Normanni e Vichinghi erano lo stesso popolo? Negli ultimi anni è esploso l’interesse per la cultura e per la storia vichinga, protagonista in quasi tutti i medium di informazione ed intrattenimento, dai videogiochi ai romanzi storici fino alle serie tv. Non molti conoscono però l’importanza e la storia che questo popolo ha avuto per tutto il mondo occidentale.
Chi erano i Normanni
Innanzitutto, partiamo dalla etimologia della parola vichingo, di cui si studia ancora l’origine ma si pensa derivi dal norreno vik (ansa/baia) che quindi si riferirebbe solo alle popolazioni proveniente dalla penisola scandinava. È infatti con il termine latino normanni (nordmann, ovvero uomo del nord) che si identifica meglio quel gruppo di popoli, di cui i vichinghi facevano parte, che provenivano dal Nord tra cui c’erano anche gli abitanti della penisola dello Jutland e quelli della penisola scandinava già menzionati.
Dobbiamo inoltre capire che i Normanni non erano un unico popolo ma si dividevano sostanzialmente in tre macro-fazioni che al loro interno contenevano un ricca e diversificata società che andava dallo schiavo, al re o al signore della guerra:
- i Norvegesi che si spinsero verso ovest;
- gli Svedesi che si spinsero verso l’entroterra russo;
- i Danesi che si concentrarono più verso il pericolo che la nascente potenza franca poneva alla loro esistenza, anche se attraversati da continue guerre intestine per il potere.
Tutti e tre questi gruppi avevano regole, istituzioni e re o signori che, anche se accomunati dalla stessa cultura, mitologia e tattica militare erano sostanzialmente indipendenti. Ma nonostante queste differenze, bande di navigatori, mercanti o guerrieri che provenivano da qualsiasi parte si alleavano e si facevano guerra tra di loro in maniera molto fluida. Bisogna dunque ben tenere a mente la differenza ma anche la fluidità e complessità delle interazioni normanne con sé stessi.
Un luogo comune sui Normanni è che questi fossero solo guerrieri che razziavano e mettevano a ferro e fuoco tutto quello che toccavano. Anche se in parte vero, erano davvero eccezionali guerrieri e soprattutto per gli abitanti delle zone più difficili ed inospitali la razzia era una fonte di sostentamento, essi erano prima di tutto navigatori e anche mercanti. Non dobbiamo dimenticare infatti che le spedizioni erano strettamente legate al commercio ed infatti avevano funzioni miste: si partiva con merci, di solito prodotti di caccia ed artigianato, che venivano scambiate per materiali necessari alla vita quotidiana. Molto spesso però, queste spedizioni finivano con la razzia ed il massacro specialmente se i Normanni si rendevano conto di trovarsi in territori poco difesi: il commercio e la razzia andavano quindi di pari passo.
Essendo esperti artigiani di navi e grandi navigatori, le flotte normanne arrivarono dappertutto in Europa toccando le coste inglesi e francesi ma anche quelle spagnole, italiane, nordafricane, russe, irlandesi, islandesi e tutto questo senza contare gli spostamenti via terra una volta arrivati sulle coste. L’arrivo dei Normanni ha drasticamente cambiato il panorama geopolitico europeo.

I Normanni e la Russia
Nell’odierna Russia settentrionale bagnata dal Mar Baltico sorgeva la città commerciale di Novgorod, importantissimo snodo commerciale per tutto il Baltico anche grazie alla vicinanza alla via d’acqua che la collegava al Mar Nero. Nella metà del IX secolo la città fu occupata dal leggendario re dei Vareghi, anche chiamati Rus, Rjurik a cui ne viene attribuita la fondazione anche se scavi archeologici ne hanno individuato l’esistenza tra il VII e l’VIII secolo. Fu Rjurik a dare inizio alla prima dinastia dei sovrani russi che poi successivamente con la conquista di Kiev nel 882 formò l’embrione territoriale e la base per l’espansione e l’affermazione della Russia nella storia.
I Normanni in Inghilterra
In Inghilterra il primo “raid”, documentato all’interno della Cronaca Anglosassone, fu fatto a Dorchester nel 789/787 quando tre navi norvegesi provenienti dalla contea di Hordaland ci sbarcarono. Lì i norvegesi furono fermati dall’ufficiale reale che avendoli scambiati per mercanti incominciò a parlare con loro indirizzandoli verso la villa del sindaco per discutere di tasse e scambio della merce. Ma per ragioni che nella Cronaca non sono ben spiegate i norvegesi uccisero l’ufficiale reale. Da qui in poi i norvegesi vennero in forza ed in gran numero stavolta con il solo intento di saccheggiare. Fu poi nel 835 quando i raid verso la costa inglese si fecero sempre più frequenti e sempre meno disorganizzati: erano frequenti e non ingaggiavano mai se la situazione non era favorevole ma addirittura era come se testassero le difese inglesi per qualche motivo. Infatti, dietro questo cambiamento c’erano i Danesi che avevano in mente una invasione su larga scala dell’Inghilterra con l’intento di conquistarla. La conquista poi, dopo numerose guerre ed intrighi politici avvenne nel 1066 con Guglielmo il Bastardo, duca di Normandia che si fece incoronare re d’Inghilterra con il nome di Guglielmo I.

