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Il Pantheon

Della storia di questo monumento si conosce praticamente tutto, per via del suo inestimabile valore. Fondato nel 27 a.C., dal genero di Augusto, Marco Vespasiano Agrippa, nel corso del tempo l’edificio venne interessato da diversi incendi: il primo nel 80 d.C., cui seguì una prima ricostruzione all’epoca di Domiziano.

Una seconda distruzione avvenne nel 110 d.C. sotto l’impero di Traiano. La versione definitiva risale all’imperatore Adriano che intervenne nel 120-124 d.C., dopo gli incendi che danneggiarono la costruzione precedente.

L’area del Campo Marzio che ospitava il monumento era di proprietà del generale, quindi un terreno privato, insieme alle le terme anch’esse private e il tempio di Nettuno. Dagli scavi avvenuti nel XIX secolo si intuisce che la fondazione originaria doveva essere rettangolare con una cella trasversale.

L’orientamento differiva però da quello che vediamo oggi di età adrianea; era infatti rivolto verso sud con il pronao che sboccava su una pizzetta prospicente al tempio del dio del mare. Le antiche misure però non differivano dall’ultima versione: l’asse centrale coincideva con quello attuale, mentre la dimensione della cella aveva la stessa misura del diametro della rotonda odierna.

La fonte antica di Cassio Dione ci spiega l’utilità di questo edifico privato ad uso pubblico: quivi si riunivano molti simulacri degli dei, con una particolare attenzione ai protettori della Gens Iulia – Marte e Venere – visto che all’interno si elevava una statua del divo Giulio a cui facevano eco, all’esterno, le statue di Ottaviano e Agrippa stesso.

L’edificio si articola con un pronao di sedici colonne monumentali in granito con capitello corinzio, sormontato da un timpano sulla quale forse poggiava un’aquila bronzea.

La frase dedicatoria recita:

“M.AGRIPPA.L.F.COS.TERTIVM.FECIT” ossia “Lo costruì Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta”. 

A ciò si articola l’avancorpo di forma rettangolare. La muratura è fatta di mattoni ricoperti di lastre in travertino. Due pilastri si appoggiano alla rotonda e si collegano alla facciata più piccola che sorregge un frontone che riprende le fattezze di quello esterno più grande. Superato questo spazio si entra nel cuore del monumento: la rotonda.

Essa si compone di un cilindro chiuso da una semisfera. Nella parte inferiore le pareti sono scandite da nicchie inquadrate da due colonne alternate, seguono poi nella parte intermedia le lesene che sorreggono una trabeazione continua che abbraccia anche l’abside e il catino absidale.

Al di sopra si sviluppavano colonne che inquadravano le finestre. I visitatori sono infine coperti dall’immensa cupola, prototipo per tutte quelle che vennero successivamente. Cinque ordini di cassettoni coprono l’intera superficie finendo con l’oculo che si apre nella parte sommitale.

Oggi all’interno del Pantheon si trovano celebri sepolture tra le quali si annoverano quelle di Raffaello Sanzio e Annibale Carracci, nonché le tombe dei due primi re d’Italia: Vittorio Emanuele II e suo figlio Umberto I.

Bibliografia

📖 Il Pantheon. Storia, Tecnica e Restauro, G. Belardi, BetaGamma editrice, 2006.
📖 L'arte dell'antichità classica, Etruria-Roma, R. Bianchi Bandinelli e M. Torelli, Utet, 1976.

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a cura di

Simone Bonaccorsi

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