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“Economia”: dall’olocene al neolitico

Studi paleoclimatici sostengono che un tempo le temperature erano meno elevate e le piogge erano più generose in quella zona che oggi individuiamo sotto al nome di deserto del Sahara. Si presentava come una savana, abitata da greggi di erbivori.

L’uomo era organizzato in gruppi seminomadi che seguivano le greggi nei loro spostamenti. Si stabilivano nelle playa, zone in cui le piogge creavano dei laghi temporanei e si assicuravano la sussistenza per mezzo delle attività di caccia e agricoltura.

Col peggioramento climatico e l’avanzare della desertificazione, l’uomo dovette avvicinarsi al Nilo, principale e costante fonte d’acqua della zona. In particolare, fiorirono alcuni siti neolitici: Merimda, Badari, Deir Tasa, Al-Fayoum e El Omari. Fu così che da seminomade la popolazione divenne stanziale.

Organizzata in fattorie, la società iniziò ad occuparsi delle colture agricole di grano e orzo. Le derrate alimentari erano conservate in siloi . Oltre alle risorse proveniente dallo sfruttamento del fiume, l’allevamento assunse un carattere transumante: venivano tenuti ovini, caprini, maiali e buoi.

Per quanto riguarda il primo artigianato si hanno testimonianze di lavorazione della ceramica, di lavori in vimini, di filatura del lino e di lavorazioni del cuoio.

Bibliografia

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a cura di

Martina Tapinassi

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