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StorieParallele adotta un mandorlo antico

Questo editoriale è dedicato ad un evento molto importante per StorieParallele: oggi, 27 febbraio 2021 il progetto compie due anni di vita. Mi sono molto interrogata su quale fosse il modo migliore di festeggiare l’evento e alla fine ho scelto qualcosa che non fosse occasionale, ma che potesse durare nel tempo. Così ho deciso di adottare un mandorlo antico. Esatto, proprio un albero da frutto.

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Il certificato di adozione – StorieParallele © 

Mandorlo: storia di un albero da frutto

Vi starete chiedendo come mai io abbia scelto proprio un mandorlo. La risposta è semplice: dietro al mandorlo c’è tanta storia. Il mandorlo, già attestato sin dall’Età del Bronzo, sbarca in Italia intorno al V secolo a.C. per mano greca. A testimonianza di questo, gli Antichi Romani chiamavano le mandorle noci greche.

Molte sono le attestazioni letterarie. Lo troviamo ovviamente in Plinio, che nella sua opera enciclopedica ci descrive le fasi di fioritura e maturazione, di cui riportiamo un passo chiave:

“Fra questi, quelli che concepiscono d’inverno con l’aquila che sorge, come abbiamo detto, fiorisce prima di tutti il mandorlo nel mese di Gennaio, invece a Marzo matura il frutto.”
(Plinio il Vecchio – Naturalis Historia – XIV, 103)

Anche in Virgilio troviamo traccia del nostro albero, in particolare in questo passo delle Georgiche:

“Se brami inoltre di futura messe
Presago indizio, il mandorlo silvestre
Osserva allor, che carico di fiori
S’ammanta, e curva gli odorosi rami:
Chè s’ei di germi abbonderà, fia pure
Fertile il campo, e di frumento avrai
Sotto cocenti soli ampia raccolta;
Ma se in vano di foglie ombroso lusso
Sfogasi il tronco, oimè che inutil paglia
Vôta di grano batterai su l’aia.”

(Virgilio – Georgiche – I, 297/306)

L’origine del mandorlo ha anche una sua versione mitologica, che lo vede protagonista della storia dell’amore sfortunato di Fillide e Acamante.

Per quanto riguarda le testimonianze archeologiche, vogliamo ricordare che numerosissime sono le mandorle rinvenute carbonizzate nei siti di Pompei ed Ercolano, oltre ai reperti organici rinvenuti in alcuni corredi funerari egizi, come la Tomba di Kha di Deir el-Medina.  

Nel Medioevo fu Carlo Magno a contribuirne la diffusione, poiché si conoscevano già le proprietà stimolanti e curative del suo frutto, che veniva sfruttato anche in campo medico e cosmetico. Trotula de Ruggiero, medico della Scuola Medica Salernitana, indicò l’olio di mandorle come ingrediente di bellezza, mentre con Andrea Mattioli, medico e botanico senese al servizio dell’Imperatore Ferdinando I, il mandorlo assunse la fama di afrodisiaco.

Come adottare un mandorlo?

Dopo questo brevissimo excursus storico vi starete chiedendo come si adotta un mandorlo. Noi di StorieParallele abbiamo scoperto Adotta un mandorlo, un’associazione senza scopo di lucro che si è attivata per la rivalutazione della mandorlicoltura tradizionale in Italia.

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Mandorla germinata – Adotta un mandorlo © 

Grazie alla collaborazione del Mipaaf, delle Regioni, delle Associazioni di categoria e di tutti i Docenti di Frutticoltura ed Arboricoltura delle varie Università italiane, hanno inquadrato la situazione della mandorlicoltura in Italia: oltre 600 sono varietà censite, diverse per caratteristiche sia pomologiche che nutrizionali ed ognuna con una sua nota aromatica distintiva.

Purtroppo, quello delle mandorle è un settore sempre più abbandonato e chi decide oggi di dedicarsi alla mandorlicoltura lo fa con coltivazioni intensive e meccanizzate di mandorle non italiane. Questa modalità inficia la biodiversità e provoca l’estinzione di alcune varietà. La mission di Adotta un mandorlo è di individuare tutte le mandorle autoctone italiane, catalogarle, evidenziare le differenze nutrizionali e aromatiche, e aiutare chi ancora le custodisce a ripristinarne la coltivazione, all’interno di un programma ben più ampio.

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Piante di mandorlo germinate – Adotta un mandorlo © 

Grazie al contributo di chi adotta, l’associazione garantisce al coltivatore la vendita delle sue mandorle ad un pubblico attento alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e dell’autoctonia, e la possibilità di iniziare a programmare nuovi innesti di quelle varietà. La coltivazione delle varietà antiche non necessita di concimazioni chimiche o di impianti di grande irrigazione e sarà più resistente alle fitopatie. Inoltre, la potatura e la raccolta vengono fatte rigorosamente a mano, avendo cura di non eliminare eventuali gemme prima e di non dissestare le radici.

In prospettiva, c’è il progetto di istituire almeno un campo di conservazione in ogni Regione e di raccogliere tutto il materiale in una pubblicazione scientifica completa, un’opera omnia della mandorlicoltura italiana, che sarà il punto di partenza per la tutela e lo sviluppo del settore per le prossime generazioni.

L’adozione di StorieParallele

StorieParallele si è impegnata adottando un mandorlo antico della varietà Caputo, originatasi negli ultimi anni del 1800 da un seme coltivato nelle campagne tra Conversano e Castellana Grotte, in Puglia.

Contribuiremo alla tutela della biodiversità della mandorlicoltura italiana, salvando questa varietà antica dall’erosione ed estinzione genetica. Sosterremo questo mandorlo per un intero anno e il suo coltivatore potrà più agevolmente procedere alle dovute operazioni, fra cui concimazione, irrigazione, potatura, pulizia, raccolta.

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L’albero adottato da StorieParallele è il numero 2 – Adotta un mandorlo © 

È possibile adottare anche un nuovo innesto, per permettere alle gemme di diventare veri e propri alberi, oppure sostenere più genericamente la ricerca e i campi, per mantenere un perfetto ambiente in cui conservare queste biodiversità.

Le aziende aderenti

Vogliamo dare spazio anche alle aziende che si sono affiliate al circuito, dando modo al progetto di prendere vita:

Bibliografia

adottaunmandorlo.it

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a cura di

Martina Tapinassi

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