti al pregio della materia prima.
Il settore ceramico era sicuramente il più diffuso: oltre a rispondere a bisogni quotidiani (contenitori, vasellame da tavola, pentole) richiedeva una continua produzione data dalla fragilità del prodotto finito. La materia prima utilizzata, l’argilla, era largamente diffusa in tutta la regione mesopotamica e di basso costo.
La lavorazione necessitava di un semplice tornio, spesso presente anche a livello domestico, mentre per la cottura era necessario avere a disposizione un forno e del combustibile. Inoltre, la committenza privata era nettamente ed evidentemente maggiore di quella pubblica, che si limitava a rispondere alla necessità di immagazzinamento delle eccedenze alimentari in enormi giare nei magazzini centrali.
Per quanto riguarda la metallurgia, da una prima produzione esclusiva in rame, si arriva poi alla lega con lo stagno che sancirà l’inizio dell’Età del Bronzo. Forno, crogioli e stampi: sono questi gli strumenti necessari ai nuovi artigiani.
La vera e propria sofisticazione non sta tanto nell’attrezzatura utilizzata o nelle tecniche di produzione quanto al difficile approvvigionamento dei minerali e nella scarsa disponibilità di combustibile, necessario in quantità maggiori rispetto ad altre lavorazioni. Queste problematiche influenzano la logistica delle lavorazioni, obbligandole alla dislocazione nei pressi delle miniere.