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L’igiene e la cura del corpo

In Mesopotamia ci si lavava con acqua, talvolta sostituita da alcuni olii. Era stato scoperto anche un principio attivo detergente, la soda. Essa veniva ricavata dalle ceneri alcaline di una pianta saponaria, la Salsola kali. 

Dagli scavi effettuati in alcuni siti archeologici, è emersa la presenza di impianti sanitari, soprattutto in strutture palatine. Ne è un esempio la stanza da bagno della sala 7 del palazzo di Mari: in essa furono rinvenute due vasche da bagno realizzate in ceramica, installate su un pavimento lastricato a tenuta stagna.

Per quanto riguarda l’igiene dentaria, invece, venivano masticate delle piante considerate purificatrici, con cadenza quotidiana.

Inoltre, l’unzione del corpo per mezzo di olio profumato era una pratica molto diffusa, anche a protezione della pelle, perennemente esposta all’aggressività del vento e del sole. Difatti, l’olio di sesamo faceva parte delle razioni regolari ricevute dai lavoratori come paga. Era inoltre opinione diffusa che il cattivo odore potesse creare turbamento agli dèi.

Gli oli profumati venivano ottenuti tramite un processo di macerazione di materiali grezzi come legno di mirto, cedro, bosso, cipresso, canne odorose, oppure di forme resinose, come il kukrum.

Del periodo medioassiro conosciamo alcune ricette di profumi, riportanti alcuni passaggi assimilabili ad un processo di distillazione.

Bibliografia

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a cura di

Martina Tapinassi

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