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Il Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano

Il Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano raccoglie le testimonianze archeologiche e storiche di tutto il comprensorio del Mugello, Alto Mugello e della Val di Sieve. La sua inaugurazione, avvenuta nell’autunno del 2008, è frutto di oltre trent’anni di ricerche archeologiche da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, gli Enti dell’area e il gruppo archeologico volontario, nell’ottica di valorizzare il patrimonio locale.

I luoghi del Museo

Dicomano sorge lungo la Strada Statale Tosco-Romagnola, lungo la riva sinistra della Sieve alla confluenza con il torrente Comano, all’incrocio fra il Mugello e la Valdisieve. In un ampio orizzonte cronologico che si snoda a partire dalla Preistoria sino al Rinascimento, nel Museo possiamo trovare le testimonianze archeologiche e storiche di tutto il comprensorio, provenienti dallo scavo di emergenza effettuato per l’invaso di Bilancino, dagli scavi archeologici dei siti “I Monti” (San Piero a Sieve), Poggio Colla (Vicchio), San Martino a Poggio (Dicomano), Cuoiano – podere Massapaia (Vaglia), Ortali – Mantigno (Palazzuolo sul Senio), Borgo San Lorenzo e Cafaggiolo.

Il percorso di visita

Ospitato nei locali a piano terreno del Palazzo Comunale, il percorso museale è articolato ad anello, snodandosi in 8 sale, per un totale di 18 vetrine.  Il visitatore può scegliere di visitare il museo seguendo due distinte linee guida: quella cronologico-topografica dal titolo I tempi e i luoghi e quella didattico-tematica Le opere e i riti. Ogni vetrina è dotata di una propria cartina e di un pannello espositivo, che colloca i reperti in un quadro d’insieme fondamentale per comprenderne la storia.

Preistoria e Protostoria

La più antica presenza umana nell’area del Mugello è fatta risalire al Paleolitico inferiore, ovvero circa un milione di anni fa, quando nella nostra penisola si andarono diffondendosi comunità di cacciatori-raccoglitori. Proprio durante il Paleolitico si assistette a forti variazioni climatiche, con lunghi episodi di glaciazioni, che condizionarono il popolamento di quest’area prevalentemente montana. Durante le interglaciazioni, grazie allo scioglimento dei ghiacciai e un clima più mite, le aree montane del Mugello divenivano ospitali, sia per i branchi di animali selvatici che per gruppi umani, i quali impiantavano i loro bivacchi.

Durante i lavori per l’invaso di Bilancino (Barberino di Mugello), fra il 1995 e il 1996, fu portato alla luce un insediamento umano, oggi ricoperto dall’acqua del lago. Il suolo abitato, sigillato dal limo del fiume Sieve, si presentava in eccezionali condizioni di conservazione e ci parla della vita quotidiana di questo accampamento estivo, i cui abitanti erano dediti alla lavorazione di piante palustri. Difatti, sono stati rinvenuti numerosi bulini per sfrangiare le foglie di tifa, per la realizzazione di corde, ceste e stuoie. Non solo, le radici essiccate di questa pianta erano polverizzate da mortai, dando luogo ad una delle più antiche farine d’Europa. Fra i rinvenimenti, numerosi gli esemplari di grattatoi, di raschiatoi, di becchi perforatori e altre tipologie di punte e lame, oltre ad alcuni pezzi, anche frammentari, di produzione ceramica, prevalentemente in impasto grezzo.

