Questo pregiatissimo mosaico pavimentale, appena restaurato, proviene da un’insula ubicata ad Augusta Raurica: si tratta di un’opera risalente alla fine del II sec. d.C. e rappresenta scene di combattimento tra lottatori.
Gladiatori al MANN
Aspettando la grande mostra del MANN dedicata ai Gladiatori, anche noi di StorieParallele vogliamo dare il nostro contributo per valorizzare digitalmente alcune delle opere che verranno esposte nel Museo a partire dal 31 marzo, data ufficiale dell’inaugurazione.
L’esposizione, nata tra la collaborazione dell’Antikenmuseum di Basilea insieme al Parco Archeologico del Colosseo, raccoglierà circa centosessanta opere nel Salone della Meridiana, disposte in un vivace percorso espositivo di sei sezioni che racconterà i gladiatori e le loro armi.
Particolare attenzione visto il periodo è data all’area social e digitale: in occasione della grande esposizione, sarà ricostruita e riprodotta digitalmente, da Altair 4 Multimedia, la sequenza delle pitture ormai perdute dell’Anfiteatro di Pompei e grazie a queste nuove tecnologie saranno proposti alcuni video che illustrano le tipologie di armature che contraddistinguevano le diverse categorie di gladiatori.

Il mosaico visto da vicino
Il proprietario della domus doveva essere un personaggio di grande rilievo e molto facoltoso: nella sua abitazione sono stati portati alla luce il peristilio e le terme private, mentre gli ambienti principali come la camera da letto e la sala da pranzo, erano interamente pavimentati a mosaico.
Il più bello, e allo stesso tempo più grande, è quello che viene esposto in mostra, dimostrando ancora una volta quanto l’allestimento sia ben pensato e prezioso. Oltre alle dimensioni importanti (6,55 x 9,80 m) la qualità ritrovata dopo il recente restauro è eccezionale: una parte più semplice a decorazione geometrica bianca e nera ospitava il letto (kline) dove i commensali potevano giacere mentre mangiavano; nella seconda parte il riquadro centrale mostrava una fontana a forma di cratere con dei pesci a lato, il tutto illusionisticamente scorciato per chi, da sdraiato, guardava la scena. Il riquadro centrale era concluso da sei scene di gladiatori rappresentati durante la lotta. A seconda della scena vista si potevano esaminare gladiatori che si misurano con spade, pugnali o tridenti; oppure scudi, reti ed elmi.

In particolare colpisce una delle scene, incorniciata da un una decorazione geometrica continua su tutti i quattro lati, inquadra il momento fatidico del combattimento: si suppone che il gladiatore avesse appena ricevuto l’ordine di terminare l’avversario sotto volere dell’Imperatore e del pubblico esaltato dallo scontro.
I due personaggi sono facilmente riconoscibili per via delle loro armi. Erano infatti due mirmilloni dotati di gladio, ovvero la spada corta, ed uno scudo rettangolare ricurvo (scutum) molto simile a quello dato in dotazione alla legione romana. A proteggere il braccio vi era una lorica manica, cioè un parabraccio, mentre per le gambe c’erano degli schinieri a protezione gli stinchi. Al posto del gladio il secondo combattente riverso a terra era dotato di un tridente, quindi probabile un reziario se si considera la lacuna in basso a destra come una rete.