In questo editoriale vi parleremo del fenomeno della Lego History, cioè il racconto e la ricostruzione della Storia attraverso i mattoncini Lego, intervistando i suoi esponenti italiani più importanti: Stefano Bartolini e Francesco Cutolo, ideatori di Italian BrickHistory.
Tutti noi conosciamo i mattoncini Lego e la loro, ormai mondiale, diffusione li ha resi uno dei veicoli più diffusi per l’espressione della fantasia di tutti noi, dai più piccoli ai più grandi. Grazie alla loro semplice ma potentissima capacità di dar vita a tutto quello che possiamo immaginare, su internet sono nati i più disparati utilizzi e visto che su StorieParallele siamo malati di Storia ve ne raccontiamo uno che parla proprio di questo.

Come è nato questo peculiare metodo di raccontare la Storia all’interno della comunità degli appassionati di Lego?
Le origini sono dal basso e diffuse, non è possibile individuare un iniziatore o un percorso ragionato e coerente. Quello che si può affermare è che negli ultimi anni, in maniera diffusa, sempre più appassionati dei lego si sono orientati verso soggetti e costruzioni a tema storico, per lo più militare, collezionando minifigures e realizzando diorami lego, i MOCs (acronimo di My Own Creation), originando una vivace comunità internazionale, composta di adulti e adolescenti, attiva soprattutto sui social network fotografici, come Flickr e Instagram, dove gli utenti interagiscono tra loro. Non sembra eccessivo sostenere che siamo davanti a una nuova subcultura dell’universo lego, definita “Lego History”, che rappresenta a tutti gli effetti un movimento culturale. La maggior parte dei fan predilige i temi militari dell’età contemporanea, in particolare la seconda guerra mondiale. Sotto certi punti di vista, i lego storici sembrano un nuovo modo di intendere il modellismo e la passione per la militaria.
Il fenomeno non avrebbe conosciuto questo sviluppo se, in parallelo, non fossero sorte numerose aziende, che producono minifigures costumizzate e prodotti lego “compatibili” a tema, in gran parte, storico-militare (soldati, armi, attrezzature). Infatti, la comunità è in sostanza svincolata dai sets originali LEGO. Del resto, l’azienda danese ha una politica piuttosto rigida rispetto alla rappresentazione degli aspetti militari e della violenza. Per dirla in breve, nei suoi sets ammette la raffigurazione di conflitti lontani da noi, ovvero antecedenti alla Guerra Civile Americana (ma prevalgono i pirati e il Medioevo), oppure fantasy, mentre le guerre contemporanee sono un tema tabù, salvo rare eccezioni (la serie dedicata al franchise cinematografico Indiana Jones è un esempio, visto che include militari nazisti e sovietici). Tuttavia, la società di Billund non impedisce a queste aziende “terze parti” di comprare pezzi lego originali e customizzarli.
In quanto storici, da anni impegnati in attività di Public History (e anche appassionati dei lego), siamo stati incuriositi da questo fenomeno. A nostro avviso, la “Lego History” non soltanto fornisce interessanti spunti sui modi di approcciare, rielaborare e “consumare” il passato da parte di una platea piuttosto ampia e articolata, ma offre nuovi modi per narrare la storia. I lego sono un “media” di forte presa su un pubblico trasversale, giovane e adulto. All’estero, non a caso, sono sorti progetti – ribattezzati, non a caso, di “Public Brickstory” – che propongono un uso consapevole e ragionato dei “mattoncini” nella divulgazione storica. Si tratta di blog, animati spesso da storici-builders, dove vengono pubblicate le proprie creazioni corredate da un testo divulgativo. Alcuni di questi progetti, come il sito britannico “Bricktothepast”, hanno ricevuto persino il sostegno di importanti istituzioni culturali. Diversi musei, all’estero, hanno inserito nei loro percorsi ricostruzioni legodedicate a particolari eventi storici.
Ispirandoci a questi progetti, con cui siamo in contatto, abbiamo da poco lanciato il sito “Italian Brickhistory”, che per il momento è pensato come uno spazio per trasmettere contenuti storici, pubblicando le foto dei diorami – nostri, ma anche offertici da altri builders, che ben volentieri condividono le foto delle loro creazioni – corredate di un testo divulgativo, una descrizione di quanto rappresentato nel MOC e rimandi bibliografici, per approfondire gli argomenti trattati.

La parte più affascinante di questo progetto è proprio il mezzo: usare ciò che viene considerato un giocattolo per i più piccoli per raccontare eventi storici a volte anche drammatici in modo veramente nuovo e che sembra quasi prendere vita. Ecco lei crede che questa modalità di raccontare la Storia possa avere un potenziale educativo nelle scuole, per avvicinare i più giovani allo studio e alla conoscenza della materia?
Indubbiamente, alcuni hanno sollevato critiche sull’uso dei lego per rappresentare eventi storici. D’altra parte, vi è un radicato pregiudizio che vuole i giochi inconciliabili alla “serietà” della storia. Molti esperiti sostengono altresì che rappresentando eventi storici drammatici con i giocattoli si finisce per banalizzarli.
I rischi sono in effetti presenti. Tuttavia, i lego vanno considerati come un media della cultura popolare, non diverso da film o fumetti. Sono le rappresentazioni diffuse da questi media a forgiare la memoria storica del pubblico. Pertanto, i lego storici possono essere visti come un ulteriore modo per comunicare il passato, purché lo si faccia in maniera accurata e ragionata, proponendo ricostruzioni rispettose e articolate, che rifiutino quella “estetizzazione della violenza” spesso coltivata dalla cinematografia.
Allo stesso modo, i timori rispetto alla didattica ludica della storia non devono essere d’impedimento, ma uno stimolo a progettare con attenzione queste attività, che permettono di coinvolgere maggiormente gli alunni, immersi in un’attività piacevole che favorisce l’apprendimento. Nei nostri piani, che a causa della situazione sanitaria non abbiamo potuto mettere alla prova, gli studenti potrebbero essere coinvolti nella realizzazione di piccoli diorami con i lego, per la cui costruzione dovrebbero combinare conoscenze e competenze diverse, come la capacità di sintetizzare le informazioni ricavate dei documenti e tradurle nel concreto. Ma nell’attività, rimarrebbero centrali la dimensione creativa e giocosa.

