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Organizzazione del lavoro

Il Proto-Dinastico I rappresentò una parentesi recessiva, che servì da rilancio per i periodi successivi. A partire dal Proto-Dinastico II il sistema economico si organizzò attorno alla fitta rete di canali, che suddividevano l’alluvio in isole funzionali a insediamento e intercapedini disabitate, queste ultime caratterizzate da steppa arida o acquitrini non drenati. Le zone a valle iniziarono a soffrire di forte dipendenza rispetto alle aree a monte, privilegiate dal flusso idrico: ne scaturivano conflitti per il controllo delle zone intermedie e per la gestione delle direttrici di deflusso. La crisi delle zone a valle fu inevitabile e l’unificazione politica e progettuale dell’intero territorio si realizzò tardi, solo al fine di evitare la conseguente deriva economica. La base economica della civiltà protodinastica era costituita dallo sfruttamento agro-pastorale. La forza-lavoro produttiva era costituita dalla popolazione dei villaggi, posta sotto il controllo dell’organizzazione templare e gravata da tassazioni e corvées. Questa bipartizione assunse sempre più carattere classista ed ebbe una forte influenza a livello socio-economico.

Lo sviluppo dei primi centri urbani nella Mesopotamia meridionale del IV millennio a.C., o “rivoluzione urbana” come G. Childe definì questo fenomeno, si accompagna a tre principali ordini di trasformazione: tecnologico, demografico e organizzativo. Le nuove tecnologie acquisite, impiegate per un maggiore sfruttamento dei terreni agricoli, permisero la creazione di eccedenze alimentari. In conseguenza, la specializzazione lavorativa determinò una forte gerarchizzazione del lavoro. L’elemento centrale divenne così il tempio/palazzo, che assunse una veste di vera e propria organizzazione statale. La manodopera poteva scegliere se lavorare sotto le dipendenze del palazzo, utilizzandone le materie prime e usufruendo di un riconoscimento minimo garantito sottoforma di razioni o assegnazioni di lotti di terra, oppure se lavorare in modo indipendente, ovvero con i soli mezzi di produzione propri, provvedendo in modo completamente autonomo al sostentamento del proprio nucleo familiare.

Bibliografia

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a cura di

Martina Tapinassi

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