Le Donne che fecero l’impero. Tre secoli di potere all’ombra dei Cesari è un saggio al femminile scritto da Marisa Ranieri Panetta. Archeologa, saggista e giornalista, è una delle voci più autorevoli nell’ambiente della Storia Romana, ha curato e scritto numerose opere, tra i quali ricordiamo i saggi Messalina e la Roma imperiale dei suoi tempi, di Salani Editore e Nerone, il principe rosso, edito da Mondadori.
Contenuti del saggio
Il saggio che oggi andremo a recensire è dedicato a otto donne, forti intelligenti, ambiziose, che solo apparentemente sono state all’ombra dei loro uomini – mariti, figli – detentori del massimo potere. I loro profili biografici riguardano tre secoli di storia imperiale e, attraverso le vicende che le hanno viste assolute protagoniste, si incontrano i personaggi maschili che si sono avvicendati sul trono. Fasti e drammi personali si intrecciano in un affresco che rivela anche l’arte, l’urbanistica, la cultura e i gusti della propria epoca.
Cleopatra
Il primo capitolo del saggio è dedicato a Cleopatra, una donna che ha affascinato gli uomini più importanti del suo tempo, tra i maggiori protagonisti della Roma tardo repubblicana. Leggendo il capitolo possiamo benissimo cogliere quello che è e sarà per tutto il libro il punto di forza: una chiave di lettura intima in grado di ampliare gli eventi storici e, nello stesso tempo, lo spessore politico delle figure femminili indagate.
Come la stessa autrice esordisce quando inizia l’excursus sulla vita di Cleopatra, ella è stata una delle donne che ha avuto e ha suscitato nel tempo più interesse: l’incarnazione della bellezza e della grande storia dell’ Egitto. Una donna che, nonostante non abbia mai regnato a Roma, ha influenzato moltissimo la politica in uno dei suoi momenti più delicati e cruciali, generando quattro figli con gli uomini più importanti del tempo: Giulio Cesare e Marco Antonio. Nell’arco della vita di Cleopatra, un mix di passioni e politica, l’autrice ci racconta superbamente le fragilità della donna, i disegni politici, il ruolo di sovrana del più ricco paese del Mediterraneo che, con i suoi tesori, contribuirà al successo di Augusto.
Livia Drusilla
Il secondo capitolo è dedicato ad una donna che non ha mai trovato una particolare rilevanza tra le pagine della Storia per quanto ha saputo conquistare a livello personale: Livia Drusilla, moglie di Augusto. Tutti all’epoca parlavano della proverbiale maestosità di Livia, donna di un’eleganza semplice e raffinata, che fu sempre al fianco del marito Ottaviano, diventato poi Augusto. Con lui fu protagonista della prima dinastia imperiale, insieme incarnavano i valori della famiglia unita e affiatata. Moglie devota e donna attenta, alla salute e al benessere fisico, ha contribuito con il marito alla costruzione di un’immagine autorevole della famiglia e di loro stessi come ‘coppia’. Ma fu un’abile tessitrice delle trame di palazzo soprattutto una volta capito il grande ascendente che aveva su Augusto.
Livia, nei primi anni di matrimonio, incarnò la perfetta moglie e madre, calata nel suo ruolo di promotrice dei valori tradizionali. Appariva sempre in ordine, dedita alla famiglia e allo Stato ma anche donna alla moda che ne dettava i canoni tra le nobildonne romane: un’”imperatrice” a tutto tondo. Principale interlocutrice del marito fu l’artefice dell’adozione di Tiberio da parte di Augusto: una mossa scaltra e studiata per anni politicamente, che porterà il figlio del precedente matrimonio al comando dell’impero. Questo capitolo è denso di notizie, curiosità e aneddoti sulla personalità di Livia, testimonianza importante che racconta l’altra faccia della Roma dell’epoca. Una Roma basata sul potere dell’apparenza e su un privato fatto di molte ombre. Nel bene e nel male Livia Drusilla è stata pioniera di un potere femminile “paritario” ai più alti vertici, che si radicherà sempre di più nel corso dell’Impero.
Agrippina Minore
Agrippina Minore è, invece, la protagonista del terzo capitolo, madre del futuro imperatore Nerone e donna molto presente nelle macchinazioni di palazzo. La vita di Agrippina Minore fu una vita tormentata e triste; orfana del padre da piccolissima, poi vide quasi tutti i suoi fratelli andare incontro alla morte per ordini dall’alto. Una donna che non si è mai lasciata abbattere dal dolore; anzi, ha sempre reagito entrando delle dinamiche delle macchinazioni del palazzo e destreggiandosi egregiamente, assetata di privilegi che le erano stati brutalmente strappati via. Fu sempre alla ricerca di una più sicura sistemazione e di una più degna unione che potessero renderle giustizia, anche in virtù della sua illustre nascita. Vedova per la seconda volta, si ritrovò in un palazzo dove tutti i suoi parenti erano stati allontanati dalla vita politica o peggio, indotti al suicidio.
Discendente di Augusto per via materna, sentiva il peso del suo passato e dei suoi avi sulle spalle: costantemente all’erta in un ambiente a lei ostile, seppe però destreggiarsi benissimo. Tra numerosi eventi e intrighi, Agrippina riuscì a portare il figlio Nerone sul trono e poi, com’è noto, fu sua consigliera insieme a Seneca nel quinquennio felix del regno. Fautrice della buona condotta imperiale, conscia della sua importanza a corte, ha esercitato un vero e proprio potere. Il lento e doloroso declino è culminato nella più grande tragedia che possa capitare a una madre: essere uccisa su mandato del figlio, della cui fortuna peraltro è stata l’artefice. La storia di Agrippina è raccontata con estrema delicatezza e accuratezza dall’autrice, che evidenza le sue qualità e interpreta i suoi disegni nel quadro socio-politico in cui si muove.
