Si sa che i grandi amori, dopo infiniti giri, tornano sempre. Per l’appunto pare anche in questo caso: dopo ben 14 anni riaprirà il Mausoleo di Augusto a Roma. Il 1° marzo 2021, quello che a tutti gli effetti sarà l’anno della rinascita (si spera!), vedrà l’amministrazione pubblica di Roma Capitale, insieme all’ente privato Fondazione TIM, consegnare il Mausoleo recuperato e restaurato, pronto alla fruizione del pubblico.
La storia di questo restauro
È dal lontano 2007, quando Ignazio Marino è il sindaco, che il progetto prende inizio: dopodiché il bando di gara di riqualifica della piazza e del monumento è vinto da Francesco Cellini, ma viene ostacolato dalla Soprintendenza che ne decreta la rottura: da una parte il bando e il progetto per la piazza, dall’altra quello del Mausoleo.
Gli interventi diretti dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali offriranno diverse funzioni volte ad aiutare a comprendere le varie stratificazioni del monumento: come sottolinea la Sovrintendente Capitolina, Maria Vittoria Marini Clarelli: “divenuto fortilizio durante il Medioevo, giardino all’italiana nel Rinascimento, arena per corride nell’età del Grand Tour, auditorium nei primi decenni del Novecento, il Mausoleo fu recuperato in chiave politica durante il Ventennio quando diventò l’Augusteo. Per tutte queste fasi l’attuale restauro, con gli studi che lo hanno accompagnato, ha fornito importanti elementi di conoscenza”.
Le novità
Il percorso sarà rigorosamente privo di barriere architettoniche, condiviso ed innovativo: immancabili saranno i contenuti digitali che aumenteranno la realtà virtuale dello spettatore. Tutto questo farà da contrappunto al progetto della piazza (Piazza Augusto Imperatore) che però – guarda caso – vede ancora tutti i cantieri in corso d’opera: iniziati post lockdown 2020, questi non saranno completati fino al 2024, anche perché di mezzo c’è la realizzazione del Bulgari Hotel che prenderà posto nei bellissimi palazzi anni Trenta a lato della piazza. Quindi si avrà parte del Mausoleo aperto, la piazza chiusa e il progettista, il maestro Cellini, escluso dalla direzione dei lavori ma anche tagliato fuori dalla direzione artistica del progetto!
Encomiabile è lo sforzo sinergico tra l’amato e odiato privato e pubblico: il restauro conservativo terminato nel 2019 è stato possibile grazie ad un finanziamento pubblico di 4.275.000 euro (di cui 2 milioni versati dal Mibact e 2.275.000 da Roma Capitale), è completato con la fase ancora in atto di valorizzazione del monumento, finanziata da Fondazione TIM che contribuisce anche ai lavori di restauro e di recupero del complesso. Spiega Salvatore Rossi, presidente di Fondazione TIM: “In questo lasso di tempo abbiamo lavorato con Roma Capitale, insieme alla Sovrintendenza Capitolina, ci sono stati – a volte – ritardi, qualche incomprensione, ma l’importante adesso è essere qui e riuscire a scrivere la storia di questa seconda e nuova fase. Recupero e conservazione del patrimonio artistico e archeologico sono tra i tre campi d’intervento della Fondazione e, chiaramente, questa è l’operazione più importante che TIM ha fatto nel corso della sua storia decennale”.