Archeologia
del Cibo
Una delle costanti che accompagna l’uomo dalla Preistoria ai giorni nostri è sicuramente il cibo. Certo, nei secoli sono cambiati gli ingredienti, le tipologie di cottura, gli abbinamenti e perfino i gusti. Molti sono gli articoli di approfondimento e le ArcheoRicette che potrete trovare nella sezione del nostro blog dedicata alla Storia della Gastronomia. In questa sezione troverete invece una raccolta di quelli che sono secondo noi i reperti archeologici più significativi, che ci aiutano a ricostruire la Storia dell’Alimentazione.
Anfore tipo “Africana Grande II A”
Utensile
- Relitto nave romana di Giglio Porto - Isola del Giglio (GR)
- III secolo d.C.
- Museo Archeologico e d'Arte della Maremma
Dal relitto di una nave romana affondata nei pressi dell'Isola del Giglio provengono queste anfore tipicamente usate per il trasporto delle conserve di pesce. Dal tipo di anfore e da altri oggetti presenti a bordo è stato possibile accertare la provenienza tunisina della nave e del suo carico, testimonianza di come le coste maremmane fossero interessate da un'estesa rete di traffici marittimi dall'Africa. Il relitto di Giglio Porto, scavato dalla Soprintendenza della Toscana tra il 1984 e il 1988, è stato parzialmente ricostruito in una sala appositamente dedicata al primo piano del museo.
Braciere
Cottura dei cibi
- Scavo dell'Agorà di Atene
- 440 - 425 a.C.
- Depositi ASCSA
Braciere utilizzato per la cottura dei cibi in ceramica e pietra micacea. Manchevole di molti pezzi, è stato restaurato in gesso. Una porta quadrata nella parte anteriore e fori d'aria rotondi sui lati e sul retro permettevano di riporre la brace sotto e far uscire il fumo in eccesso.
Bricco (Guttus) in terra sigillata africana
Utensile
- Area Archeologica di Santa Mustiola – Peccioli (PI)
- II secolo d.C.
- Museo Archeologico di Peccioli (PI)
Frammento di terra sigillata africana pertinente ad una forma chiusa caratterizzata da doppia solcatura alla base della spalla e beccuccio versatoio, riconoscibile nella forma Hayes 126. Questa rarissima forma ceramica, destinata alle mense di alto livello, è originaria dell’Africa settentrionale ed è sempre stata ritenuta una produzione non destinata all’esportazione al di fuori del continente africano. Ne è testimonianza il ritrovamento di soli 3 esemplari in Italia: nel sito di Santa Mustiola, nello scavo di Cossyra a Pantelleria e in quello della Villa di Tiberio a Sperlonga (LT).
Colatoio
Utensile
- Area Vesuviana
- 60 - 79 d.C.
- MANN - Collezione degli oggetti di vita quotidiana
Questo utensile, realizzato in bronzo, veniva utilizzato per filtrare i liquidi. I fori sono disposti in modo da realizzare una ricchissima decorazione geometrica.
Colino etrusco in ceramica d’impasto
Utensile
- Area Archeologica di Ortaglia – Peccioli (PI)
- fine VI – inizio IV secolo a.C.
- Museo Archeologico di Peccioli (PI)
Utensile di forma troncoconica, presenta sul fondo e sulle pareti numerosi fori passanti a distanza irregolare. Forma imperfetta realizzata senza l'utilizzo del tornio, visto l'aspetto grossolano, doveva servire a filtrare composti con abbondanti parti solide. Ritrovato frammentato in 3 parti, benché mancante di parte del fondo e della quasi totalità delle pareti, mostra chiaramente la sua funzione una volta ricostruito.
Cratere euboico
Utensile
- Pescia Romana (VT)
- 730 a.C.
- Museo Archeologico e d'Arte della Maremma
In archeologia il termine "cratere" indica in grosso vaso utilizzato per mescolare vino e acqua da servire ai commensali durante il rito del simposio. Il nostro esemplare presenta una decorazione molto elaborata con un coperchio sormontato da una piccola coppa su alto piede cilindrico. La sua particolare decorazione ha permesso di ricondurlo al Pittore di Cesnola, un ceramografo euboico attivo nella seconda metà dell'VIII secolo a.C.
