L’adozione della lana come fibra tessile soppiantò l’uso del lino, in particolare dei suoi gambi. Questo venne sostituito nei suoi usi alimentari dal sesamo, pianta di origine sud-asiatica che si era radicata come coltura estiva nell’alluvio mesopotamico, con un favorevole incastro stagionale rispetto alla cerealicoltura invernale.
Per quanto riguarda l’industria della lana, la fase produttiva della tosatura venne sostituita dalla più agevole rasatura, effettuata mediante appositi coltelli. Fra i fattori di progresso tecnologico applicato al settore pastorale, sicuramente spicca il telaio da tessitura, prima orizzontale poi verticale.
In questa fase il pastore riesce a destinare una riserva di animali per proprio uso: ciò permette, alla sua economia domestica, di trarre profitti o compensare annate negative. Oltre alla lana, devono essere consegnati all’agenzia centrale anche i prodotti caseari, limitatamente al burro e ai formaggi: il latte infatti era consumabile solo in loco, per ovvi motivi logistici-tecnologici.