Siete mai stati a Pompei? Avete presente i numerosi affreschi che ritraggono donne ingioiellate, dalle fattezze senza tempo? Sono volti con sguardi profondi che mostrano uno spaccato di una vita lontanissima, quasi due millenni fa. La Pompeii Jewels ha deciso di ridare nuova vita, di trasportare questi piccoli capolavori artistici, che ornavano i lobi e i colli delle donne romane, direttamente dalle nubi di un passato lontano fino ai giorni nostri.
Noi di StorieParallele vi portiamo a conoscere Ciro, il padre di Pompeii Jewels, più da vicino!
Come nasce l’iniziativa di creare questi gioielli? Da dove deriva l’idea?
L’iniziativa di creare questi orecchini è nata vedendo un servizio di Alberto Angela sul Museo Archeologico Nazionale di Napoli. In questo bellissimo servizio venivano infatti mostrati i gioielli romani ivi custoditi, prestando particolare attenzione ai Crotalia (più precisamente “Inaures Crotalia” in latino). È stata un’affermazione di Alberto Angela a farmi accendere la lampadina. Egli, nel mostrare gli orecchini, affermò infatti che fosse strano che nessuno al giorno d’oggi avesse avuto l’idea di riprodurli. Al momento quindi pensai: «Perché non io?». Così iniziai a lavorare sui primi modelli dei Crotalia, che negli anni, assieme ad altri modelli, sono diventati parte della bellissima collezione dei gioielli di Pompeii Jewels.

Cosa rappresentano per Lei i gioielli delle donne romane?
I gioielli delle donne Romane non solo solamente un esempio concreto dell’eccellenza dell’arte romana, ma penso che possano anche essere fonte di ispirazione per le donne di oggi. Ciò che sicuramente più mi colpisce è la loro semplicità ed eleganza. Appaiono quasi senza tempo, come se il concetto stesso di bellezza non fosse mai stato modificato attraverso tutti questi secoli. È l’essenza stessa del concetto di classico: una cosa che non passa mai di moda e non perde il suo significato e il suo valore, in questo caso estetico, nonostante i secoli scorrano indisturbati!

Possiamo quasi dire che è in perfetto stile StorieParallele! Un artefatto che attraversa il tempo e da reperto, da storia chiusa in se stessa diciamo, diventa parallela, cioè contemporanea! Proprio riguardo a questo, infatti, in che modo, secondo Lei, possono essere gioielli adatti alle donne contemporanee?
Come già detto sopra, la semplicità delle forme è una delle caratteristiche di molti gioielli romani. Io credo fortemente che queste forme siano senza tempo. Questi bellissimi modelli, semplici ma unici, danno un tocco di eleganza al volto di tutte le donne, oggi come duemila anni fa. Dobbiamo ricordarci che, oggi come allora, l’artigianato fa riferimento ad una tradizione passata, ma anche a qualcosa di vivo, ad un lavoro contemporaneo e nuovo, che fa tesoro della tradizione per evolversi. Senza dimenticarla ovviamente e come possiamo noi dimenticare i capolavori di Pompei?

