Le sale del Museo Archeologico Regionale di Aosta guidano il visitatore in un viaggio nel tempo, dalla Preistoria al Medioevo, del territorio valdostano grazie ad un numero importante di testimonianze significative della presenza dell’uomo. L’allestimento guida il visitatore in un percorso cronologico che copre più questo lungo arco cronologico anche con l’ausilio sensoriale di supporti multimediali interattivi oltre alle vetrine dotate di cassetti ove sono poste copie dei reperti perché al MAR di Aosta è obbligatorio toccare!
La storia del MAR
Una sede storica quella del Museo Archeologico Regionale di Aosta, che ha visto molte destinazioni d’uso nel corso dei secoli: edificio sorto sui resti romani della Porta Principalis Sinistra, già casa forte nel Medioevo, fu poi trasformato in un monastero nel Seicento e ancora in caserma nell’Ottocento. Nel XVII secolo, infatti, le suore seguaci di Jeanne de Chantal vi fondarono il monastero della Visitazione. Nel 1802, nel pieno dell’epoca napoleonica, l’ordine monastico venne cacciato e l’edificio venne trasformato in una caserma militare.
Nel 1992, a conclusione dei lavori di restauro, venne inaugurata la sezione dedicata alla storia dell’archeologia con l’esposizione di alcuni degli oggetti più significativi per l’epoca romana. Occorrerà attendere il 2004 e nuovamente il 2010 per arrivare alla veste attuale del museo allestito anche “a misura di bambino”. Il MAR è il catalizzatore della cultura romana espressa attraverso i suoi siti musealizzati, tra cui il Criptoportico, il Teatro romano, la Villa della Consolata, la Basilica funeraria fuori Porta Decumana, il complesso paleocristiano di San Lorenzo e l’area delle abitazioni popolari sotto i Giardini dei Ragazzi. E’ il fulcro del museo diffuso della città romana.

Il percorso di visita
Il criterio scelto per l’allestimento del MAR è particolarmente vincente: dovendo tenere conto dell’articolazione dell’edificio storico, diviso in ambienti irregolari e posti in sequenza con un percorso obbligato, i reperti vengono proposti in maniera simultaneamente cronologica e tematica. Le epoche preistorica e protostorica sono testimoniate dai reperti provenienti dai primi insediamenti umani nel territorio valdostano e da alcune delle stele antropomorfe rinvenute nell’area megalitica aostana di Saint-Martin-de-Corléans. L’epoca romana domina la scena e pressoché tutte le sale sono dedicate ad Augusta Prætoria e sono allestite tematicamente, dai riti funerari all‘epigrafia, dai culti all‘edilizia pubblica, dalla dimensione domestica alla cura della persona. Il percorso di visita si conclude con uno spazio allestito dedicato all‘avvento del Cristianesimo e all’epoca medioevale. Particolarità di questo spazio museale è l’accesso diretto ad una porzione di area archeologica, sottostante l’edificio, che presenta anche un piccolo allestimento dimostrativo di quello che significa partecipare ad una campagna di scavo.
Sala 1: Collezionismo
In questa prima piccola sala si trovano esposte alcune riproduzioni di tavolette sumere che il canonico Justin Boson, già direttore del Regio Museo Archeologico nel 1929, aveva raccolto durante la sua proficua attività di assiriologo. Questi esemplari sono databili contestualmente la III Dinastia di Ur (2100-2000 a.C. circa), epoca comunemente conosciuta come “rinascita sumerica”. Sono presenti nella sala anche una serie di formelle nord-africane, provenienti dalla Tunisia e acquistate dall’Amministrazione regionale nel 1988. Le formelle fittili, provenienti dall’acquisizione di una collezione privata, fungevano da rivestimento decorativo dei muri ed i soffitti delle basiliche paleocristiane e sono databili tra il V e il VI secolo, provengono probabilmente dall’area tra Cartagine, Kasserina (Cillium), Thèlepte e la regione di Kairouan.

MAR Museo Archeologico Regionale di Aosta ©
Sala 2: Preistoria e Protostoria
Il visitatore è accolto in questa sala da due stele antropomorfe rinvenute nell’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans. Nell’arco alpino, oltre all’area di Saint-Martin, sono noti i ritrovamenti di Sion, nell’attuale Svizzera, coevi e molto simili nella fattura a quelli aostani. I reperti rinvenuti nella regione coprono un arco di tempo che va dal Mesolitico all’Età del Bronzo: quarzi, scalpelli e accette in roccia verde, bracciali di conchiglia, macine per cereali ed una spada in bronzo e la cuspide di una lancia sono solo alcuni dei pezzi ospitati dalle vetrine di questo ambiente. L’Età del Ferro viene documentata da ricchi corredi personali come fibule, armille, anelli da caviglia e da una numerosa collezione di manufatti ceramici. L’allestimento propone anche un modello di capanna risalente all’Età del Rame.

