Archeologia
del Cibo

Una delle costanti che accompagna l’uomo dalla Preistoria ai giorni nostri è sicuramente il cibo. Certo, nei secoli sono cambiati gli ingredienti, le tipologie di cottura, gli abbinamenti e perfino i gusti. Molti sono gli articoli di approfondimento e le ArcheoRicette che potrete trovare nella sezione del nostro blog dedicata alla Storia della Gastronomia. In questa sezione troverete invece una raccolta di quelli che sono secondo noi i reperti archeologici più significativi, che ci aiutano a ricostruire la Storia dell’Alimentazione. 

Fauna marina con pesci

Mosaico

Questo mosaico, che decorava la sala a sinistra del tablino, rappresenta una scena sottomarina, chiusa ai lati dagli scogli, in cui si possono distinguere varie specie di fauna marina. Al centro della composizione si nota una scena di lotta tra un polpo e un'aragosta.

Fiaschetta per l’acqua

Utensile

Fiasca in terracotta decorata (S. 8219), utilizzata come contenitore per l'acqua. Dalla XVIII dinastia questa forma vascolare veniva utilizzata come oggetto ben augurante del nuovo anno. Venivano riempite il primo giorno dell’anno (19 luglio) con l’acqua del Nilo e venivano conservate, donate o inserite nel corredo funebre. Questa forma lenticolare è probabilmente di origine micenea.

Frammenti di pittura parietale da una cappella funeraria

Pittura parietale

Il frammento fa parte di una rappresentazione più ampia che si sviluppa su quattro registri. Il frammento superiore, bordato da un fregio, si collegava alla volta della cappella. Nel registro più alto è rappresentato travaso di vino in anfore con un sifone.

Grattugia in bronzo

Utensile

Questo strumento veniva utilizzato durante il rito del simposio per grattugiare formaggio e spezie da aggiungere al vino per addolcirlo e aromatizzarlo. Soprattutto in Etruria questi oggetti, assieme ad altri strumenti quali versatoi, attingitoi, colini e varie forme ceramiche da simposio, si ritrovano nei corredi funerari dei defunti di alto rango.

Imbuti in vetro soffiato

Utensile

Fra i tanti reperti rinvenuti nell'area vesuviana, si trovano utensili in vetro soffiato. Le ultime due sale (LXXXVI e LXXXVI) del percorso incentrato sugli oggetti della vita quotidiana sono dedicate al vetro nel mondo romano, alle diverse tecniche di lavorazione e alle molteplici funzioni cui i recipienti in vetro era destinati. Questi imbuti, ottimamente conservati, servivano per travasare liquidi fra vari recipienti.

Incannicciato concotto con impronta di spighe

Reperto organico

Frammenti di incannicciato concotto provenienti dalla distruzione, per opera di un incendio, del Santuario di Ortaglia. L'argilla cruda, che veniva posta in opera sulle pareti realizzate con la tecnica dell'incannicciato, ha subìto un processo di cottura conservando le impressioni del materiale con cui era a contatto. Si possono riconoscere le impressioni lasciate dalle canne di palude (Arundo sp.) e di alcune spighe di cereali (Triticum sp. o Hordeum vulgare)

Kylix attica di Makron

Utensile

Coppa biansata a vernice nera e figure rosse utilizzata per la libagione dei vini e nei corredi simposiaci. Attribuibile alla produzione del vasaio Hieron e dipinta da Makron, famoso pittore ateniese, la sua presenza fra i reperti provenienti dal Santuario di Ortaglia dimostra la notevole ricchezza e importanza raggiunte dalle élites che controllavano il sito. La decorazione nel medaglione interno raffigura una scena relativa ad un'offerta rituale presso un altare dove arde un fuoco sacro, mentre all’esterno sono presenti scene di danza.

Macina e pestello

Utensile

La presenza di questa macina con pestello, come di altri utensili di vita quotidiana, confermano l'uso abitativo di questa grotta, situata nei pressi del fiume Melandro. Questi utensili venivano utilizzati per polverizzare e schiacciare vari alimenti, producendo così farine.

Anfore tipo “Africana Grande II A”

Utensile

Dal relitto di una nave romana affondata nei pressi dell'Isola del Giglio provengono queste anfore tipicamente usate per il trasporto delle conserve di pesce. Dal tipo di anfore e da altri oggetti presenti a bordo è stato possibile accertare la provenienza tunisina della nave e del suo carico, testimonianza di come le coste maremmane fossero interessate da un'estesa rete di traffici marittimi dall'Africa. Il relitto di Giglio Porto, scavato dalla Soprintendenza della Toscana tra il 1984 e il 1988, è stato parzialmente ricostruito in una sala appositamente dedicata al primo piano del museo.

