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Scoperta archeologica a Torcello: quali origini per Venezia?

Straordinario rinvenimento nella basilica di Santa Maria Assunta di Torcello: protagonisti affreschi ed epigrafi dipinte di IX secolo.

La scoperta è avvenuta durante le operazioni di restauro e controllo archeologico, sotto la direzione di Paolo Tocchi. L’intervento era stato deciso per rinforzare con misurate iniezioni di nuovo legante le murature antiche. Andando a svuotare gli spazi superiori alla contro-volta, collocata presso l’abside sud della chiesa,  sono venute alla luce quelle che gli esperti considerano le pitture più antiche note per Venezia. Queste sono dislocate ad un altezza di quasi 10 metri, al di sopra delle volte decorate a mosaico.

Sul posto sono intervenuti gli archeologi di Ca’ Foscari, guidati da Diego Calaon. Secondo il loro parere “la struttura architettonica indagata e studiata nei suoi rapporti stratigrafici fin dalle fondamenta, con un saggio stratigrafico al di sotto dell’altare della cappella stessa, è sicuramente ascrivibile ad una fase costruttiva collocabile nel IX secolo, e quindi probabilmente associabile alle operazioni di restauro promosse dal vescovo Deusdedit II (†864), come la celebre cronaca del diacono Giovanni ci ha riportato.

I frammenti recentemente scoperti sono limitati a pochi metri quadrati di decorazione e purtroppo appaiono fortemente compromessi, in alcuni settori anche dal biodeterioramento dovuto dalla presenza di pipistrelli, di cui sono stati rinvenute numerose ossa. Nonostante questo, ci restituiscono preziose informazioni.

In uno dei pannelli pare scorgersi il clipeo e il velo della Vergine Maria, in compagnia di un’ancella. Molti sono ancora sono i dubbi su questa raffigurazione, in corso di indagine. Sul lato opposto, invece, si snoda una scena della vita di san Martino. Le certezze si fanno maggiori in questo caso, poichè l’iscrizione meglio conservata risporta la dicitura “sanctus Martinus”. Sono inoltre presenti altre lettere residue affiancate alle figure, sicuramente riferibili alla medesima mano, come si evince dallo studio morfologico delle lettere.

Il primato della scoperta sta nell’aver radunato elementi che permettono di affermare con certezza che la pianta attuale della chiesa è cronologicamente risalente ad una fase precedente a quella definita per molti anni da storici dell’arte e archeologi. Ufficilamente, si era sempre individuato in Bisanzio l’archetipo da cui traeva origine Venezia: le indagini archeologiche hanno permesso di smontare questo clichè, evidenziando quanto le origini dell’insediamento siano più complesse.

Bibliografia

💻 www.unive.it/pag/cafoscarinews/
💻 www.veneziatoday.it/

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a cura di

Martina Tapinassi

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