Giuseppe Flavio rappresenta senz’altro una fonte importantissima per quello che riguarda l’ebraismo e, in particolare, l’essenismo. Sebbene la seconda parte della sua vita sia stata inevitabilmente collegata alla dinastia romana dei Flavi, di cui acquisì appunto il nome gentilizio, egli è stato in gioventù un ebreo di stretta osservanza. Lontano dalle posizioni estremiste degli Zeloti e dei Sicari, Giuseppe Flavio acquisì un ruolo militare tra le fila dell’esercito giudaico portando le sue posizioni ideologiche moderate. Dopo l’avvento dei Romani, Giuseppe Flavio passò dalla parte dei conquistatori cercando di porsi come tramite tra mondo giudaico e quello greco-romano in ottica apologetica.
Questo gli garantì, oltre ad imperitura accusa di infamia da parte di alcune frange del mondo ebraico, un’estrema diffusione delle sue opere e della ricezione della sua figura. Per quello che riguarda gli Esseni, il ruolo di Giuseppe Flavio è fondamentale in quanto egli militò, stando alla sua autobiografia (contenuta nelle Antichità Giudaiche), tra le file degli Esseni e in particolare del misterioso maestro Banus, che viveva nel deserto e la cui descrizione sembra curiosamente richiamare quella di Giovanni Battista.
Il valore di questa testimonianza è inestimabile, in quanto rappresenta, assieme ai testi ritrovati a Qumran, la fonte coeva principale per quello che riguarda la scuola essenica. Leggendo le preziose informazioni, che troverete spiegate nella lezione del Prof. Di Taranto, si possono trovare moltissimi spunti circa la presunta connessione tra essenismo e le prime comunità cristiane. Muovendoci tra le fonti ebraiche, aiutati dal prof. Di Taranto,ci muoveremo all’interno di questi testi alla ricerca di elementi funzionali alla ricostruzione di questo presunto legame, interessante e fondamentale per ricostruire la Storia del Cristianesimo delle origini.