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Il Museo Paleontologico di Montevarchi (AR)

Il Museo Paleontologico di Montevarchi (AR) nasce all’inizio del XIX secolo all’interno dell’attività dell’Accademia Valdarnese del Poggio, associazione di promozione sociale fondata nel 1805 a Figline. Nel 1829 il Museo fu aperto in via definitiva al pubblico nella nuova sede di Montevarchi, e da allora la sua collezione si è notevolmente ampliata grazie a donazioni e nuove scoperte in campo paleontologico.

Il Museo

La nuova esposizione, inaugurata nel 2014, comprende una selezione dei 3000 reperti della collezione, provenienti quasi esclusivamente dal Valdarno Superiore, di età compresa fra il Pliocene superiore e il Pleistocene inferiore, permettendo al visitatore un viaggio nel tempo di milioni di anni. 

Situato nei locali dell’antico convento francescano del XIV secolo di San Lodovico, e attorniato da uno splendido chiostro con tracce di antichi affreschi, il Museo Paleontologico si raggiunge da Via Poggio Bracciolini (già Via dei Musei) a pochi passi da Piazza Varchi, la piazza centrale del centro storico di Montevarchi.

All’ingresso veniamo accolti da Gastone un esemplare di spettacolare dimensione, seppur parziale, di Mammuthus meridionalis, elefante che poteva superare i 4 metri di altezza e raggiungere i 200 quintali di peso.

Museo Paleontologico di Montevarchi: Gastone e l’ingresso del museo – StorieParallele ©

Il percorso museale

Alla reception facciamo la conoscenza della Direttrice Elena Facchino, che avremo la fortuna di avere come guida durante la nostra visita nelle sale del museo.

La Biblioteca Poggiana

Per accedere alla prima sala dell’esposizione attraversiamo la meravigliosa Sala Grande della Biblioteca Poggiana, in cui sono conservati circa 10.000 volumi tra cui incunaboli e centinaia di cinquecentine, che contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva, quasi fiabesca; non a caso il museo è solito organizzare eventi chiamati “Notti al Museo” dove i giovanissimi partecipanti passano la notte fra antichi volumi e reperti archeologici dormendo proprio nella Biblioteca.

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Museo Paleontologico di Montevarchi: alcuni scatti della biblioteca – StorieParallele ©

Un “Museo nel Museo”: ricordi del vecchio allestimento

Il percorso museale inizia con il “Museo nel Museo”, una prima sezione dedicata alla memoria del vecchio allestimento, caratterizzata dagli antichi armadi di legno scuro, in contrasto con un interno rivestito di un azzurro acceso. Da notare la presenza di preziosi cartellini espositivi di fine Ottocento, accuratamente scritti a mano.

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Museo Paleontologico di Montevarchi: alcuni scatti del vecchio allestimento – StorieParallele ©

La storia del Valdarno

Dopo aver vissuto l’atmosfera del “Museo com’era” ci si immerge nel nuovo allestimento grazie alle suggestive immagini dei grandi protagonisti della storia paleontologica del Valdarno, presentate con una brillante soluzione anamorfica a cura dell’artista Stella Battaglia.

Affacciandosi nel secondo corridoio, il percorso museale prevede un balzo nel tempo al Valdarno superiore di 3 milioni di anni fa, attraverso esemplari rari e selezionati inseriti nelle rispettive ricostruzioni ambientali. Il visitatore può così seguire le principali variazioni climatiche che hanno accompagnato la storia naturale del Valdarno, e i conseguenti cambiamenti che hanno interessato la flora e la fauna locale.

Museo Paleontologico di Montevarchi: alcune vetrine del nuovo allestimento – StorieParallele ©

Nella prima fase (3.100.000 di anni fa) il Valdarno superiore ospitava paludi e foreste caldo-umide, dimora di mastodonti, tapiri, rinoceronti, orsi neri primitivi e testuggini. Circa 2,6 milioni di anni fa, il forte raffreddamento globale segnò l’inizio del periodo delle glaciazioni ed ebbe profondi effetti sul Valdarno superiore. Alle foreste caldo-umide succedette un ambiente di savana boscosa; ciò determinò la parziale scomparsa dei brucatori, sostituiti da pascolatori di grande taglia, quali elefanti e cervidi, mentre nelle savane ai predatori da agguato, come le tigri dai denti a sciabola e pantere, si aggiunsero iene giganti e canidi, simili ai lupi e ai coyote attuali.