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Alcuni dettagli della vetrina dedicata ai reperti preistorici – Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano ©

Età orientalizzante ed età arcaica

Il Mugello e la Val di Sieve costituivano un territorio di mezzo, fra l’Etruria settentrionale e l’Etruria padana, zona caratterizzata da piccoli nuclei commerciali e agricoli sparsi, facenti capo alla più grande città di Fiesole. Di particolare rilevanza per questa fase è il sito archeologico denominato “I Monti”, che si snoda lungo i fianchi dell’altura ove oggi è costruita la Fortezza di San Martino e San Piero a Sieve. La posizione dominante della collina ha da sempre reso il luogo ottimale per ospitare i centri di controllo del territorio delle varie popolazioni che si sono succedute. Il sito si compone di tre parti principali: una necropoli di tombe a pozzetto, ove sono stati rinvenuti alcuni corredi; una grande struttura muraria, larga un metro e abbellita da tegole, coppi rossi e antefisse; un’area produttiva, composta da due fornaci a fossa sovrapposte. Nelle vetrine possiamo ammirare alcuni esemplari di olle strigilate, alcuni utensili di bronzo, ornamenti femminili, frammenti di ceramica in argilla depurata, rocchetti e fuseruole.

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Alcuni dettagli delle vetrine dedicate ai reperti dell’età orientalizzante ed arcaica – Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano ©

Luoghi di culto

Considerati il popolo più religioso dai propri contemporanei, degli Etruschi si hanno numerosissime testimonianze cultuali. Nel comprensorio, i luoghi dedicati al culto etrusco sono i santuari del Monte Falterona, di Poggio Colla e di Monte Giovi. Tutti caratterizzati da una posizione dominante sul territorio circostante, hanno la caratteristica di essere reciprocamente visibili.

Poggio Colla, nei pressi di Vicchio, è stato un insediamento etrusco dalla metà del VII secolo a.C. sino alla sua distruzione, probabilmente avvenuta per mano romana, attorno al 188 a.C. Conosciuta sin dai primi anni del secolo scorso, l’area è stata sottoposta ad indagine archeologica solo a partire dal 1968. È stata portata alla luce un’acropoli fortificata, costruita sopra un tempio molto probabilmente oggetto di distruzione rituale.

Monte Giovi funge da spartiacque fra la valle della Sieve e quella dell’Arno. Il suo toponimo ci fa intendere l’importanza del luogo, confermata nel tempo da alcuni ritrovamenti fortuiti: durante i lavori del manto stradale, occorsi nel 1972, venne infatti alla luce un bronzetto votivo. Successive ricognizioni, organizzate tra il 1979 e il 1980, furono localizzate oltre duemila punte di freccia e di giavellotto in ferro, oltre a due bronzetti simili al primo: incrostazioni e ossidazioni lasciano ipotizzare al riempimento di una fossa cultuale.

Alcuni dettagli delle vetrine dedicate ai reperti legati al culto – Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano ©

Le Pietre Fiesolane

Di particolare bellezza l’allestimento della sala che accoglie le cosiddette Pietre Fiesolane, segnacoli funerari che gli Etruschi ponevano in corrispondenza di tombe appartenenti a personaggi di ceto elevato. Caratteristici del territorio mugellano, fiorentino e pistoiese, la loro originaria collocazione è ignota per tutti gli esemplari sinora conosciuti: nessuno è stato infatti recuperato nel luogo in cui erano stati posti in origine. In base alla forma che presenta il supporto, a lastra o a parallelepipedo, possono essere distinte rispettivamente in stele e cippi.

Fra tutti, spicca il calco di una stele rinvenuta nel 1871 in un podere nei pressi di Londa in Mugello, il cui originale è stato donato al Museo Archeologico Nazionale di Firenze dal Marchese Strozzi. Questa si presenta sagomata a goccia e su una delle due facce del corpo troviamo il bassorilievo di una figura femminile. Dal profilo sfuggente e dal mento pronunciato, la donna è raffigurata seduta e nella mano destra cinge un ramoscello con tre melagrane. Porta una lunga veste, a maniche lunghe e indossa dei calzari con la punta rialzata.

Testimonianze funerarie di età arcaica

Un esempio significativo di corredo funerario è quello delle necropoli di tombe a fossa individuate a Mantigno, nei pressi di Palazzuolo sul Senio. Fra queste, gli archeologi hanno rinvenuto una sepoltura maschile inviolata. Il corredo, composto da 18 reperti, era ricoperto da uno strato di riempimento sabbioso giallo e presentava numerose armi, fra cui un elmo in bronzo databile al VI secolo a.C., oltre ad alcuni oggetti personali e da banchetto. I ritrovamenti fortuiti, avvenuti durante l’aratura di alcuni terreni, avevano portato ad effettuare alcuni saggi di accertamento e analisi di tipo stratigrafico, nel maggio del 1992.

