Forse non ci crederete ma per un periodo questa struttura è stata anche adibita ad abitazione privata. La destinazione d’uso venne cambiata solo dopo il terremoto del 62 d.C..
L’edifico è divenuto noto perchè ospitava la corporazione dei gladiatori che dovevano allenarsi. A suggerircelo sono le più di 120 iscrizioni disseminate in tutta la struttura, le più famose quelle del gladiatore Samus. Questo cambiamento avvenne per i danni che subì l’intera struttura, ma anche per evitare che i gladiatori si riunissero clandestinamente o privatamente, risultando poi pericolosi per l’intera comunità.
Due rampe di scale introducono ad un grande porticato composto da 24 colonne, dove risaltano ancora ad oggi le numerose storie mitologiche e di caccia dipinte sui muretti tra le colonne. Su questo ampio spazio aperto si affacciano diversi ambienti di rappresentanza: degni di nota v’è il triclinio decorato in terzo stile e pavimentato a mosaico; oppure le diverse esedre anch’esse riccamente decorate. Sul piano superiore è probabile che ci abitasse l’impresario della caserma, chiamato il lanista, che comprava o ingaggiava gli atleti, organizzava i giochi e gestiva sicuramente una delle palestre più importanti della penisola.
Attualmente nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli si conservano ricche e sfarzose armi da parata che vennero ritrovate in bauli lignei in alcune delle sale. Durante gli scavi, gli ultimi avvenuti nel 2005, si sono trovati quattro scheletri di schiavi legati ai dei ceppi in quelle che dovevano essere le prigioni, mentre diciotto resti di persone si sono rinvenuti in un’unica stanza, forse rifugiatesi durante la grande eruzione che distrusse la città. Di notevole interesse i resti di una nobildonna riccamente adorna di gioielli d’oro.