Sala 3: Augusta Praetoria
Questa sala raccoglie le preziosissime attestazioni archeologiche legate alla romanizzazione del territorio. Cattura subito l’attenzione del visitatore l’enorme plastico di Augusta Prætoria che ripropone, in scala 1:200, la ricostruzione dei principali monumenti della città di Aosta risalenti alla fase del I-II secolo d.C. Fa da sfondo una splendida vetrina che propone cronologicamente i reperti numismatici rinvenuti durante le campagne di scavo archeologiche: questi coprono un arco cronologico di circa 500 anni, da Ottaviano Augusto a Romolo Augusto. Nella sala sono presenti anche due allestimenti scenografici: vengono infatti riproposti i locali della bottega di un vasaio e una porzione di cantiere di costruzione della cinta urbica e del basolato stradale.

MAR Museo Archeologico Regionale di Aosta ©
Sala 4 – 5 – 6: Necropoli, riti ed epigrafia funeraria
Numerose le testimoniante attinenti ritualità e vita quotidiana, grazie alla ricchezza dei corredi rinvenuti nelle necropoli extra urbane. Nelle vetrine di queste sale è possibile trovare un abaco, alcuni strumenti per la scrittura, statuette, lucerne, oggetti di uso quotidiano in ceramica e vetro. Non solo, nello spazio dedicato ai riti funerari è possibile ammirare l’urna e le parti in osso rinvenute nella necropoli di Saint-Roch ad Aosta, oltre a due sarcofagi ricomposti venuti alla luce nell’ambito degli scavi della chiesa di Saint-Etienne ad Aosta. Uno spazio a parte è riservato all’epigrafia funeraria, ove troviamo esposti alcuni esempi di produzione locale, come l’iscrizione di Publius Vinesius Firmus, di Valeria Mansueta, di Lucius Bæbatius Fortunatus e dei due liberti della famiglia degli Ofilii.

MAR Museo Archeologico Regionale di Aosta ©
Sala 7 – 8: Culti
All’ingresso delle sale, il visitatore viene accolto da una vetrina che custodisce una serie di statuette, medaglioni, applique e un frammento di lastra bronzea con iscrizione. Di notevole interesse la soluzione espositiva scelta per il balteo raffigurante una scena di lotta tra Romani e Barbari, databile fra la metà e la fine del II secolo d.C. Questo esemplare di pettorale per cavallo da parata, è presentato scenograficamente al visitatore: una teca sospesa a mezza altezza lo colloca a decorazione di un cavallo, riprodotto sul muro retrostante.
Il potenziale sensoriale di questa sala è espresso anche all’allestimento che ruota attorno al Giove Graius: non solo è stata riprodotta una copia in resina a disposizione dei visitatori per essere toccata, è stata anche predisposta una postazione video ove il sito archeologico di rinvenimento viene fedelmente riprodotto, con il rilievo 3D dello stesso Giove.
Gli scavi, condotti nell’ambito di Augusta Praetoria e dei valichi alpini del Grande Piccolo San Bernardo, hanno restituito numerose attestazioni epigrafiche relative ai culti, che possiamo riscontrare in tre altari riportanti iscrizioni votive a Fortuna, alle Matrone e a Mitra. Chiude la sezione una teca contenente la parte superiore di una statuetta bronzea raffigurante Ercole vecchio, recentemente rinvenuta nei sotterranei del MAR, nell’area della Porta Principalis Sinistra.

MAR Museo Archeologico Regionale di Aosta ©
Sala 9 – 10: Edilizia pubblica
Queste sale permettono al visitatore un’esperienza immersiva: la ricostruzione di un forno fusorio introduce alla sezione dell’edilizia pubblica, dove è possibile trovare una selezione di materiali originali degli edifici monumentali di Augusta Prætoria. I reperti frammentari in bronzo fanno cornice agli attrezzi utilizzati per la lavorazione dei metalli. Due le porzioni di intonaco affrescato, rinvenuti all’interno del Teatro romano, oltre ad un’iscrizione imperiale, alcuni frammenti scultorei e una parte di tubo in piombo per l’adduzione dell’acqua. La sezione si chiude con la riproposizione della bottega di un lapicida.

Sala 11: Instrumentum domesticum
L’archeologia del cibo regna sovrana in questa sala, ove è allestita la copia di un thermopolium di stampo pompeiano che rimanda alla vita quotidiana in epoca romana. Questa scenografia, che assicura un’esperienza immersiva al visitatore, ricrea una zona di ristoro con un piccolo braciere, un tavolo per il consumo in loco dei pasti e una sorta di bancone con inserite tre grosse giare in terracotta, le dolia, che contenevano vino e vivande pronte al consumo. Accanto al thermopolium è esposto un gruppo di anfore rinvenute nel territorio aostano, che documenta i ritrovamenti legati alle attività commerciali della colonia. La scenografia è arricchita da una serie di forme vascolari che propongono sementi e alimenti tipici dell’alimentazione romana del tempo.
Nelle vetrine si trovano suppellettili riferiti alla ceramica da fuoco e da dispensa e ceramica fine da mensa. La maggior parte dei reperti provengono dai corredi tombali. Una vetrina viene dedicata completamente alle attività e agli arredi domestici, oltre a strumenti di uso quotidiano come chiavi, lucerne per l’illuminazione dei vani, pesi da telaio, attrezzi per il cucito, complementi d’arredo di mobili e decorazioni in bronzo. La sezione propone anche un prezioso frammento di affresco, proveniente da una domus locale.