L’età ellenistica

Il territorio del Mugello e della Val di Sieve ha per ora restituito solo sporadiche testimonianze di quella che è definita come età ellenistica. Questo periodo, per quanto riguarda il territorio in questione, è caratterizzato da insediamenti etruschi situati soprattutto su alture, in posizioni privilegiate da un punto di vista strategico-difensivo e di viabilità. Ne sono un esempio Frascole (Dicomano), Poggio Colla (Vicchio), Nevale (Palazzuolo sul Senio) e Monte Giovi.

L’area archeologica di San Martino al Poggio (Frascole) risulta particolarmente interessante, poiché il lato nord della chiesetta medievale dedicata al santo è in condivisione con un preesistente edificio etrusco. I recenti scavi archeologici hanno liberato tutte le stratigrafie, portando alla luce una precedente fase poi distrutta dal successivo edificio ellenistico. Di dimensioni considerevoli e a pianta rettangolare, l’edificio si presenta diviso in tre spazi quadrati. Questa particolare conformazione, unitamente al ritrovamento di reperti di particolare significato, ha accreditato l’ipotesi che l’edificio fosse un tempio, tesi avvalorata dalla continuità del culto cristiano nella stessa area. Di particolare importanza sono una piccola gamba in bronzo votiva e alcuni frammenti ceramici riportanti iscrizioni etrusche riferibili al possesso (o alla dedica) della nota famiglia etrusca Velasna.

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Alcuni dettagli delle vetrine dedicate ai reperti legati all’età ellenistica – Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano ©

Insediamenti romani

La romanizzazione del comprensorio venne favorita dall’apertura della nobiltà etrusca agli usi romani. La toponomastica stessa ci è testimone principe della presenza romana: Dicomano, Vicchio, Palazzuolo sono tutti nomi di evidente origine latina. Resti di antiche fattorie sono reperibili sia nella zona collinare del Mugello, nei pressi di Scarperia e Dicomano, che in quella montana, come Marradi, Palazzuolo sul Senio e Vaglia.

Proprio nel podere Massapaia, nei pressi di Vaglia, è stato rinvenuto un piccolo insediamento di età imperiale, forse con lo scopo di controllare il territorio e fungere da snodo comunicativo dell’Appennino. Grazie ad alcuni affioramenti ceramici, dovuti alle lavorazioni agricole dei terreni, sono state riportate alla luce alcune strutture murarie, riconducibili a due distinti edifici. Lo scavo ha rinvenuto non solo materiali ceramici, ma anche metallici e numismatici, piuttosto consistenti se proporzionati all’estensione del sito. Proprio il rinvenimento di un denario d’argento di Vespasiano colloca il periodo di frequentazione della zona alla piena età imperiale.

Alcuni dettagli delle vetrine dedicate ai reperti all’età romana – Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano ©

Medioevo e Rinascimento

Le prime testimonianze storiche riferibili al medioevo mugellano ruotano sicuramente attorno alle famiglie dei Guidi e degli Ubaldini. Nel territorio compreso fra Barberino, Firenzuola e Vaglia sono attestati oltre 80 castelli, databili fra il XI e il XIII secolo. Fra le pievi vogliamo ricordare San Cresci in Valcava e Sant’Agata, mentre le fortificazioni medievali si trovano a Pomino e Scianello.

Impossibile non parlare del Ponte del Colombaiotto, attraversamento della Sieve nella strada fra Firenze e Bologna. I resti tornarono alla luce durante gli scavi per il bacino idrico di Bilancino, mentre parte dei resti architettonici furono rinvenuti nel 1995 presso la villa medicea di Cafaggiolo. Le analisi al radiocarbonio, eseguite sulle palificazioni in legno, hanno datato la struttura tra l’XI e il XII secolo.