Braciere

Cottura dei cibi

Braciere utilizzato per la cottura dei cibi in ceramica e pietra micacea. Manchevole di molti pezzi, è stato restaurato in gesso. Una porta quadrata nella parte anteriore e fori d'aria rotondi sui lati e sul retro permettevano di riporre la brace sotto e far uscire il fumo in eccesso.

Bricco (Guttus) in terra sigillata africana

Utensile

Frammento di terra sigillata africana pertinente ad una forma chiusa caratterizzata da doppia solcatura alla base della spalla e beccuccio versatoio, riconoscibile nella forma Hayes 126. Questa rarissima forma ceramica, destinata alle mense di alto livello, è originaria dell’Africa settentrionale ed è sempre stata ritenuta una produzione non destinata all’esportazione al di fuori del continente africano. Ne è testimonianza il ritrovamento di soli 3 esemplari in Italia: nel sito di Santa Mustiola, nello scavo di Cossyra a Pantelleria e in quello della Villa di Tiberio a Sperlonga (LT).

Colatoio

Utensile

Questo utensile, realizzato in bronzo, veniva utilizzato per filtrare i liquidi. I fori sono disposti in modo da realizzare una ricchissima decorazione geometrica.

Colino etrusco in ceramica d’impasto

Utensile

Utensile di forma troncoconica, presenta sul fondo e sulle pareti numerosi fori passanti a distanza irregolare. Forma imperfetta realizzata senza l'utilizzo del tornio, visto l'aspetto grossolano, doveva servire a filtrare composti con abbondanti parti solide. Ritrovato frammentato in 3 parti, benché mancante di parte del fondo e della quasi totalità delle pareti, mostra chiaramente la sua funzione una volta ricostruito.

Cratere euboico

Utensile

In archeologia il termine "cratere" indica in grosso vaso utilizzato per mescolare vino e acqua da servire ai commensali durante il rito del simposio. Il nostro esemplare presenta una decorazione molto elaborata con un coperchio sormontato da una piccola coppa su alto piede cilindrico. La sua particolare decorazione ha permesso di ricondurlo al Pittore di Cesnola, un ceramografo euboico attivo nella seconda metà dell'VIII secolo a.C.

Dettagli della tomba di Ankh-Hor (TT414)

Rilievo

Su queste pareti si trovano alcune scene legate alla pratica dell'apicultura. Oltre a poter ammirare numerosi esemplari di api, rappresentati minuziosamente, si può riconoscere una scena in cui l'apicoltore pare porgere un'offerta alle api. Ph. Tiziana Giuliani ©

Dettagli della Tomba di Pabasa detta “Tomba delle api” (TT279)

Rilievo

In queste due scene viene rappresentata la pratica dell'apicultura. Si riconosce un apicoltore che versa in un otre il miele ed un altro inginocchiato con le braccia alzate davanti alcuni alveari. L’uomo sembra essere raffigurato nel tipico atto di adorazione. La sua postura ricorda anche il segno determinativo che nella lingua scritta indica un’azione, come l’atto di raccogliere il miele. Ph. Tiziana Giuliani ©

Fauna marina con pesci

Mosaico

Questo mosaico, che decorava la sala a sinistra del tablino, rappresenta una scena sottomarina, chiusa ai lati dagli scogli, in cui si possono distinguere varie specie di fauna marina. Al centro della composizione si nota una scena di lotta tra un polpo e un'aragosta.

Fiaschetta per l’acqua

Utensile

Fiasca in terracotta decorata (S. 8219), utilizzata come contenitore per l'acqua. Dalla XVIII dinastia questa forma vascolare veniva utilizzata come oggetto ben augurante del nuovo anno. Venivano riempite il primo giorno dell’anno (19 luglio) con l’acqua del Nilo e venivano conservate, donate o inserite nel corredo funebre. Questa forma lenticolare è probabilmente di origine micenea.

Frammenti di pittura parietale da una cappella funeraria

Pittura parietale

Il frammento fa parte di una rappresentazione più ampia che si sviluppa su quattro registri. Il frammento superiore, bordato da un fregio, si collegava alla volta della cappella. Nel registro più alto è rappresentato travaso di vino in anfore con un sifone.

Grattugia in bronzo

Utensile

Questo strumento veniva utilizzato durante il rito del simposio per grattugiare formaggio e spezie da aggiungere al vino per addolcirlo e aromatizzarlo. Soprattutto in Etruria questi oggetti, assieme ad altri strumenti quali versatoi, attingitoi, colini e varie forme ceramiche da simposio, si ritrovano nei corredi funerari dei defunti di alto rango.