Sala 12: Arte a tavola
Il percorso prosegue con un’ulteriore sala, dedicata al tema dell’arte a tavola, che propone reperti che aiutano a ricostruire quello che poteva essere l’apparecchiatura di una tavola di epoca romana. Due le vetrine che accolgono la selezione di oggetti quali brocche, parti di manici di situle (contenitori per l’acqua), posate e una lucerna. Di notevole fattura gli oggetti in vetro, uno dei materiali rinvenuti più di frequente ad Augusta Prætoria. Una riproduzione di un affresco di Pompei fa da sfondo a un bacile in bronzo, di cui non è conosciuta la provenienza, probabilmente appartenere ad una fontana da giardino di un’abitazione privata.

MAR Museo Archeologico Regionale di Aosta ©
Sala 13: Benessere
Lo spazio riservato al benessere chiude la sezione dedicata all’età romana. Un pannello didattico introduce il visitatore agli argomenti delle terme, della cosmesi e della farmacopea, mentre nella vetrina avente come tema la cura della persona e il suo ornamento sono esposti oggetti di varia natura provenienti prevalentemente da contesti funerari: balsamari, pinzette e spatole da toilette, specchi, pettini e spilloni per capelli, monili e gemme. Come nel resto del percorso museale, i cassetti didattici sotto alla vetrina sono a disposizione del pubblico per gli approfondimenti.

Sala 14: Cristianesimo
Chiude il percorso cronologico lo spazio dedicato ai reperti risalenti all’epoca paleocristiana e al medioevo. Un ambone in marmo bianco, rinvenuto in due frammenti nella cattedrale aostana e risalente all’VIII sec. d.C., è stato ricomposto e posizionato su un apposito podio. Nelle vetrine si trovano due bicchieri in vetro soffiato, provenienti dalla necropoli di Saint-Martin-de-Corléans (Aosta), due speroni e una spada rinvenuti nella tomba di un cavaliere sepolto nella chiesa dei SS. Pietro e Orso di Aosta nel XIV sec. d.C. Tra i corredi funerari spiccano alcuni monili femminili: due finissime fibbie burgunde, fibule, anelli risalenti al XVII-XVIII sec. d.C., rosari e anche una coppia di calici e patene del XII-XIII sec. d.C.

MAR Museo Archeologico Regionale di Aosta ©
Sala 15: Labirinti di memorie
Il sottosuolo del MAR porta il visitatore in un viaggio nella comprensione delle molteplici dimensioni che assume una campagna di scavo. Non solo scoperta, ma anche catalogazione e registrazione delle varie fasi di scavo. Reperti, testi, fotografie, disegni: questi gli elementi protagonisti dell’allestimento sotterraneo. Lungo questo percorso, il visitatore viene condotto in un viaggio nella Storia e nell’Archeologia, trovandosi davanti non solo reperti ma anche strumenti del mestiere.

Le altre collezioni
L’esposizione è completata da due collezioni, ospitate in un fabbricato adiacente, cui si accede dal cortile interno. Nelle vetrine della collezione Pautasso, dedicata alla numismatica, sono esposte 720 monete, dall’età greca sino al periodo sabaudo. La collezione Carugo nasce invece dalla passione per il Vicino Oriente e propone al visitatore reperti relativi all’Antico Egitto e alla Mesopotamia.

Un piccolo tour virtuale!
Noi di StorieParallele siamo rimasti molto colpiti, non solo per la bellezza e l’unicità dei reperti esposti in questo museo, ma anche per la tipologia di allestimento che è stata scelta: grazie alle ricostruzioni di alcuni scenari, il visitatore è guidato in un viaggio nel tempo e può godere di un’esperienza immersiva e totalizzante, che riteniamo molto efficace per tutte le fasce d’età.
Vogliamo lasciarvi un piccolo assaggio di quello che abbiamo vissuto visitando il MAR, invitandovi a dedicargli qualche ora del vostro tempo qualora passaste da Aosta. In questa breve clip vi mostriamo la sala dedicata agli instrumentum domesticum, ove è riprodotto un thermopolium di stampo pompeiano: oltre al fuoco accesso, si trovano i dolia incassati nel bancone, colmi di pietanze già pronte al consumo, oltre al tavolo di lavoro imbandito di materie prime.