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Autopsia al castello medievale: il palazzo vero e proprio

Molti sono i rinnovamenti che i vari elementi del castello medievale hanno subito nei secoli: unitamente al rifacimento delle mura esterne del castello, al dongione e agli edifici interni, un’altra parte che venne allestita con particolare attenzione fu quella del palazzo vero e proprio, insieme al pozzo e alla torre.

Da fortificazione militare a castello sfarzoso

Il palatium, più semplicemente chiamato magna castri, domus solariata o solarium, o ancora per sineddoche caminata (dal camino presente nella stanza) si modernizzò a partire dai castelli posseduti da vescovi, conti e marchesi.

Inizialmente la costruzione residenziale comoda, la presenza di un camino, di adeguati servizi igienici e di finestre o loggiati in grado di garantire la luminosità, erano caratteristiche solo dei castelli delle grandi famiglie signorili. I castelli civili erano pressoché un nucleo militare fortificato, che mancava dei contrassegni tipici, almeno fino al X secolo, dei castelli signorili: una sala o caminata maior, una sala propria, una camera dormitoria o palatium, ai quali era spesso connessa una laubia (loggia).

La diffusione di strutture simili si ebbe come conseguenza di una imitatio regis: coloro i quali erano ufficiali pubblici iniziarono a conformarsi con i modelli di vita di re e imperatori, rappresentati dai palazzi regi di Milano, Pavia, Verona, di conti e marchesi, e modernizzarono le loro abitazioni rurali secondo questi standard.

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Castello di Fénis – Castello medievale in Valle d’Aosta – StorieParallele ©

Non c’è castello senza torre

Se il palatium regis poté mancare nel dongione, essendo un elemento imitativo o solo una prerogativa di castelli di marchesi, conti, duchi o vescovi, al contrario, la turris magna non mancò praticamente mai. Solida, ben costruita e dominante tutto il complesso castellano, fu un fondamentale strumento da guerra: se attaccata alla base poteva facilmente essere difendibile dall’alto, i colpi delle macchie da lancio non scalfiscono le mura del basamento, e la parte alta, di spessore ridotto, era difficilmente raggiungibile. Era attaccabile solo se chi vi abitava veniva preso per mancanza di provviste.

Proprio per questa sua teorica invulnerabilità divenne il simbolo per eccellenza del potere signorile. Inizialmente quadrangolari, le torri diventarono di forma circolare o poligonale a partire dal XII secolo, per ragioni difensive. Era infatti più semplice difendere una struttura circolare, dal momento che essere era dotata di maggiore visibilità ed era più difficilmente intaccabile dai colpi che le venivano scagliati.

Lo spopolamento dei castelli

L’incremento demografico e le migliori condizioni di sicurezza dell’XI secolo fecero sì che le popolazioni rurali iniziassero ad avere meno interesse nell’abitare nei castelli e tornarono ad accalcarsi nei burgi, cresciuti senza controllo fuori da essi e nelle vecchie ville fino a quel momento spopolate. Contemporaneamente si ebbe il fenomeno della signoria territoriale, anche al fine di limitare l’alienazione delle popolazioni, che estende i poteri del castellano su tutto il territorio. I castelli costruiti ex novo nel XIII secolo furono quindi destinati fin dall’inizio a una funzione di deposito, ma i particolari descrittivi nelle fonti furono pochi, se non che ci fossero delle caneve.

In cosa differissero da un cellarium o da una casa vera e propria non fu chiaramente spiegato, ma in tutti i casi attestati venne sempre chiarito che la residenza signorile si trovasse fuori dal castello. I tenutari potevano disporre di un casamentum, o casalinum, che veniva identificato con un pezzo di terreno edificabile, identificato con la canipa (caneva).

I beni che venivano incanevati erano principalmente di natura agricola, quindi vino, biade, legumi, pane, vino, mentre erano pochissimi i casi in cui erano permessi animali. Testimonianze dell’uso dei castelli come depositi si ebbero anche nei regolamenti locali, dove vennero presi provvedimenti onde evitare i furti: il portenarius e il custodes castri potevano subire varie pene nel caso in cui avessero sottratto dei beni o avessero commerciato all’interno del castello, traendone loro profitto, il che fa supporre che il castello fosse solitamente luogo di scambi commerciali.

Dal momento che la possibilità di incanevare veniva sentita come un diritto, il proprietario locale si garantiva in questo modo che il castello fosse mantenuto in buono stato, e continuava ad esercitare un controllo sui sottoposti. Non mancarono documenti con esplicite dichiarazioni di soprusi da parte dei proprietari, in alcuni casi vere e proprie forme di ricatto.

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Castello di Fénis – Castello medievale in Valle d’Aosta – StorieParallele ©

Cambiano i tempi, cambia la forma del castello

Nel corso del XIV secolo importanti innovazioni militari porteranno a notevoli cambiamenti anche nella struttura del castello medievale: merli e beccatelli iniziarono ad essere dipinti con le insegne del signore, le torri si fecero più appariscenti, le mura invece furono abbassate e ne venne aumentato lo spessore, vengono arrotondate le superfici piane, al fine di ridurre l’impatto dei proiettili, vennero create feritoie per le bocche da fuoco alla base delle mura, al fine di agevolare i tiri radenti.

Il recinto esterno divenne un terrapieno murato, preludio del principio del fiancheggiamento radente, mentre le torri vennero disposte in maniera asimmetrica, cercando il più possibile di eliminare gli angoli morti presenti nella struttura. Con il progresso inesorabile delle artiglierie, tra cui la bombarda, merli e caditoie in muratura furono eliminati in quanto non resistevano ai proiettili in arrivo.

Alle origini l’incastellamento aveva forse contribuito alla disgregazione politica del territorio, tuttavia con il capovolgersi della situazione, ora a favore di un rapporto tra gli Stati, sia nazionali che regionali, il castello si avvia a perdere le sue caratteristiche prettamente medievali e a diventare una fortificazione alla moderna.

Bibliografia

📖 GIAN PIETRO BROGIOLO, Costruire castelli nell’arco alpino tra il V e il VI secolo, Archeologia medievale, Numero Speciale, Padova, 2014
📖 BRUNO ORLANDONI, Castelli: frammenti per una storia dell'architettura tardomedievale in Valle d'Aosta, Histoire des Alpes, Aosta, 1999
📖 ALDO A. SETTIA, Castelli medievali, Universali Paperbacks, Società Editrice il Mulino, Bologna, 2017

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a cura di

Silvia Gigliotti

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