Ci potete descrivere il processo dietro alla creazione di queste opere? Da dove si parte e come si arriva alla costruzione di queste piccole scene storiche?
Diciamo che il processo di costruzione di questi diorami non segue una procedura standard, così come la scelta di riprodurre un particolare evento storico. Spesso, sono particolari ricorrenze a stimolare la realizzazione di una MOC. Alle volte, prendiamo ispirazione da una serie di foto e immagini, tenendo conto che si tratta comunque di rappresentazioni, combinando tra loro diversi elementi, facendo un lavoro di sintesi con le nostre conoscenze storiche. Ultimamente, sfruttando la dinamicità e la modificabilità dei “mattoncini”, abbiamo preso a realizzare scenari fissi dove ambientiamo varie ricostruzioni, mostrando le diverse fasi di un fenomeno storico.
Nei diorami cerchiamo di essere accurati e rigorosi, proponendo una ricostruzione verosimile dell’evento. Proprio per questo, abbiamo preferito orientarci verso la storia otto-novecentesca, che entrambi frequentiamo abitualmente. L’attenzione alla verosimiglianza non significa però per noi scadere nella maniacalità per i particolari. D’altronde si tratta di giocattoli che, come tali, non possono permettere rappresentazioni iperrealistiche e devono ammettere una certa approssimazione. Invece, molti fans, appassionati di militaria, prestano una cura eccessiva alla ricostruzione di armi, uniformi, fregi dei soldati, perdendo però di vista il contesto storico nel quale questi attori operarono. Proprio per svincolarci da questa preponderanza dell’histoire-bataille, vogliamo concentrarci in particolare sulla storia sociale, senza trascurare il ruolo degli attori storici, la storia politica e culturale, i fatti, gli eventi e le biografie

Come vede l’evoluzione della Lego History ed il suo sviluppo nel prossimo futuro?
La rapida crescita della Lego History e degli appassionati, anche in Italia, porterà forse a una maggiore attenzione di studiosi e operatori culturali per il fenomeno. La nostra aspirazione sarebbe far diventare il nostro sito web Italian Brickhistory un punto di aggregazione e di riferimento per la Lego History in Italia, per i fan, per chi intende impiegare i lego nella Public History e anche per i semplici curiosi.
Poi, vorremmo iniziare a sperimentare progetti dal vivo, per coinvolgere attivamente le persone, con l’appoggio delle istituzioni culturali presenti sui territori. Stiamo programmando attività per le scuole medie inferiori e superiori, ma anche nei laboratori didattici dei musei e nelle periferie. Potrebbe essere l’occasione di far interagire con i “mattoncini” ragazzi e ragazze, bambini e bambini, le cui famiglie non possono sostenere l’acquisto dei LEGO, che rimangono un prodotto non alla portata di tutti, nonostante le versioni compatibili ormai in circolazione a prezzi più accessibili. Attraverso i lego storici, auspichiamo di poter raggiungere un pubblico ampio, più vasto di quello che solitamente fruisce la storia, e coinvolgerlo nel processo di costruzione del senso del passato e della sua memoria, favorendo anche questo aspetto sociale.

Come conclusione di questa intervista, quale consiglio può dare a coloro che vorrebbero iniziare a seguire e anche soprattutto a costruire e quindi entrare in questa nuova community?
Gli interessati possono iniziare a seguire la Lego History attraverso i social network fotografici, dove possono ammirare creazioni dedicate a una grande miriade di epoche storiche. È vero che molti fan prediligono storia militare novecentesca, ma tanti appassionati si dedicano alla storia medievale e all’Antichità, non necessariamente con un approccio da histoire-bataille. Questa comunità di builders è spesso ben disposta a condividere la propria esperienza e confrontarsi con coloro che intendono cimentarsi in questo nuovo hobby.
Sicuramente per un neofita, un semplice appassionate come un operatore culturale che intende utilizzare i lego storici per implementare percorsi di Public History, non è facile orientarsi in questo panorama, pertanto il nostro sito può essere un utile punto di riferimento sia per trarre ispirazione e apprendere un possibile metodo per declinare l’uso dei lego storici, sia più semplicemente per conoscere altri “costruttori”. Noi siamo ben felici di poter aiutare quanti vogliono approcciarsi a questo nuovo mondo. Poi, il nostro invito è sperimentare, senza farsi inibire dalla ricerca eccessiva di realismo, ma favorendo al contrario la dimensione giocosa e creativa.
