“Non son colui che credi”: è a parer mio un ottimo inizio per visitare la nuova rassegna organizzata in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante dai Musei San Domenico di Forlì. Una grande retrospettiva intitolata Dante: la visione dell’Arte, aperta dal 30 aprile fino all’11 luglio 2021. Lo spettatore potrà godere di un viaggio attraverso un allestimento del tutto eccezionale: ci saranno capolavori di Andrea del Castagno, Pontormo, Zuccari e Michelangelo in parte provenienti dalle Gallerie degli Uffizi, partner ufficiale della mostra.
L’idea della grande rassegna nasce proprio dal direttore dell’istituzione fiorentina Eick Schmidt insieme a Gianfranco Brunelli, direttore delle grandi mostre presso Cassa di Risparmio di Forlì, coadiuvati dallo Storico dell’Arte e Professor Antonio Paolucci e il Professor Fernando Mazzocca, questi i due curatori dell’esibizione. Il progetto andrà a coronare la mostra digitale indetta dagli Uffizi in vista del primo Dantedì chiamata Non per foco ma per divin’arte.

Città e territorio: Dante a Forlì
“La scelta di Forlì, come scenario dell’esposizione, è parte di una strategia complessiva di valorizzazione di un luogo e di un territorio.”
Ovviamente la scelta della città non viene lasciata al caso: ponte naturale tra la Toscana e l’Emilia-Romagna, Dante nel suo triste esilio vi ci trova riparo, subito dopo aver lasciato Arezzo nel 1302, sotto la protezione dei signori ghibellini Ordelaffi.
“In questo 2021, per il settecentenario della morte di Dante, l’Italia commemora solennemente per la quarta volta il sommo poeta, in grande stile e a livello nazionale. Gli Uffizi, che nelle occasioni precedenti si erano limitati a prestare qualche dipinto o disegno a mostre organizzate da altri istituti, tenutesi principalmente nelle biblioteche, prendono ora per la prima volta un ruolo attivo nella condivisione, promozione, ricerca e conoscenza dell’Alighieri e della sua fortuna figurativa, che culmina nella collaborazione con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Unendo le nostre forze, nel complesso di San Domenico riusciamo a offrire l’occasione irripetibile di ammirare e studiare le tracce della Commedia e della Vita Nova nella cultura italiana ed europea. Non a caso abbiamo scelto Forlì, una delle tappe dell’esilio di Dante, per giunta posta sulla strada tra Firenze e Ravenna: un luogo neutrale per non riaccendere la secolare rivalità tra la città di nascita e quella della morte, ma ancora di più per valorizzare l’importanza dell’Italia tutta, cui Dante universalmente appartiene. La mostra forlivese Dante. La visione dell’arte ha un assetto enciclopedico, nell’affrontare i molti temi legati alla figura del Poeta, e percorre la fortuna visiva della Commedia attraverso i secoli, testimoniandola grazie a un’inedita, clamorosa ricchezza di materiale e con opere di primissima importanza.”
Eike Schmidt – Direttore Gallerie degli Uffizi