Ci potrebbe illustrare il processo creativo del gioiello? Perché hanno i nomi delle donne romane? Queste donne romane cosa rappresentano per Lei? Come mai ha scelto proprio questi nomi?
Per creare un gioiello che rispecchiasse in pieno lo stile antico con un tocco di modernità ci sono voluti anni. Il processo è iniziato con una lunga ricerca della moda dell’epoca. Ciò che più mi ha dato ispirazione sono stati i ritratti delle mummie del Fayyum, che mi hanno consentito di avere un’idea più precisa sui gioielli del I/II secolo Dopo Cristo.
Per quanto riguarda i nomi che ho scelto per i modelli di Pompeii Jewels, ho voluto dedicare ogni orecchino ad una donna che è riuscita ad influenzare la storia antica. Bisogna ricordare che la società romana era prettamente maschilista, e ciò conferisce a queste donne che sono riuscite a distinguersi in tale ambiente un valore ancora più elevato.
Le elenco:
- Gli orecchini Cecilia sono dedicati a Cecilia sacerdotessa della dea Giunone. Cecilia è famosa per aver salvato il giovane Giulio Cesare dall’ira del dittatore Lucio Cornelio Silla, il quale aveva condannato il giovane a morte. Senza Cecilia la storia avrebbe decisamente preso un corso diverso.
- Gli orecchini Iaia sono dedicati a Iaia (o Marzia), pittrice romana che visse tra il II e il I secolo Avanti Cristo. Iaia è una delle cinque artiste donne ricordata da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, inoltre, con il nome di Marzia, è una delle tre artiste ricordata da Boccaccio nel De mulieribus claris. Iaia era considerata un’artista più rapida e talentuosa dei suoi corrispettivi maschili, riuscendo così a farsi pagare salari più elevati dei suoi colleghi e rivali.
- Gli orecchini Agrippina invece sono dedicati ad Agrippina minore, madre di Nerone. Ella fu la fondatrice della moderna Colonia sul Reno (Colonia Agrippinense), sorta su un pacifico patto di convivenza tra i veterani romani delle campagne germaniche ed il popolo germanico degli Ubii. Ebbe dal Senato di Roma il titolo di Augusta, che non corrispondeva a quello di imperatrice nel senso moderno del termine, ma che era comunque un riconoscimento di grande prestigio e pressoché unico, concesso a personalità di particolare spicco.
- Gli orecchini Clodia, invece, sono dedicati a Clodia Pulcra, che secondo molti storici è la vera destinataria di uno dei famosi Carmina di Catullo, la Lesbia, con protagonista Saffo (copertura, appunto, di Clodia Pulcra).
- Gli orecchini Olimpia, invece, sono dedicati alla madre di un personaggio molto importante della storia antica, Alessandro Magno. Olimpia fu coinvolta in numerose vicende storiche, da protagonista e da spalla al figlio.
- Gli orecchini Giulia sono dedicati a Giulia Domna, moglie di Settimio Severo. Giulia è stata tra le donne più importanti della storia antica, ed esercitò un’influenza e un potere eccezionali dietro il trono dell’Impero. Nella sua vita, Giulia Domna divenne, di fatto, co-imperatrice, in una singolare e inedita diarchia col figlio. Era spesso presente quando l’Imperatore era a corte, e talvolta teneva persino la corte imperiale in modo indipendente quando l’imperatore era assente. Le fu affidato il sigillo imperiale, il che implicava che la sua lettura e il suo consenso erano necessari prima che qualsiasi documento o ordine ricevesse validità legale.
- Gli orecchini Cornelia, in fine, sono dedicati a Cornelia madre dei Gracchi. Ella fu una donna colta e di animo forte. Si racconta che Cornelia, rimasta vedova ancora giovane, avesse rifiutato di sposare il re d’Egitto per consacrarsi all’educazione dei figli, che seguì perfino nella carriera politica. Si dice che, a una matrona che ostentava le proprie pietre preziose, avesse risposto «haec ornamenta mea» (ecco i miei gioielli) mostrando alla donna i suoi figli Tiberio e Gaio. Fece parte della famiglia che più contribuì a diffondere la cultura ellenistica a Roma.

Lei è un unicum ad oggi che ripropone questo tipo di cose: cioè che riprende un’opera d’arte antichissima – perché i gioielli possiamo definirli così, opere d’arte – e che la ripropone all’uso dei giorni nostri; ecco cosa ne pensa in generale di questo modo di fare storia? È chiaro che se lo fa avrà un’opinione precisa a riguardo.
Essendo nato in una città che è sede di importanti siti archeologici (tra cui Pompei, Ercolano e Oplontis, per citare i più famosi), nel mio piccolo cerco di trasmettere quello che a me ha sempre affascinato, la storia dell’arte dei miei predecessori, e invito tutti coloro che ancora non abbiano avuto l’onore a fare visita ai siti archeologici campani. L’arte dei gioielli, a mio avviso, è una parte dell’archeologia e della storia che può raccontarci molto sull’antichità: ci espone in maniera eclatante la bellezza com’era vista dai romani e dalle romane tutti i giorni. A volte la bellezza non è soltanto nelle grandi (e bellissime) opere d’arte, come gli affreschi e i mosaici, ma anche nelle cose più piccole, proprio come i gioielli, che ci parlano di quotidianità. Un lato difficile da immaginare se si parla di popolazioni vissute duemila anni fa, e che grazie alle piccole cose noi possiamo, in un certo senso, riviverlo.
