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Il Carme di Thrym: alla ricerca del martello di Thor

Il Carme che viene chiamato Carme di Thrym, ovvero Trhyms Kvida, fa parte della raccolta dell’Edda. È un carme che ci rivela molte cose riguardo al rapporto dei Germani con il dio che sentivano più vicino, cioè Thor. Si nota infatti, in questo componimento, il tono irriverente con cui viene trattata la sua personalità. Il carme si apre con un’amara sorpresa per Thor: si sveglia di buon mattino e, ancora preso dal sonno, cerca il martello con la mano accanto a sé, ma non lo trova. Quando un dio non trova la sua arma o il suo attributo, ciò rappresenta un problema perché è come se venisse disturbato o danneggiato l’ordine costituito. Qualcuno è venuto a rompere un equilibrio e, quando ciò accade, ci sono sempre grandi stravolgimenti che finiscono per ripercuotersi sugli uomini. Il dio comincia a cercare il martello e, dopo aver messo a soqquadro tutto quanto, interviene il dio Loki, il quale gli rivela che il colpevole del furto è il gigante Thrim.

[Loki è un personaggio ambiguo, apparentemente rappresenta una divinità poiché si accompagna sempre a divinità maggiori, spesso con Odino, nelle opere “skaldiche” sono narrati  alcuni episodi in cui si sottolinea la sua vicinanza con la divinità. In occasione del Ragnarok, getterà finalmente la maschera e si rivelerà malvagio. È una figura esclusivamente ascrivibile al mondo norreno. Loki è anche frutto di quell’ibridazione del mondo nordico che riguarda il paganesimo e che spesso è conseguenze dell’influsso di elementi stranieri. Si tratta di elementi spuri. Il paganesimo norreno continua a svilupparsi ed evolversi anche molto tempo dopo che altre genti germaniche si sono convertite al cristianesimo. Nell’elaborazione di molti miti, culti, credenze norrene sono state utilizzati motivi che non sono di origine germanica e norrena ma provengono dall’esterno. Il nome di Loki è stato letto come una sorta di interpretazione di Lukifer, lucifero. Lucifero letteralmente è “portatore di luce”, rappresenta l’angelo caduto in disgrazia. In tal caso Lucifero come anche Loki vengono visti come portatori del male]

I giganti sono personaggi che in qualche modo cercano sempre di sovvertire l’ordine costituito, costituiscono la minaccia dei mondi dove risiedono gli uomini e le divinità. Quando Thrym viene interrogato sul perché si sia impossessato del martello e gli viene intimato di riconsegnarlo, questi afferma di volere in cambio la bella Freyia per sposa. Freyia è una divinità femminile che fa parte della dinastia dei vani, divinità dell’amore della bellezza e del sesso assimilabile per caratteristiche alla Venere romana. Non è un caso, infatti, che a Freyia venga dedicato il venerdì come giorno della settimana, ovvero friday in inglese e freitag in tedesco. Freyia ovviamente risponde che non vuole sposare il gigante, sentendosi anche insultata dal fatto che, gli altri dei, abbiano potuto pensare che ella  potesse acconsentire di concedersi al gigante. Loki, che nei sui comportamenti ricorda una sorta di folletto o di giullare, trova un modo non ortodosso di risolvere la situazione critica. Egli suggerisce di travestire Thor da Freyia e di cercare di impossessarsi del martello durante il banchetto di nozze. Il protagonista, il povero Thor, inizialmente si rifiuta poiché teme di rovinare la sua reputazione.

Alla fine però, disperato per la perdita del suo martello, Thor finisce con l’accettare e il carme si dilunga sapientemente nel descrivere il modo in cui viene conciato, addobbato con una fascia tintinnante alla vita, cintura tipica delle donne adornata con ninnoli e chiavi che di solito sottolineano il ruolo di “custodi” delle donne. Gli vengono messe due pietre al petto per simulare i seni, gli viene fatta un’acconciatura da donna. Viene deriso, da ciò si nota la confidenza che le genti germaniche hanno con questa divinità. Una volta pronto il travestimento, le due divinità, Thor e Loki, si recano al banchetto di Thrym, anch’esso descritto con aneddoti divertenti. Il gigante nota che Freiya (Thor) divora otto salmoni e beve moltissimo. I giganti spesso sono descritti come rozzi, stupidi, anche un po’ tonti. Thrym non capisce che gli altri lo stanno prendendo in giro, vede la sposa mangiare di buon appetito e gli sembra strano. Anche qui interviene il furbo Loki dicendo al gigante che la sposa non mangiava da nove notti e nove giorni per il pensiero di sposarsi.

Ad un certo punto il gigante si avvicina alla sposa per baciarla, ma Freyia (Thor) lo allontana e lo fulmina con lo sguardo. C’è la descrizione precisa degli occhi di Thor che con un bagliore fulminano il gigante, e anche il quel caso il gigante rimane sorpreso. Loki gli dice che la sposa non dorme da nove notti e attribuisce a questa mancanza il rossore degli occhi della sposa. È tipico di Loki avere la risposta sempre pronta.

Arriva poi il momento culminante. Il gigante Thrym chiama la servitù e ordina che venga portato il martello e che venga deposto sulle ginocchia della sposa. Questo viene considerato un gesto rituale, poiché il martello avrebbe dovuto garantire la fertilità della coppia, il rito è il simbolo della fertilità. È un modo per augurare tanta felicità. Thor e Loki si impossessano a quel punto del martello e rientrano nei loro ranghi legittimi, uccidono tutti i giganti e l’ordine viene ripristinato. Il gesto del martello sulle ginocchia è un rituale, indica il martello stesso come simbolo e avvicina più che mai la figura di Thor alla famiglia delle divinità dei vani, che sono le divinità che custodiscono la famiglia e la fertilità, pur rimanendo un simbolo di guerra, ovvero degli Asi. Anche qui viene espresso il carattere sincretistico della religione pagana nonché il carattere paradigmatico del carme stesso, emblema classico del processo d’ibridazione del mondo nordico.

Bibliografia

🏺 Snorri Sturluson - Edda
📖 Mila Fois - I Miti Norreni - CreateSpace Independent Publishing Platform - 2014
💻 www.bifrost.it

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a cura di

Carmelo Catalano

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