Si è concluso il restauro del Mausoleo di Augusto a Roma, e Covid permettendo, sarà presto aperto al pubblico.
Il mausoleo è uno di quei beni storici particolarmente interessanti da scoprire e studiare, soprattutto in situ. L’architettura è infatti una commistione di indizi e impronte lasciate dalle epoche passate, tanto che solo meno della metà delle murature oggi presenti erano parte dell’originario mausoleo, il restante sono principalmente ricostruzioni novecentesche e, in minor parte, resti dei rifacimenti medievali e cinquecenteschi.
Solo un mausoleo?
L’edificio nasce nel 28 a.C. come mausoleo del primo Imperatore del mondo occidentale, la struttura è composta da anelli concentrici in muratura, alcuni dei quali suddivisi in stanze trapezoidali.
Ripercorrendo velocemente la sua storia, l’edificio nasce come mausoleo, poi è stato fortificato e ristrutturato come residenza aristocratica, poi abbandonato (tanto che il giardino è divenuto sede per orti urbani), poi musealizzato e convertito in giardino pensile, poi diviene sede di giostre e spettacoli e gli venne cambiato nome in Anfiteatro Corea (con spalti e gradinate stabili, fuochi d’artificio e le ‘giostre della bufala’), arrivando al ‘900 gli viene costruita una copertura in ferro e vetro, riconvertito in sala da concerti e, infine, nel ‘36, viene smantellata la copertura e iniziati i lavori per renderlo nuovamente mausoleo, ma di chi? Ebbene sì, di Mussolini. Ciò ovviamente non avviene e il sito viene per l’ennesima volta abbandonato.

Spesso, per descrivere un edificio storico ci si limita alla sua identità più riconoscibile: quante volte abbiamo letto sui libri “chiesa del 1300” o “palazzo ducale del IX secolo”? È vero che in qualche modo e in certi situazioni sia giusto semplificare. Ma quanto ci perdiamo? Ci perdiamo la lettura conscia e ragionata del bene storico e la fondamentale capacità di contestualizzarlo storicamente, e il “mausoleo” di Augusto ne è un esempio.
Prima di andare oltre concedetemi un piccolo excursus sulle ‘giostre della bufala’ perché la storia è curiosa. Da un articolo pubblicato sulla rivista Ludica sembra che l’idea di queste giostre fosse nata da un povero locandiere di origini spagnole, Bernardo Matas, che propose al governatore di Roma di istituire nel giardino del mausoleo questa ‘giostra della bufala’, quindi se a qualcuno fosse venuto il dubbio, sì, si parla proprio di una sorta di corrida senza tori, che tra l’altro viene ancora praticata nelle città minori della Spagna. Il nome Corea è invece proveniente dal nome dei marchesi che possedevano l’edificio, ma storpiato dalla tipica parlata romana, il nome originale era infatti Correa.

La conservazione
Il restauro oggi è considerato un momento di studio e di attuazione di operazioni atte al mantenimento della matericità del bene. Da questo, e da quanto detto nel paragrafo precedente, appare chiaro come lo studio della storia dell’edificio e delle sue parti sia stato fondamentale per redigere il progetto di restauro.
Nella fase di studio archeologico è stato infatti scoperto come con tutta probabilità l’immagine che abbiamo oggi e che avevano nei secoli passati del mausoleo sia in sostanza mal influenzata dall’aspetto esteriore delle murature. La struttura è sempre stata considerata composta da murature concentriche di differenti altezze, a comporre un cono rovesciato. Sembra invece che l’aspetto originale fosse simile, ma di ancor maggiori dimensioni, a quello dell’odierno Castel Sant’Angelo, ossia un imponente cilindro marmoreo riccamente decorato.
Ciò che si è fatto è stato quindi quello di puntare alla conservazione di tutte le parti dei mausoleo, originali e non. Già dal 2016 sono iniziati i primi lavori: si sono spostati e messi in sicurezza i reperti archeologici mobili e iniziato il lavoro di consolidamento delle murature, alcune delle quali a rischio di crollo. Non essendo più presente da tempo la copertura degli anni ‘30 sono stati fondamentali anche i lavori per proteggere le murature dall’acqua piovana, una delle principali fonti di degrado delle architetture. Infine sono stati fatti lavori di consolidamento della scale e di rifacimento delle pavimentazioni per rendere agibile la struttura.
La valorizzazione
Ma oltre alla conservazione materica è fondamentale il rapporto con le persone, per raccontare nel miglior modo possibile ciò che è stato e ha vissuto questo edificio di 2049 anni di età.
La musealizzazione ha costituito un percorso attraverso le stanze trapezoidali che percorrono l’interno, ogni stanza avrà un periodo di vita dell’edificio, arricchito da reperti archeologici e non, a testimoniare i passaggi di funzione e di proprietà dell’edificio.
Della fase di valorizzazione del monumento fa parte anche la realizzazione di nuovi scavi archeologici per lo studio di antiche parti crollate e mai rimosse, dalla cui analisi si spera di chiarire in modo definitivo la struttura originale del monumento.
Infine, si sta ancora procedendo alla ristrutturazione dell’area circostante. Il mausoleo è infatti poco visibile dalla strada che lo circonda, è su un piano ribassato, coperto da piante e non molto valorizzato da parcheggi e dall’abbondante asfalto che lo circonda.
Il monumento sarà perciò circondato da una zona pedonale, arricchito di spazi verdi e collegato alle strade da larghe scale che metteranno in continuità il livello della città di oggi con il livello della città imperiale. Infine verrà realizzata una passeggiata esterna per ammirare il monumento anche da fuori.