L’assedio di Parigi
Nell’845 Ragnar Lodbrok con il suo contingente risalì la Senna e a marzo assediò Parigi. Questo era un fatto eccezionale che nessuno si aspettava, innanzitutto perché era inverno e in questo periodo, anche per i normanni, era norma interrompere qualsiasi operazione militare e poi perché i normanni, specialmente quelli provenienti dai fiordi, non erano soliti organizzare assedi e preparare accampamenti essendo la loro tattica una di mordi e fuggi che non si impegnava mai in uno scontro frontale massiccio che avrebbero sicuramente perso. Nonostante ogni aspettativa e previsione in meno di un mese, il 28 marzo, Ragnar entrò a Parigi e la razziò. L’allora re, Carlo il Calvo, pagò Ragnar con circa 3.000 kili di argento per farlo andare via. Bisogna però ricordare che la figura di Ragnar è una persa nella leggenda e che non si hanno precise date sulle sue imprese; se dovessimo infatti seguire alla lettera la leggenda, Ragnar sarebbe dovuto morire a circa 150 anni, cosa ovviamente impossibile.

I Normanni in Normandia
Nel 911 la città di Chartres fu conquistata da Rollone, capo normanno probabilmente di origine norvegese, che per la sua fama e molte razzie fu chiamato dall’allora re Carlo III, detto il Semplice, per affidargli il territorio della bassa valle della Senna con il trattato di Saint-Claire-sur-Epte in cambio di un giuramento di vassallaggio e del battesimo di Rollone. Può sembrare controproducente affidare un territorio ad un capo guerriero di cultura opposta che fino all’altro ieri stava razziando ed uccidendo senza ritegno quella stessa terra.
Bisogna però ricordare che il territorio in cui Rollone operava era ormai quasi completamente controllato dai Danesi e il re non aveva le capacità politiche, economiche e militari di condurre una guerra su larga scala. Di conseguenza questa fu una mossa geniale perché garantiva la protezione del territorio ad un capo capace, con esperienza e soprattutto con i suoi uomini e le sue risorse invece che con quelle regali. Questo territorio era l’embrione della regione che si chiamerà Normandia, appunto terra dei Normanni, nel nord della Francia.
L’incursione in Toscana
Intorno al 859-861 secolo l’incursione normanna arrivò fino in Italia passando per lo stretto di Gibilterra con l’intento iniziale di saccheggiare la leggendaria Roma ma poi arrivarono a Pisa che venne saccheggiata e razziata intorno al 860. Secondo la leggenda i condottieri di questa incursione furono Bjorn Jaernsida (“Fianchi di Ferro”), figlio del leggendario Ragnar Lodbrok, e il conte Hastein definito pedagogus, cioè mentore o maestro, di Bjorn da William di Jumieges nella sua opera “Gesta Normannum” (XI secolo). Dopo il sacco di Pisa i vichinghi risalirono l’Arno dove razziarono e saccheggiarono tutto il territorio circostante, arrivando addirittura a Firenze che però non riuscirono ad espugnare.
I Normanni nel Sud Italia
Dopo la stabilizzazione di Rollone e i suoi uomini in Normandia l’assimilazione da parte dei normanni della cultura franca e della pratica del vassallaggio fu molto veloce ma una cosa non cambiò e questa era la brama ardente di conquista e gloria in battaglia. Questo portò molti normanni, ormai cavalieri, ad offrirsi come mercenari e un clima florido per questa pratica si era sviluppata nel sud Italia tra il X e XI secolo. Nel sud Italia c’era infatti il ducato longobardo di Benevento che alleatosi con la Chiesa di Roma soffrì il distacco dal suo territorio originario del principato di Salerno e la contea di Capua.
Puglia e Calabria erano territori bizantini, mentre la Sicilia era territorio musulmano ormai da più di un secolo. La lotta tra queste potenze attirò molti mercenari normanni e molto spesso come pagamento si dava proprio un pezzo di terra. In mezzo a queste guerre ed interessi politici un capo normanno, Roberto d’Altavilla, riuscì a destreggiarsi riuscendo a farsi concedere dal papato il titolo di duca di Puglia e Calabria, terre che però lui non aveva ancora conquistato ma che ora poteva senza paura di ripercussioni esterne avendo la più alta legittimazione possibile.

In poco tempo conquistò quasi tutto il sud Italia e alla sua morte il fratello, Ruggero d’Altavilla, avviò la conquista della Sicilia che si concluse nel 1072 con l’espugnazione di Palermo. Il lavoro di unificazione fu concluso dal figlio di Ruggero, Ruggero II, che riuscì a occupare gli ultimi piccoli territori rimasti e nel 1130 a farsi incoronare re di Sicilia dando così nascita all’embrione di quello che poi diventerà il Regno delle due Sicilie. Infine, ultima degli Altavilla, per dimostrare ancora quanto questa dinastia fu importante, fu la famosa Costanza che diede alla luce Federico II.
L’impatto sulle popolazioni
La discesa dei normanni all’inizio fu vista dal popolo come un cataclisma, come una punizione divina che però presto si evolvé in un gigantesco acceleratore dell’evoluzione geo-politica di tutto il mondo occidentale e potremmo anche azzardare a dire che se i normanni non fossero scesi dalle loro terre del nord probabilmente la storia sarebbe stata completamente diversa.