Una vetrina a sé è dedicata all’eccezionale sito di Poggio Rosso, un accumulo di resti di pasto della iena gigante Pachycrocuta brevirostris, formatosi in un episodio di forte aridità. Procedendo lungo il percorso museale arriviamo infine alla terza fase di riempimento del Valdarno, datata circa 200.000-100.000 anni fa, caratterizzata da un nuovo complesso faunistico e dalla comparsa della presenza umana. Nella vetrina dedicata, figurano resti di un grande elefante di provenienza africana, quelli di mammut, cavallo selvatico, rinoceronte di steppa, uro, bisonte e cervo gigante, oltre a quelli di specie a noi più familiari, quali il cervo, capriolo e lupo. 

Il viaggio nel tempo si completa con uno sguardo riassuntivo delle principali fasi dell’evoluzione umana, offerto dalla vetrina finale del percorso museale. È in realtà il preludio di quanto il visitatore vedrà al piano terreno del Museo, dove potrà ammirare i resti dell’elefante di Campitello, insieme ai quali sono stati rinvenuti strumenti litici che mostrano i residui di un mastice ricavato dalla resina di betulla, utilizzato per “incollare” i manufatti ai manici di legno; si trattano dunque, degli strumenti litici immanicati più antichi del mondo!

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Museo Paleontologico di Montevarchi: le vetrine dedicate all’evoluzione umana e all’elefante di Campitello – StorieParallele ©

Sezione Archeologica

Inaugurata nell’aprile 2016, completa il percorso paleontologico la sezione archeologica, andando ad approfondire il processo di antropizzazione del territorio. Dedicato allo studioso valdarnese Alvaro Tracchi, l’allestimento dei materiali archeologici mantiene le vetrine originali del museo, accompagnando il visitatore in un viaggio nella storia del Valdarno. I materiali ceramici sono testimonianze fondamentali delle produzioni più rappresentative del Valdarno – dal bucchero all’aretina – e dei luoghi dove gli oggetti hanno preso forma e sono stati usati.

Nella Sala del Camino trovano spazio la collezione di reperti etruschi provenienti dal viterbese. Sono esposte brocche, piatti, coppe, calici in ceramica a vernice nera e in sigillata italica. Sono presenti anche alcuni gli oggetti utili per la cosmesi, come ampullae per unguenti profumati o gli specchi in bronzo.

La Sala Tracchi propone una selezione dei reperti archeologici raccolti da Alvaro Tracchi in anni di ricognizioni sistematiche sul territorio, basate sulla storia del periodo classico e sulle testimonianze dei resti archeologici etruschi e romani.

Museo Paleontologico di Montevarchi: alcune vetrine della collezione archeologica – StorieParallele ©

S.O.S Mammuthus!

Nel 2017 l’esposizione di fossili si è ulteriormente arricchita con l’arrivo di Otello, Mammuthus meridionalis rinvenuto presso Terranuova Bracciolini località Tasso. Per finanziare lo scavo di Otello, il museo ha lanciato una campagna di reperimento fondi chiamata “S.O.S Mammuthus: aspetto il tuo aiuto da oltre un milione di anni” finalizzata, oltre che al reperimento delle risorse necessarie per sostenere lo scavo, il restauro e la musealizzazione del ritrovamento, anche a portare all’attenzione della collettività una nuova testimonianza fossile, così da rendere tutti i cittadini del territorio partecipi di questa nuovo importante ritrovamento. Ed è stato proprio l’elemento partecipativo a costituire uno dei cardini di questo progetto: infatti, chiunque avesse contribuito con una donazione, avrebbe avuto la possibilità di votare il nome del nuovo ospite del museo all’interno di una rosa di 6 nomi.   

Museo Paleontologico di Montevarchi: il restauro e lo scavo di Otello – StorieParallele ©

La valorizzazione di un territorio

Il Museo Paleontologico di Montevarchi è una gemma culturale preziosissima per tutto il Valdarno, territorio che seppur diviso in varie realtà politico – amministrative, trova la sua unità in un elemento geologico, le Balze, che per secoli hanno custodito e poi restituito alla comunità uno straordinario patrimonio fossile. Cosa aspettate a visitarlo?

ArcheoIntervista al Museo!

Abbiamo incontrato la Dott.ssa Elena Facchino, direttrice del Museo Paleontologico di Montevarchi, che in questa breve intervista ci racconta la storia di Otello, dal suo ritrovamento fortuito sino alla musealizzazione dopo il restauro.

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Bibliografia

💻 accademiadelpoggio.it
💻 museopaleontologicomontevarchi.it

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a cura di

Niccolò Renzi

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