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Urbicus, i Gladiatori di Firenze di Spini e Pecchioni

Siamo abituati a pensare ai Gladiatori che vivono e giocano a Roma, nel Colosseo tra i fasti e le urla del popolo e tifosi. Non è naturalmente così, come possiamo facilmente intuire i Gladiatori vivevano e operavano in diverse grandi città dell’impero. Giovanni Spini ed Enio Pecchioni riportano in primo piano la figura del gladiatore lontana da Roma: in un saggio/romanzo scritto a quattro mani emerge la figura di Urbicus, un gladiatore fiorentino che ha combattuto a Milano.

Enio Pecchioni è appassionato di Storia della Toscana e scrive di questi argomenti fin dagli anni ‘60. Autore di molti saggi di successo, ricordiamo I Vichinghi in Toscana (2020), Storia di Fiesole (1979), Etruschi, il vincolo dell’unità sacrale (2012) editi da Press&Archeos.

Giovanni Spini, ferrarese classe 1947 è un romanziere e saggista, è membro della Commissione Storica della Foundation for Sports History e con Press&Archeos ha pubblicato: “Io sono Atropo” (2017) ed alcuni saggi, tra cui “Figli di Enea” (2014), “Totila e Belisario” (2013) e sempre a quattro mani con il Pecchioni “Firenze Etrusca” (2011).

La storia di Urbicus

Il libro è molto particolare nella sua struttura, dieci capitoli: cinque capitoli dedicati al racconto, romanzato della vita di Urbicus e cinque  piccoli saggi che raccontano e spiegano con rigore e fonti ben documentate e con il supporto di foto e ricostruzioni i luoghi e concetti che vengono toccati nel racconto.

Il racconto di Urbicus e della sua breve vita si intreccia in maniera sublime alla parte saggistica del libro facendoci visualizzare con un certo rigore i luoghi che vive Urbicus e la sua famiglia.

Monumento agli dèi Mani. A Urbico, inseguitore di prima posizione, di origine fiorentino, che combatté tredici volte, visse ventidue anni; Olimpia (sua) figlia che lasciò a cinque mesi, la figlia Fortunense, la moglie Lauricia (dedicano) al marito che ha ben meritato,con cui visse sette anni. (Questo è un avvertimento) per chi uccide chi vinse. I suoi tifosi terranno viva la sua memoria.

Partendo da questa iscrizione su una lapide ritrovata a Milano, si viene condotti nella vita di un gladiatore Urbicus, del suo “allenatore” ed i suoi compagni e di sua moglie, dei sogni e delle aspettative che Urbicus e Lauricia avevano per il loro futuro come famiglia.

Urbicus, nato da due schiavi a Florentia decide di diventare gladiatore per poter riscattarsi e vivere libero per dare un giorno una vita libera e prospera ai suoi figli e far vivere una vita degna alla sua amata moglie.

Urbicus è costretto quindi ad arruolarsi come gladiatore, è stata una scelta difficile, sofferta e sicuramente pesante da affrontare per un giovane ragazzo come lui. Il racconto si apre con uno spaccato sulla scuola di gladiatori di Florentia, Urbicus che si confida con il suo istruttore Manlio rivelando quelli che sono i suoi sogni e le sue aspirazioni e ricevendo qualche piccolo consiglio extra.

Urbicus cresce come gladiatore e come uomo, lo ritroviamo padre e gladiatore alla sua primissima lotta nell’arena, in questo capitolo, denso ed estremamente espressivo riusciamo ad entrare nei pensieri che affollano la mente di Urbicus, le paure di non farcela, di non essere acclamato e di non uscire vivo dall’arena. Siamo poi catapultati insieme ad Urbicus in una furiosa lotta con il suo avversario, l’unico istinto di Urbicus è sopravvivere, mettere in pratica gli insegnamenti appresi e cercare di sconfiggere l’avversario per sentire il boato del pubblico che lo acclamava e la libertà sempre più vicina.

Urbicus vince, vince anche i seguenti tredici scontri, era acclamato e ben voluto da tutti i suoi tifosi e si era affezionato anche a qualche collega con cui soleva trascorrere del tempo dopo gli allenamenti. Urbicus era riuscito ad ottenere la vita che aveva sperato, dopo pochi anni si trasferì a Mediolanum e anche lì iniziò un periodo fortunato di vittorie fino a quando non morì. La sua morte rimane un mistero che il racconto tenterà di sciogliere lasciando quel dolce amaro in bocca al lettore e quella voglia di saperne di più.

Ciò che questo libro ci lascia

Il racconto è ben articolato, si alternano momenti di suspense e momenti concitati che ti permettono di entrare nell’azione, non mancano momenti leggeri e piccanti che permettono di capire a trecentosessanta gradi la vita di un gladiatore tra vizi e virtù. I capitoli relativi alla saggistica sono altrettanto interessanti e la dicotomia saggio-racconto si incastra molto bene facendo “vedere” storicamente i luoghi citati e diramando quanto più possibile l’alone narrativo che circonda la storia di Urbicus.

Dai cinque capitoli rimanenti si scopre un lato di Firenze inedito, una Firenze romana che non siamo sempre abituati a pensare. Una Firenze inedita e nascosta che si impara a scoprire anche grazie al supporto di materiale fotografico. Inoltre di supporto alla lettura e come apparato didascalico troviamo in appendice un elenco alfabetico con relativa spiegazione delle principali categorie di gladiatori ed un glossario con i nomi che possiamo incontrare durante la lettura sia tecnici che di costume.

Il libro grazie a queste due piccole appendici può essere letto da chiunque, non serve avere una grande cultura sulla Roma Antica né sulle singole città citate. E’ breve e scorrevole adatto per una lettura rilassante ma che ti lascia quel pizzico di nozione e curiosità. Un libro ben scritto, ben articolato, intrigante se si vuole scoprire un lato inedito di Firenze. Consigliatissimo anche in vista delle letture estive!

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Urbicus, i Gladiatori di Firenze – G. Spini e E. Pecchioni – Press&Archeos ©

Bibliografia

📖 Urbicus. I Gladiatori di Firenze - Giovanni Spini e Enio Pecchioni - Press&Archeos - 2020

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a cura di

Myriam Venezia

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