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Medioevo: la questione della periodizzazione

Quando ci avviciniamo allo studio della Storia, una delle prime cose che ci vengono proposte è la periodizzazione delle epoche. Il tempo viene scandito in fasi, delimitate cronologicamente da alcune date chiave, in modo da identificare un certo lasso di tempo caratterizzato da determinate peculiarità.

Il primo autore a periodizzare il Medioevo fu lo storico tedesco Georg Horn: egli ne individuò l’inizio con il 476, data della deposizione Romolo Augustolo, e la fine con il 1453, ovvero la caduta di Costantinopoli sotto il giogo turco. Quella di Horn non è però l’unica periodizzazione proposta. Difatti, altre scuole storiografiche hanno assegnato date diverse, in base alla propria Storia nazionale. Per l’interpretazione italiana, il Medioevo inizia nel 569, anno di arrivo dei Longobardi nella penisola, e termina nel 1492, quando Cristoforo Colombo sbarca nel Nuovo Continente. La storiografia francese ha invece posto l’inizio dell’età di mezzo nel 496, con la conversione del re franco Clodoveo, e la fine coincidente col termine della Guerra dei Cent’anni, nel 1453. Molti sono gli esempi che potrebbero essere fatti e molte sono le date che hanno significativamente avuto la funzione di spartiacque.

Di fatto, non è possibile individuare una data precisa in cui il Mondo Antico è tramontato per lasciare spazio al Medioevo. Sarebbe fuorviante. L’inizio e la fine vanno invece individuati in un arco temporale, spalmato su più secoli, in cui si assiste a trasformazioni sostanziali che cambieranno il volto della Storia.

La cesura col Mondo Antico

Guardando al Medioevo secondo questo diverso punto di vista, dobbiamo individuarne gli albori tra il IV e il VII secolo. In questo lasso di tempo si assiste a:

  • Crisi istituzionale ed economica dell’Impero Romano;
  • Diffusione del Cristianesimo;
  • Invasioni barbariche.

Sempre seguendo lo stesso metodo, possiamo individuarne la fine fra il XIV e il XV secolo, quando si succedettero:

  • Generalizzata crisi demografica europea;
  • Crisi Economiche;
  • Sviluppo della corrente umanistica;
  • Innovazioni tecnologiche e nuove scoperte geografiche.

In questo modo, possiamo dire di aver concretamente collocato il Medioevo cronologicamente: mentre la cesura col Mondo Antico appare più evidente, si assisterà ad una sorta di continuità sotto certi aspetti, nell’età moderna.

La sotto-periodizzazione

Questi mille anni di Storia, concretamente delimitati, mancano però di una coerenza interna. Per ovviare a questa evidenza, il Medioevo è stato suddiviso al suo interno in tre sotto-periodi:

  • per Alto Medioevo si intendono i secoli V-IX, caratterizzati dall’incontro tra romani e popolazioni germaniche e poi normanne, dall’ascesa dei ceti militari e dello sviluppo dell’economia signorile e il fenomeno dell’incastellamento. È il momento in cui si sviluppa il monachesimo di San Benedetto e in cui Maometto fonda l’impero musulmano;
  • il Medioevo Centrale, X-XII secolo, vede la comparsa di nuove figure come il mercante e il chierico, e la spiritualità cristiana viene calata nella vita quotidiana oltre a dare vita alle crociate;
  • nel Basso Medioevo, XIII-XV secolo, si assiste ad una generalizzata crisi economica oltre ad una complessa articolazione della società e alla nascita di nuove classi sociali. È il momento in cui in Europa si formano le grandi monarchie nazionali e in l’Italia si sviluppano le civiltà comunali e il momento di massimo splendore dei Turchi Ottomani.

Una volta stabiliti i confini temporali, una domanda resta aperta: che cos’è il Medioevo?

Bibliografia

📖 Manuale di Storia Medievale - A. Zorzi - Utet - 2016
📖 Storia della Civiltà Europea - vol. 15 Il Medioevo - U. Eco - EM Publishers - 2017

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a cura di

Martina Tapinassi

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