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I Vichinghi in Toscana di Enio Pecchioni

I Vichinghi in Toscana è un breve saggio di Enio Pecchioni, che riporta la questione dei Normanni in Italia al centro di un dibattito e grazie a numerose fonti ci illustra quali e quante sono le reminiscenze e le legende della presenza vichinga in Toscana.

Nell’immaginario comune i Vichinghi sono un popolo che vive a nord dell’Europa, veste con pellicce e indossa grandi elmi decorati con corna. Solo negli ultimi anni si è sdoganato quest’idea dei vichinghi rintanati nel freddo Mare del Nord anche grazie ai famosissimi sceneggiati e serie tv spopolate sui vari siti di streaming. La figura del Vichingo si è diffusa e rivalutata. Adesso è molto più diffusa l’idea che sicuramente i Vichinghi sono arrivati in Europa, in Inghilterra e verosimilmente anche in Toscana.

L’autore del saggio è Enio Pecchioni, appassionato di Storia della Toscana, che scrive di questi argomenti fin dagli anni ‘60. Autore di molti saggi di successo, oltre al saggio in questione I Vichinghi in Toscana edito da Press&Archeos nel 2020, ricordiamo anche: Storia di Fiesole (1979), Etruschi, il vincolo dell’unità sacrale (2012) ed infine Urbicus – i gladiatori di Firenze (2015).

vichinghi pecchioni

La storia dei Vichinghi in Toscana secondo Pecchioni

Il saggio è strutturato in dieci capitoli durante i quali siamo presi per mano dall’autore e portati alla scoperta di una storia vichinga, sospesa tra storiografia e leggenda, che attraverso fonti e citazioni prende vita e contorni.

Il saggio inizia con una descrizione e introduzione al popolo vichingo: un popolo che ha significato tanto per l’Europa e che era mosso da una curiositas mista a voglia di conquistare e trovare nuove terre tale da spingersi fin sulle coste del Tirreno e navigare l’Arno.

Questo popolo così rude e bellicoso, incentrava la sua immagine sul far paura all’avversario: indossavano elmi adornati di corna, vestivano pelli e salpavano su enormi navi alla volta di nuove terre da saccheggiare. Nel primo capitolo, presentando il popolo Vichingo, viene messa in evidenza la grande esperienza che avevano in ambito navale tanto che la nave era considerata al pari del tempio per i Greci. Un tempio che era ben studiato e ben costruito con tecniche all’avanguardia per l’epoca. Un dettaglio che viene sottolineato nel saggio è la grande presenza di strumenti per orientarsi: l’autore elenca una serie di strumenti presenti a bordo tra i quali l’astrolabio e un cristallo particolare, la Cordierite, utile per poter localizzarsi nei giorni di nebbia e brutto tempo. Strumenti e conoscenze, ricordiamo, all’avanguardia per l’epoca.

Una domanda nasce quindi spontanea, in che periodo storico sono arrivati i Vichinghi in Toscana? Il Pecchioni lo spiega sapientemente nel terzo capitolo del saggio inquadrando le incursioni vichinghe in un contesto Medievale. Secondo le ricostruzioni infatti, i Vichinghi avrebbero compiuto le loro prime incursioni in Europa intorno al IX e all’XI secolo. Naturalmente più si avvicinavano al bacino del Mediterraneo più sentivano parlare di Roma come città leggendaria, queste “dicerie” stuzzicarono l’ambizione dei norreni e fecero nascere in loro la voglia di vedere e magari conquistare questa città. L’idea e la voglia di spingersi fino a Roma si concretizzò solo intorno all’859/861 quando il conte Hastein e Björn Jaernsida guidarono una spedizione nel Mediterraneo.

Proprio nell’arrivare a Roma, dopo una breve incursione in Provenza salparono alla volta della Tuscia.

Con il quarto capitolo inizia quello che è il fulcro del saggio: l’autore ci accompagna al fianco dei Vichinghi nella loro incursione toscana attraverso le fonti dell’epoca che si fondono in un racconto fatto di leggenda e realtà. Questo carattere di una storia che si biforca, peculiare nel saggio, emerge maggiormente quando si affronta l’argomento del sacco di Luni. Un misunderstanding dell’epoca dovuto a calcoli e previsioni errate che fecero credere ai Vichinghi di essere giunti a Roma! L’autore in questo caso sottolinea come con più probabilità siano stati Saraceni a saccheggiare Luni anche loro attivi in quel periodo sulle coste italiche. Nei capitoli finali si sviluppano temi e si analizzano quelle voci e fonti che vedendo i Vichinghi prima a Pisa, poi a Firenze e si analizza la “mitica” battaglia sull’Arno. Negli ultimi capitoli emerge tutto l’argomento di base del saggio, ampiamente sviluppati dall’autore, siamo condotti alla scoperta di una toscana inedita in cui si intrecciano storia, leggenda e mitologia religiosa. 

Ciò che questa storia ci lascia

I Vichinghi in Toscana di Enio Pecchioni è un saggio che nella sua brevità riesce a stuzzicare la curiosità del lettore. Una scrittura fluida e piacevole intervallata da citazioni di fonti dell’epoca che conferisce quel quid di piacere nella lettura. In questo saggio siamo costantemente guidati dall’autore che, con estrema semplicità, ci aiuta a destreggiare tra la leggenda e la storiografia grazie soprattutto all’abile l’uso di citazioni delle fonti che in questo caso è fondamentale.

L’apparato storico è ben bilanciato, peculiare e saggia la scelta di dedicare i primi capitoli a tracciare una storia schematica ma approfondita del mondo norreno, dell’epoca storica e del contesto geografico. Questo aspetto permette una lettura scorrevole anche a chi non ha un’ampia conoscenza del mondo vichingo ma vuole approcciarsi e saperne di più. 

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I Vichinghi in Toscana – Enio Pecchioni – Press&Archeos ©

Bibliografia

📖 Vichinghi in Toscana. Il sacco di Pisa, l’assedio a Firenze, la presa di Fiesole - Enio Pecchioni - Press & Archeos - 2020

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a cura di

Myriam Venezia

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