Plotina
Il quarto capitolo è dedicato ad una donna poco conosciuta dai più, ma moglie di uno degli imperatori più conosciuti e apprezzati: Plotina, consorte di Traiano. Plotina si affaccia sulla scena politica e pubblica dopo donne importanti e potenti; Augusta di una nuova dinastia, segna con delicatezza e compostezza una nuova era. Fin dall’inizio dalla prima narrazione della sua vita, l’autrice sottolinea come con Plotina e le mogli degli imperatori successivi si segna una distanza tra il potere femminile visto fino a quel momento: un potere forte ma lontano dalle intricate trame di palazzo e meno appariscente.
Plotina rappresenta la perfetta antitesi di tutte le donne che l’avevano preceduta nello stesso ruolo; definita moglie esemplare e donna estremamente riservata, incarnava per l’epoca quel ritorno a un certo rigore e a un certo contegno che erano venuti a mancare. Ma lei non fu solo una donna pacata; era estremamente intelligente, acculturata, era un punto di riferimento per suo marito: promotrice silenziosa delle gesta di Traiano si è distinta a corte per queste sue qualità intellettive più che per bellezza e fascino. La vita di questa imperatrice non fu del tutto esente dai problemi legati al potere del marito, ma seppe perfettamente muoversi in un vespaio di uomini che tentavano di minare la tranquillità matrimoniale, e non solo. Dalla narrazione emerge come l’autrice sia stata geniale nel delineare la figura di una donna che è sempre rimasta nell’ombra ma che ha fatto grandi le sorti dell’impero, intervenendo personalmente anche nella successione. Uno dei pensieri che suscita la lettura di questo capitolo è che dietro un grande uomo c’è una grande donna. Mai detto fu più vero per Plotina, Traiano…e Adriano.
Giulia Domna
Con il quinto ed il sesto capitolo cambia anche la geografia. In questi capitoli finali le donne protagoniste appartengono tutte alla stessa, potente e ricca famiglia di origine siriaca.
La protagonista del quinto capitolo è Giulia Domna, moglie di Settimio Severo. Salita al soglio imperiale al fianco del marito in un periodo delicato della storia romana, intriso di sangue e guerre, si è sempre distinta per l’amore e la dedizione con cui seguiva l’imperatore nelle spedizioni militari. Giulia Domna durante il suo “regno” ha lasciato un’impronta di alto profilo, supportando le scelte di Settimio Severo e soprattutto consigliandolo. L’autrice ricorda come la decisione di fondare una nuova dinastia, sia stata una decisione presa dall’imperatore in accordo con la moglie, che fu donna intelligente e colta. Giulia Domna è stata anche al centro della vita culturale imperiale grazie alla fondazione di un circolo in cui si discuteva di filosofia, politica e arte.
Seppur si pensi al matrimonio di Giulia con Settimio Severo come un matrimonio felice con il passare del tempo e l’allargamento della famiglia, soprattutto a seguito del matrimonio di Caracalla, Giulia Domna inizia a risentire del grande astio che sta montando verso di lei e suo marito. Questo latente astio nei suoi confronti e del figlio Geta non minò la sua posizione centrale: ebbe un ruolo di primo piano con dignità e competenza anche durante il regno di suo figlio Caracalla. La vita di questa “Augusta” fu votata al potere ma non fu esente da intrighi e trame superbamente analizzate e raccontate. Ma l’influenza di Giulia Domna non finisce con la sua morte.
Giulia Mesa, Soemia e Mamea
In quest’ultimo capitolo l’autrice ci presenta tre donne, legate a Roma in un doppio filo, parenti di Domna: la sorella Giulia Mesa e le nipoti Soemia e Mamea. Sono donne che hanno vissuto i fasti della corte romana, ne hanno respirato gli intrighi e gli sviluppi politici. Erano tutte originarie di Emesa, in Siria, e hanno contribuito all’instaurarsi di un modus vivendi orientaleggiante, ricco e lussuoso. L’ultima protagonista della scena politica romana e madre dell’ultimo esponente della dinastia severa fu Mamea, madre di Alessandro Severo, salito al trono ancora adolescente. Combattiva e molto esigente per l’educazione e le frequentazioni del figlio, fu sempre lei a sovrintendere gli atti politici; ma lo circondò di uomini eccellenti in ogni campo per poterlo consigliare e indirizzare nelle migliori scelte. La dedizione di Mamea alla causa di Alessandro, con intromissioni considerate indebite, le ha fatto conquistare una cattiva fama presso gli autori antichi; lei però è stata coerente dall’inizio alla fine con il suo obiettivo: rendere grande la dinastia siriaca a Roma e lasciarne una traccia visibile e indelebile nei secoli.
Considerazioni finali
La lettura di questo saggio è semplice e scorrevole, una lettura catartica che ti riporta indietro nel tempo e ti permette di capire meglio tutto il sostrato taciuto dalla Storia che si celava accanto o dietro i grandi uomini. La scrittura delicata e meticolosa racconta l’intreccio delle vite private ad eventi storici tra i più famosi, racconta il retroscena della Storia non tralasciando nessun dettaglio. Un’importante e rigorosa ricostruzione storica che permette un grande coinvolgimento. Una lettura, a tratti settoriale, per gli addetti ai lavori ma che è incorniciata talmente bene nel contesto storico da strizzare l’occhio anche a chi vuole conoscere meglio protagoniste femminili determinanti della Storia Romana.