Il percorso espositivo
Dante è universalmente riconosciuto come il Padre della nostra lingua, nonché personaggio fondamentale della Firenze del Trecento. Come tale ci è tramandato dall’arte in cui occupa un posto del tutto speciale: egli è spesso raffigurato come Uomo Illustre nelle serie iconografiche che dal Medioevo decoravano gli spazzi del potere pubblico. Erano uomini che si distinsero nella storia attraverso le loro gesta divenute inseguito exempla. Questi modelli avevano lo scopo di guidare gli uomini che li volevano dipinti sui muri, volevano perciò ispirarsi e prendere, appunto, esempio.
Questi erano personaggi presi dalle più svariate tradizioni nate intorno a uomini eccezionali: in special modo si rappresentavano politici, filosofi e condottieri della storia greca e romana. Il nostro Sommo Poeta non fa eccezione, insieme ad esempio al suo maestro Virgilio e ad Aristotele da cui prese tanta conoscenza.
Immancabile quindi il ritratto che fece Andrea del Castagno dell’Alighieri e di Farinata degli Uberti, di solito difficilmente visibili perché custoditi dagli Uffizi ma dislocati nella chiesa di San Pier Scheraggio, sfortunatamente non accessibile ai turisti. Altro ritratto osservabile sarà quello richiesto dal Duca Cosimo I de’ Medici a Cristofano dell’Altissimo. Oltre ai ritratti, saranno presenti sezioni dove il visitatore potrà approfondire l’opera di Dante trascritta su numerosi codici miniati, nonché la fortuna che ebbe il Poeta in epoca rinascimentale fino alla riscoperta neoclassica e all’esaltazione del suo genio in età Romantica.
Oltre a questi spazi il visitatore potrà vagare nell’immaginario dantesco dell’oltretomba, entrare cioè in vivo rapporto di come nelle diverse epoche, le diverse personalità e le diverse sensibilità artistiche abbiano affrontato ed elaborato il lascito del fiorentino. Si accende qui la ricchezza iconografica e compositiva di opere come La cacciata dal Paradiso di Pontormo, un disegno di Michelangelo raffigurante un dannato infernale, insieme ad altre illustrazioni dello Zuccari utilizzate per rappresentare la sua cinquecentina. Si potrà osservare un busto in marmo di Virgilio dallo scultore settecentesco Carlo Albacini,insieme a tanti altri prestiti che spaziano fino a Casorati e Sartorio. Il percorso si concluderà con capolavori ispirati, nella loro composizione, al XXXIII canto del Paradiso. Tutti i tesori sono provenienti da illustri prestatori: dall’Ermitage di San Pietroburgo, dalla Walker Art Gallery di Liverpool, dalla National Gallery di Sofia, dalla Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, dal Museum of Art di Toledo, dai Musée des Beaux-Art di Nancy, Tours e Anger; e poi dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dalla Galleria Borghese, dai Musei Vaticani, dal Museo di Capodimonte, solo per citarne alcuni.
Gli organizzatori hanno poi pensato all’approfondimento di personaggi slegati dalle vicende della Divina Commedia: ad esempio è il caso di Beatrice, che il Poeta eleva ad emblema del rinnovamento dell’arte e delle sue stesse positive passioni, oppure il rapporto con la cultura classica che tanto ha influenzato il Dante poetico e il Dante politico.
La mostra è stata articolata nelle seguenti sezioni:
- SEZIONE 1: IL GIUDIZIO E LA GLORIA
- SEZIONE 2: DANTE ILLUSTRATO DAL TRECENTO AL CINQUECENTO
- SEZIONE 3: L’IMMAGINE DI DANTE TRA GLI UOMINI ILLUSTRI
- SEZIONE 4: DANTE E LA RISCOPERTA DEL MEDIOEVO. DAI NAZARENI AI MACCHIAIOLI
- SEZIONE 5: IL CULTO CIVILE. DAL RISORGIMENTO ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE
- SEZIONE 6: LA GRAFICA E LE EDIZIONI A STAMPA TRA SETTECENTO E NOVECENTO
- SEZIONE 7: DANTE E L’AUTORITÀ DEGLI ANTICHI
- SEZIONE 8: DANTE E LA VIRTÙ POLITICA. I COMUNI, LA CHIESA, L’IMPERO
- SEZIONE 9: IL SOGNO DI DANTE. BEATRICE E LA CONVERSIONE POETICA
- SEZIONE 10: “TRA LA PERDUTA GENTE”. L’INFERNO DI DANTE
- SEZIONE 11: “AMOR CH’A NULLO AMATO AMAR PERDONA”. PAOLO E FRANCESCA
- SEZIONE 12: “NOI VEGGIAM COME QUEI C’HA MALA LUCE LE COSE”. FARINATA DEGLI UBERTI
- SEZIONE 13: “LA BOCCA SOLLEVÒ DAL FIERO PASTO”. IL CONTE UGOLINO, LAOCOONTE MODERNO
- SEZIONE 14: “IO NON MORI’, IO NON RIMASI VIVO”. DI FRONTE AL MALE ASSOLUTO
- SEZIONE 15: “RICORDATI DI ME”. IL PURGATORIO: MEMORIA DEL FUTURO
- SEZIONE 16: “LA GLORIA DI COLUI CHE TUTTO MUOVE”. LA VISIONE DEL PARADISO
- SEZIONE 17: “VERGINE MADRE FIGLIA DEL TUO FIGLIO”. VEDERE L’INVISIBILE
Alcuni assaggi di Dante a Forlì
Per chi fosse interessato, di seguito viene presentato un breve excursus di quello che si potrà vedere in mostra: abbiamo selezionato solo alcune opere per non togliere al visitatore il piacere della visita, ma fornendo un assaggio di quello che potrà ammirare all’interno del percorso espositivo.
Scultura

Conosciute in innumerevoli copie, i busti di Beatrice e Dante evidenziano l’attenzione al naturalismo dello scultore senese, attento sulla giusta interpretazione delle fonti. Questi due esemplari sono opera dell’artista Giovanni Duprè, entrambe datati al 1861 e facenti parte della collezione della Fondazione Cavallini Sgarbi.

Pittore e scultore originario di Ascoli Piceno, Romolo del Gobbo rappresenta le figure dei due celebri amanti, Paolo e Francesca, che stretti abbracciati in un abbraccio si librano nell’aria, ricreando la scena del V Canto dell’Inferno. Le due figure sono collegato al basamento da un ricco panneggio: l’opera fu pensata per essere collocata al centro di un ambiente, in modo da ammirarla a 360 gradi.
Pittura

Andrea del Castagno, protagonista indiscusso della pittura fiorentina nei decenni centrali del XV secolo, qui rappresenta l’immagine di Dante come Uomo Illustre, facente parte di un ciclo che decorava la loggia della villa Carducci di Legnaia presso la città di Firenze.

Considerato uno dei più grandi paesaggisti dell’Ottocento, Jean-Baptiste Camille Corot anche in questa opera non smentisce la sua bravura. In particolare la tela rappresenta l’inizio del viaggio compiuto da Dante, quando sul colle incontra le tre fiere allegoriche: lupa, leone, lonza.
Edizioni illustrate

Il percorso museale comprende anche disegni e incisioni, manoscritti, edizioni rare. Non mancano alcune prime edizioni a stampa della Commedia, oltre ad alcuni dei più importanti Codici miniati del XIV e XV secolo.

dell’Archiginnasio (Bologna) ©
“La bocca sollevò dal fiero pasto / quel peccator, forbendola a’ capelli / Del capo ch’elli avea di retro guasto”, diversi esemplari illustrano il dramma accaduto al Conte Ugolino e ai suoi figli rinchiusi in una torre da Ruggieri degli Ubaldini. Questo disegno, insieme ad un altro di scuola bolognese, illustra bene la triste storia di un padre che dovette sopravvivere alla morte dei figli.