Dettagli della tomba di Ankh-Hor (TT414)
Rilievo
- El-Assasif
- 672 a.C. al 525 a.C.
- In situ
Su queste pareti si trovano alcune scene legate alla pratica dell'apicultura. Oltre a poter ammirare numerosi esemplari di api, rappresentati minuziosamente, si può riconoscere una scena in cui l'apicoltore pare porgere un'offerta alle api. Ph. Tiziana Giuliani ©
Dettagli della Tomba di Pabasa detta “Tomba delle api” (TT279)
Rilievo
- El-Assasif - Necropoli di Tebe (Luxor)
- 672 a.C. al 525 a.C.
- In situ
In queste due scene viene rappresentata la pratica dell'apicultura. Si riconosce un apicoltore che versa in un otre il miele ed un altro inginocchiato con le braccia alzate davanti alcuni alveari. L’uomo sembra essere raffigurato nel tipico atto di adorazione. La sua postura ricorda anche il segno determinativo che nella lingua scritta indica un’azione, come l’atto di raccogliere il miele. Ph. Tiziana Giuliani ©
Anfore tipo “Africana Grande II A”
Utensile
- Relitto nave romana di Giglio Porto - Isola del Giglio (GR)
- III secolo d.C.
- Museo Archeologico e d'Arte della Maremma
Dal relitto di una nave romana affondata nei pressi dell'Isola del Giglio provengono queste anfore tipicamente usate per il trasporto delle conserve di pesce. Dal tipo di anfore e da altri oggetti presenti a bordo è stato possibile accertare la provenienza tunisina della nave e del suo carico, testimonianza di come le coste maremmane fossero interessate da un'estesa rete di traffici marittimi dall'Africa. Il relitto di Giglio Porto, scavato dalla Soprintendenza della Toscana tra il 1984 e il 1988, è stato parzialmente ricostruito in una sala appositamente dedicata al primo piano del museo.
Braciere
Cottura dei cibi
- Scavo dell'Agorà di Atene
- 440 - 425 a.C.
- Depositi ASCSA
Braciere utilizzato per la cottura dei cibi in ceramica e pietra micacea. Manchevole di molti pezzi, è stato restaurato in gesso. Una porta quadrata nella parte anteriore e fori d'aria rotondi sui lati e sul retro permettevano di riporre la brace sotto e far uscire il fumo in eccesso.
Bricco (Guttus) in terra sigillata africana
Utensile
- Area Archeologica di Santa Mustiola – Peccioli (PI)
- II secolo d.C.
- Museo Archeologico di Peccioli (PI)
Frammento di terra sigillata africana pertinente ad una forma chiusa caratterizzata da doppia solcatura alla base della spalla e beccuccio versatoio, riconoscibile nella forma Hayes 126. Questa rarissima forma ceramica, destinata alle mense di alto livello, è originaria dell’Africa settentrionale ed è sempre stata ritenuta una produzione non destinata all’esportazione al di fuori del continente africano. Ne è testimonianza il ritrovamento di soli 3 esemplari in Italia: nel sito di Santa Mustiola, nello scavo di Cossyra a Pantelleria e in quello della Villa di Tiberio a Sperlonga (LT).
Colatoio
Utensile
- Area Vesuviana
- 60 - 79 d.C.
- MANN - Collezione degli oggetti di vita quotidiana
Questo utensile, realizzato in bronzo, veniva utilizzato per filtrare i liquidi. I fori sono disposti in modo da realizzare una ricchissima decorazione geometrica.
Colino etrusco in ceramica d’impasto
Utensile
- Area Archeologica di Ortaglia – Peccioli (PI)
- fine VI – inizio IV secolo a.C.
