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Il sistema politico eblaita

Il sistema politico eblaita era molto diverso da quello mesopotamico, molto più articolata. Mancata l’impronta della prima urbanizzazione, i templi non avevano assunto una preminenza politica-economica.

La società siriana era caratterizzata da una forte componente gentilizia. Al vertice del potere politico vi erano un re, malikum, e una regina, la quale restava in carica anche dopo la morte del marito. A lei spettavano le incombenze cerimoniali. I regnanti erano affiancati da un gruppo di anziani, abba, che svolgevano la funzione politica sottoforma di consesso collegiale.

Parallelamente troviamo una struttura analoga anche per le questioni di carattere amministrativo: al tesoriere, lugal sa-za, spettavano compiti pratici quali l’amministrazione del regno, l’organizzazione del commercio e la guida dell’esercito. Ad esso facevano riferimento i 14 governatori dei distretti amministrativi, 12 del regno e 2 della capitale.

Si assiste quindi ad una gestione del potere pluralistica, influenzata da vari fattori, di carattere:

  • sociale, come la forte presenza di strutture gentilizie;
  • ambientale, come la mancanza di una fitta rete di canali;
  • storici, come l’assenza della prima urbanizzazione e la sua impronta templare.

Tutti gli attori politici vivevano a palazzo, come risulta dalla evidenze documentali sulla distribuzione dei prodotti alimentari. Non è riscontrata la presenza di iscrizioni celebrative o dedicatorie del re: questa anomalia suggerisce che si tratti di una regalità dedita al commercio e alla gestione del sistema distributivo delle razioni alimentari.

La dinastia reale riporta due regni di modesta durata di Igrish-Khalab e Irkab-Damu, oltre al più duraturo Ishar-Damu. L’archivio di Ebla ci fornisce informazioni anche sulla sequenza dei visir che affiancarono i regnanti: Irkab-Damu fu servito da Arrukum, mentre a Ishtar-Damu spettarono i servigi di Ibrium e di suo figlio Ibbi-Zikir.

Il visirato di Ibrium è ricordato per una serie di riforme amministrative, oltre ad una politica difensiva attiva nei confronti di alcuni vassalli ribelli. Anche il commercio risentì positivamente del suo operato.

Bibliografia

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a cura di

Martina Tapinassi

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