E’ ormai sempre più sicuro che la città campana di Pompei non venne fondata dagli Osci, così come voleva il celebre geografo Strabone, ma bensì gli Etruschi, che “seguendo il cielo e le stelle” fondarono anche Tarquinia, Cerveteri e Veio.
Seppure fosse una tesi che già veniva presentata qualche anno fa, oggi abbiamo la possibilità di suffragarla grazie ad ulteriori importanti scoperte archeologiche che i continui scavi ci regalano. Centinaia di anfore, ampolle, vasi e coppe sono state riportate alla luce presso il santuario a pianta rettangolare vicino le mura meridionali, dal già conosciuto generoso Fondo Iozzino.
Molte delle coppe rinvenute portano tracce graffiate dei donatori, tutti aventi nomi di origine etrusca, difficilmente reperibili in Campania ma conosciuti in centri etruschi, in Lazio e in Toscana. I donativi indicano che l’offerta era per un generico Apa, che in etrusco vorrebbe dire Padre, oppure Giove Meilichios: chiaro riferimento alle credenze etrusche. Questa gran quantità di oggetti, rinvenuti anche nei pressi del Santuario di Apollo, confermavano solamente la notevole presenza etrusca tra le popolazioni osche che Contribuirono alla fondazione della città di Pompei.
La scoperta è presentata dal direttore del parco archeologico Massimo Osanna e dell’archeologo Carlo Rescigno riuniti ad una tavola rotonda con altre importanti personalità del campo. Il direttore ha chiarito l’ipotesi che la città è stata fondata in pochi decenni da un gruppo di persone di lingua e cultura etrusca, che per costruire mura, case e templi si è avvalsa di maestranze locali, influenzate dalle varie culture che allora vivevano il territorio campano quali italici e greci.