Prosegue il nostro viaggio alla scoperta della Storia e della Cultura Picena con la descrizione della quarta fase cronologica che viene suddivisa in due momenti (A e B). Questa settimana iniziamo a descrivere quello che è conosciuto come Piceno IVa e che viene riferito ad un arco cronologico che va dal 580 al 520 a.C.
Dal momento che questa fase può essere considerata il momento più importante per la Cultura Picena, in cui cioè raggiunge la sua massima fioritura e molti sono gli aspetti che è opportuno analizzare, verrà descritta in due contributi differenti. Ci concentreremo in questo primo momento sugli aspetti di carattere generale e sulle varie tipologie di ornamento individuate.
Per quanto riguarda la diffusione dei siti, possiamo affermare che se da una parte continua la frequentazione di quelli sorti nelle fasi precedenti, dall’altra si assiste alla formazione di nuove realtà tra le quali possiamo ricordare le comunità individuate a:
- Mogliano;
- Rapagnano;
- Torre di Palme;
- Grottazzolina;
- Belmonte Piceno;
- Offida;
- Spinetoli, Montelparo.
I defunti continuano ad essere inumati e la posizione dello scheletro può essere sia distesa che rannicchiata (con le gambe più o meno flesse); interessante notare che in alcuni casi il letto di deposizione della fossa è ancora contraddistinto da uno strato di ghiaia.
Mentre in alcuni siti continua la sepoltura entro circoli di pietre, particolare è il ritrovamento di Numana: un fossato di forma circolare che delimitava una decina di sepolture, si tratta di un tipo di sepoltura sicuramente connessa con un’organizzazione sociale di tipo gentilizio.
Alcuni corredi presentano un’eccezionale ricchezza che conferma questa importante differenziazione sociale e l’appartenenza di alcuni defunti all’ élite dominante.
Tra gli oggetti più frequenti all’interno dei corredi vi sono sicuramente le fibule in bronzo. All’interno di una sepoltura, presenti spesso anche in grande quantità, possono trovarsi generalmente sul corpo dell’inumato e intorno alla testa.
Per questa fase sono state descritte tantissime varietà di fibule, in questa sede riportiamo due varianti tra le più diffuse non solo nel territorio piceno:
- fibula tipo Grottazzolina, caratterizzata da un arco a tre bottoni e staffa con bottone terminale profilato, che ritroviamo sia nelle altre regioni italiche sia nelle regioni orientali dell’Adriatico;
- fibula tipo Pre-Certosa, caratterizzata da un arco a tutto sesto e staffa con pometto terminale rialzato.
All’interno di una stessa sepoltura potevamo anche trovare:
- Braccialetti a capi sovrapposti;
- Anelli digitali;
- Torques, unasorta di collari con le estremità ripiegate. Nei casi dei torques più ricercati questi avevano le estremità a forma di pigna o di testa umana;
- Pendenti asciformi;
- Pendenti a doppia protome taurina, come quelli conservati al Museo di Belmonte Piceno;
- Anelloni a nodi.
Molto diffuse sono anche le fibule in ferro, che ripropongono per lo più le stesse tipologie in bronzo.
L’ambra continua ad essere molto usata ed apprezzata per la realizzazione di ornamenti: vaghi di varia forma e dimensione, pendenti, orecchini e rivestimenti di arco di fibule continuano ad impreziosire i corredi. Risalgono a questa fase alcuni tra gli oggetti più belli delle collezioni picene, come le ambre lavorate da Belmonte Piceno, tra cui il nucleo d’ambra con coppia di leoni, oggi conservato al Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona.
Altrettanto interessanti sono i reperti in materiali diversi come:
- gli avori lavorati e incisi, rinvenuti a Pianello di Castelbellino e a Belmonte Piceno;
- le zanne di cinghiale, che venivano impreziosite con un rivestimento di filo di bronzo e usate come pendenti.