Lo scavo alla villa medicea di Cafaggiolo hanno approfondito le conoscenze sulla fornace e sulla ceramica smaltata, in particolare sull’intero ciclo produttivo della manifattura, attiva a partire dalla fine del 1400. Purtroppo, non è stata individuata nessuna delle strutture produttive, ma solo due ributti di fornace, ricchissimi di prodotti di lavorazione, come fili di rame e strumentazioni come i distanziatori, e stoviglie di uso domestico, in uso nella villa. Anche i numerosi scarti di lavorazione ci parlano della varietà di stoviglie prodotte dalla fornace, sia in maiolica che in ceramica graffiata, marmorizzata e schizzata.

La produzione ceramica era un’attività fortemente caratterizzante anche di Borgo San Lorenzo, dove fra il XVI e il XVIII secolo è attestata la presenza di almeno otto fornaci, che lo rendevano un centro produttivo importante.

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Alcuni dettagli delle vetrine dedicate ai reperti all’età medievale e rinascimentale – Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano ©

L’importanza della didattica museale

Al Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano, la didattica è posta al centro dell’esperienza museale. Oltre ai pannelli espositivi, che corredano ogni vetrina, il visitatore è accompagnato in un’esperienza ancora più immersiva grazie ai plastici che riproducono alcuni dei contesti archeologici in cui sono stati rinvenuti i pezzi esposti. Numerose sono le attività organizzate in occasione di festività e ricorrenze, fruibili da grandi e piccini.

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Alcuni dettagli delle sale dedicate alla didattica – Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano ©

Tanti musei per la storia di un unico territorio

Il Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano è solo uno dei punti di interesse del più ampio Museo Diffuso del Sistema Museale Mugello Montagna Fiorentina, che comprende ben 18 musei, categorizzati in base alla tematica.

Sistema dei Beni Storico-Artistici:

  • Chini Museo, a Borgo San Lorenzo;
  • Casa di Giotto, in Località Vespignano (Vicchio);
  • Museo di Arte Sacra Beato Angelico, a Vicchio;
  • Raccolta di Arte Sacra, a Sant’Agata (Scarperia e San Piero);
  • Convento di Bosco ai Frati, in Località Lucigliano (Scarperia e San Piero).

Sistema Archeologico:

  • Museo Archeologico Comprensoriale, a Dicomano;
  • Centro di Documentazione Archeologica, a Sant’Agata (Scarperia e San Piero);
  • Museo Archeologico Alto Mugello, a Palazzuolo sul Senio;
  • Scavi Archeologici di Frascole, Località Frascole (Dicomano);
  • Scavi di Montaccianico, Località Montaccianico (Scarperia e San Piero).

Sistema Demo Etno Antropologico:

  • Museo dei ferri taglienti, a Scarperia e San Piero;
  • Sant’Agata Artigiana e Contadina di Leprino, a Sant’Agata (Scarperia e San Piero);
  • MuGot Museo Gotica Toscana, in Località Ponzalla (Scarperia e San Piero);
  • Museo della Civiltà Contadina Casa D’Erci, in Località Grezzano (Borgo San Lorenzo);
  • Mulino Faini, in Località Grezzano (Borgo San Lorenzo).

Oltre a questi, ricordiamo anche Museo del Paesaggio storico dell’Appennino, in Località Moscheta (Firenzuola) e il Museo dei bambini di Borgo San Lorenzo. Noi di StorieParallele abbiamo intenzione di visitarli tutti… e voi, cosa aspettate?

ArcheoIntervista al Museo!

Abbiamo incontrato la Dott.ssa Caterina Zaru, operatrice museale del Museo Archeologico Comprensoriale di Dicomano, che in questa breve intervista ci illustra brevemente la storia del territorio ed il percorso espositivo che accoglie il visitatore nelle sale del museo.

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Bibliografia

Museo Archeologico Comprensoriale del Mugello e della Val di Sieve - Catalogo dell'esposizione - AA.VV. - Aska Editore 2009

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a cura di

Martina Tapinassi

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