- Museo Archeologico di Peccioli (PI)
Utensile di forma troncoconica, presenta sul fondo e sulle pareti numerosi fori passanti a distanza irregolare. Forma imperfetta realizzata senza l'utilizzo del tornio, visto l'aspetto grossolano, doveva servire a filtrare composti con abbondanti parti solide. Ritrovato frammentato in 3 parti, benché mancante di parte del fondo e della quasi totalità delle pareti, mostra chiaramente la sua funzione una volta ricostruito.
Cratere euboico
Utensile
- Pescia Romana (VT)
- 730 a.C.
- Museo Archeologico e d'Arte della Maremma
In archeologia il termine "cratere" indica in grosso vaso utilizzato per mescolare vino e acqua da servire ai commensali durante il rito del simposio. Il nostro esemplare presenta una decorazione molto elaborata con un coperchio sormontato da una piccola coppa su alto piede cilindrico. La sua particolare decorazione ha permesso di ricondurlo al Pittore di Cesnola, un ceramografo euboico attivo nella seconda metà dell'VIII secolo a.C.
Dettagli della tomba di Ankh-Hor (TT414)
Rilievo
- El-Assasif
- 672 a.C. al 525 a.C.
- In situ
Su queste pareti si trovano alcune scene legate alla pratica dell'apicultura. Oltre a poter ammirare numerosi esemplari di api, rappresentati minuziosamente, si può riconoscere una scena in cui l'apicoltore pare porgere un'offerta alle api. Ph. Tiziana Giuliani ©
Dettagli della Tomba di Pabasa detta “Tomba delle api” (TT279)
Rilievo
- El-Assasif - Necropoli di Tebe (Luxor)
- 672 a.C. al 525 a.C.
- In situ
In queste due scene viene rappresentata la pratica dell'apicultura. Si riconosce un apicoltore che versa in un otre il miele ed un altro inginocchiato con le braccia alzate davanti alcuni alveari. L’uomo sembra essere raffigurato nel tipico atto di adorazione. La sua postura ricorda anche il segno determinativo che nella lingua scritta indica un’azione, come l’atto di raccogliere il miele. Ph. Tiziana Giuliani ©
Fauna marina con pesci
Mosaico
- Casa del Fauno - Pompei
- 79 d.C.
- MANN - Collezione dei mosaici
Questo mosaico, che decorava la sala a sinistra del tablino, rappresenta una scena sottomarina, chiusa ai lati dagli scogli, in cui si possono distinguere varie specie di fauna marina. Al centro della composizione si nota una scena di lotta tra un polpo e un'aragosta.
Fiaschetta per l’acqua
Utensile
- Deir el-Medina - Tomba di Kha
- 1425–1353 a.C.
- Museo Egizio di Torino
Fiasca in terracotta decorata (S. 8219), utilizzata come contenitore per l'acqua. Dalla XVIII dinastia questa forma vascolare veniva utilizzata come oggetto ben augurante del nuovo anno. Venivano riempite il primo giorno dell’anno (19 luglio) con l’acqua del Nilo e venivano conservate, donate o inserite nel corredo funebre. Questa forma lenticolare è probabilmente di origine micenea.
Frammenti di pittura parietale da una cappella funeraria
Pittura parietale
- Egitto (Acquisti Schiapparelli 1900 - 1901)
- 1390–1353 a.C.
- Museo Egizio di Torino
Il frammento fa parte di una rappresentazione più ampia che si sviluppa su quattro registri. Il frammento superiore, bordato da un fregio, si collegava alla volta della cappella. Nel registro più alto è rappresentato travaso di vino in anfore con un sifone.
Grattugia in bronzo
Utensile
- Marsiliana D'Albegna - Necropoli di Banditella - tomba a fossa X
- VII secolo a.C.
- Museo Archeologico e d'Arte della Maremma
Questo strumento veniva utilizzato durante il rito del simposio per grattugiare formaggio e spezie da aggiungere al vino per addolcirlo e aromatizzarlo. Soprattutto in Etruria questi oggetti, assieme ad altri strumenti quali versatoi, attingitoi, colini e varie forme ceramiche da simposio, si ritrovano nei corredi funerari dei defunti di alto rango.