Barbari è uscita il 23 Ottobre 2020 ed è la prima produzione (co-produzione) a carattere storico di Netflix. Questo è un fatto di portata storica. Barbari è composta da sole 6 puntate da 45 minuti l’una. Tutti i giudizi relativi alla trama, spessore dei personaggi ed i mutamenti connessi vanno messi in rapporto a questo minutaggio non elevato.
I colossi dell’intrattenimento oramai da anni investono, con fortune alterne, in prodotti di matrice storica. Il fatto che Netflix si sia decisa ad investirvici non può che essere accolto con positività, lasciando da parte l’hipsterismo istintivo di chi preferisce che ciò che lo riguarda o lo interessa rimanga un fenomeno di nicchia. Immaginari legati alla Storia, da quella antica all’epica medievale, sono oramai saliti alla ribalta mediatica da anni, se da una parte questo avviene quasi sempre con una declinazione pop, grossolana e piena di inesattezze storiche, dall’altra il largo successo che alcuni di questi prodotti ottengono è la dimostrazione che Storia e Archeologia sono ancora oggi temi ad altissimo potenziale di diffusione, con un bacino di potenziali utenti molto vasto.
La domanda tra addetti ai lavori e divulgatori più o meno professionisti dovrebbe essere la seguente: Come possiamo mettere a sistema e sbloccare questa massa di potenziali utenti? Aspetto interessante è quando questi prodotti di larga diffusione mantengono comunque una coerenza storica e archeologica abbastanza stretta come il caso di cui stiamo per parlare.
TRAMA
9 d. C., Germania Magna, provincia romana guidata da Publio Quintilio Varo. La serie racconta i fatti immediatamente antecedenti alla Battaglia di Teutoburgo,dove Varo si tolse la vita e 3 legioni romane furono completamente distrutte da una coalizione di tribù germaniche. L’opera si concentra soprattutto sulla figura di Arminio, il principe dei Cherusci educato sin da piccolo a Roma divenuto cittadino romano e cavaliere (una delle massime aspirazioni per qualsiasi cittadino romano) che si ritrova a prestare servizio militare presso la propria terra di origine. Questo lo porterà a riscoprire la propria identità e ad organizzare, tradendo Varo, l’imboscata che porterà alla disfatta di Teutoburgo.
RECENSIONE
Sin dai primi trailer e anticipazioni sono stati molto presenti i confronti con Vikings, serie televisiva canadese a tema nordico di larghissimo consenso e diffusione. Sia da un punto di vista scenografico che di color correction.
Tutto sommato è possibile affermare per Barbari, almeno negli aspetti generali come per Vikings, un’alta coerenza storica: dalle dimore agli abiti, dalla percezione della struttura sociale al rapporto con il divino.
È possibile affermare questo sia per la coerenza archeologica, con i rinvenimenti dell’epoca delle scenografie e i costumi della serie, sia perché i personaggi in scena e molti dei fatti raccontati sono effettivamente riportati da storici antichi (primo su tutti Tacito negli Annali): il governatore romano Publio Quintilio Varo, il re cherusco Segimer, il suo consigliere Segeste, la futura regina Thusnelda non che Arminio. Un esempio calzante è quello in cui Segeste, che in Roma vede la possibilità di scalzare Segimer prima e Arminio poi, si reca da Varo per smascherare Arminio ed il suo piano ma che Varo non ascolta e allontana.
Sono 6 puntate.
Ci troviamo davanti un prodotto dinamico e scorrevole che riesce subito a farti entrare nel contesto della storia ed a vivere il rapporto conflittuale tra Roma e le popolazioni germaniche. Il problema della serie è forse relativo alla durata dello sceneggiato: riflettendo, successivamente al primo impatto, si nota come il tutto si esaurisce nel rapporto tra Roma e le tribù, come tutti i personaggi, soprattutto dal lato dei barbari, esistono praticamente solo in funzione di tale contrasto. I personaggi sono quasi sempre maschere funzionali alla narrazione la cui definizione dei contorni risulta difficile, questo accade anche per gli altri due protagonisti della serie, Folkwin e Thusnelda, i cui caratteri risultano grossolani e solo abbozzati. L’unico che sfugge a questa dinamica è Arminio, su le cui contraddizioni è costruita la serie. Questo però fa si che alcuni fatti cruciali, che meriterebbero un approfondimento maggiore, risultano a volte come sbrigativi: la conversione di Arminio, il rapporto di Thusnelda con il divino ed il cambio di passo di lei nei confronti di Arminio.
L’ultima puntata garantisce il contenuto epico e ad alta tensione di tutta la serie: essa è praticamente totalizzata dallo scontro dentro la selva di Teutoburgo. Montaggio, costumi ed effetti speciali rendono con trasporto e veridicità tutto lo scontro.
In conclusione si tratta di un prodotto interessante abbastanza fedele a livello storico, di cui soltanto gli sviluppi futuri potranno chiare aspetti legati alla sceneggiatura ed i personaggi. Resta il fatto positivo (oserei dire oggettivamente positivo) di cui parlavo nell’introduzione: Storia e Archeologia sono ancora oggi temi ad altissimo potenziale di diffusione, con un bacino di potenziali utenti molto vasto.
Come possiamo mettere a sistema e sbloccare questa massa di potenziali utenti?